Oggi, Primo maggio, Festa dei lavoratori. Ma il festeggiato è il grande assente

(Imagoeconomica)

Oggi, Festa dei lavoratori, per molti è la giornata dei concertoni e di tante altre forme di aggregazione sociale, messe su un po’ dappertutto nel mondo. Con una limitazione  particolare: il festeggiato, il lavoro, di qualsiasi genere purché atto a produrre beni e servizi, in diversi dei luoghi in cui è protagonista delle manifestazioni accennate sopra, l’Italia tra di essi, è il grande assente. È ricercato attivamente e tale situazione non è nuova, altrettanto non sono venuti fuori all’ultim’ora quanti sono coinvolti nella ricerca di quel nobile quanto democratico e prezioso reticente. Tanto perché possa presentarsi nel luogo dove è atteso prima possibile. Confidando che quell’ importante fattore della produzione presto si materializzi in buona forma e altrettanta sostanza, va notato che esso è legato a un fenomeno socioeconomico di recente materializzatosi ancora una volta. Il pieno impiego, così gli economisti definiscono lo status di un sistema socio economico, quale può essere l’Italia o l’intera EU, in cui tutta la popolazione in età di svolgere un’ attività, quindi che offre il proprio lavoro, è collocata presso quanti fanno domanda dello stesso.
Sono essi le attività produttive di ogni bene e servizio, nonchè la Pubblica Amministrazione, quando hanno bisogno di ulteriore mano d’opera. È evidente che, così come appena espressa, la situazione descritta da tempo esiste solo in teoria.Altrettanto è vero che, in determinati momenti storici, come per la maggior parte dei paesi europei si è verificato durante il secolo scorso, molti di essi, appena venuti fuori dal conflitto hanno dovuto curare le ferite. La guerra, che dal 1940 aveva sparso le sue fiamme in varie parti del mondo, aveva messo sia i vincitori che i vinti, tra di essi l’Italia, nella necessità immediata di curare le ferite di ogni genere che avevano subito. Pertanto al loro interno era presente una percentuale di senza lavoro poco sopra lo zero. La ricostruzione coinvolse vincitori e vinti, quindi tanto spiega con semplicitá quella situazione.
Fare l’ excursus di quanto sia accaduto nel Paese da allora a oggi riempirebbe un libro delle dimensioni di un vocabolario, quindi per ora è bene scavalcare l’argomento a piè pari. Certo è che oggi andrá in discussione nel Consiglio dei Ministri per l’approvazione la nuova legge che, d’ora in avanti, disciplinerà quanto concerne il mondo del lavoro. Non tralasciando di tutelare chi ne è privo per le cause più disparate, con l’unica eccezione costituita da coloro che, per quanto dichiarano e per come agiscono, dimostrano di non avere nessuna voglia di sporcarsi le mani o di spremersi le meningi. Gli ammortizzatori sociali operanti in Italia, fino a ora sono stati considerati, tra l’altro, dalle sigle sindacali e, a volte paternalistici e dalle organizzazioni datoriali demagogici. Così andando avanti con i ragionamenti, si dimostra che il governo viene tirato per la giacca ancora una volta a affrontare l’ aspetto derivato del problema, la “risalita della china”, che fa molta fatica a procedere. Cosi facendo non danno la stessa importanza a uno dei reali colli di bottiglia che concorrono a creare la disfunzione, precisamente la carenza di incentivi alle produzioni di ogni genere.

In più l’ esecutivo, di concerto con le parti interessate, chi offre e chi chiede lavoro, dovrebbero impegnarsi con convinzione a non tralasciare l’ attivazione di ogni iniziativa che possa far crescere la produttività. È opportuno che quest’ ultimo elemento nella situazione italiana è tra i più bassi d’ Europa. Ieri la Premier Meloni ha incontrato i segretari delle più importanti sigle sindacali, sebbene in ora e maniera quanto meno bizzarra. Dalle prime notizie sembra che i rappresentati convenuti si siano presentati con il dente avvelenato perchè non erano stati coinvolti nella stesura di quel documento. Si capisce da ciò che non è proprio un modo di fare idilliaco quello che coinvolge le alte cariche dello stato insieme ai dirigenti sindacali. Come è già accaduto, entrambi rischiano di cozzare contro un muro di gomma.
C’è da augurarsi che la riunione politica di questa sera finisca quanto meno senza esuberanze fisiche, giusto per evitare un bis in ibidem. Dopo tutto oggi deve pur essere ricordato come un giorno di distensione. Buona festa dei lavoratori quindi a tutti quanti già lo sono e a quanti lo saranno, con l’augurio che ciò avvenga al più presto. In qualsiasi settore della produzione operino o opereranno, senza nessuna distinzione di genere, di etnia e di fede politica. Che inoltre sappiano respingere senza condizioni anche la sola idea di poter combattere in futuro un’ altra guerra. Quanto sta succedendo in molte parti del mondo deve costituire un dissuasore affinché si  eviti in futuro il ripetersi di quel genere di catastrofi. Con l’augurio che la nave Italia riesca a uscire dalla tempesta quanto prima sarà possibile.