Nuovo calo del petrolio, arriva a perdere fino al 7% in overnight

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Il punto. Il Ftse Mib segna -1,11%, il Ftse Italia All-Share -1,07%, il Ftse Italia Mid Cap -0,76%, il Ftse Italia Star -0,81%.

Mercati azionari europei in netto calo: DAX -1,1%, CAC 40 -1,4%, FTSE 100 -1,2%, IBEX 35 -1,2%.
Future sugli indici azionari americani in ribasso dello 0,7-0,9 per cento. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -0,04%, Nasdaq Composite +0,14%, Dow Jones Industrial -0,10%. 
Tokyo in lieve calo con il Nikkei 225 a -0,64% dopo il quasi +5% messo a segno nelle due sedute precedenti.

Nel complesso positive le borse cinesi: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen chiude a +2,08%, a Hong Kong l’Hang Seng a -0,76%.
Euro in recupero contro dollaro. EUR/USD al momento oscilla in area 1,0915. Inizio seduta in lieve rialzo per l’obbligazionario eurozona. 
Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente cede 2 bp allo 0,32%, quello del BTP scende di 1 bp all’1,46%. Lo spread sale di 1 bp a 114.

 

Borse asiatiche
Sul nuovo significativo deprezzamento del petrolio i mercati asiatici virano complessivamente in territorio negativo (l’Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha segnato una perdita di circa l’1%). L’oro nero, infatti, dopo avere perso il 7% in overnight è in declino di circa il 2% in Asia. 
In controtendenza sono invece le piazze della Cina continentale che recuperano terreno dopo le perdite di lunedì, soprattutto al traino delle Pmi e infatti lo Shenzhen Composite, l’indice che più rappresenta le small cap di Pechino, è stato il migliore segnando un guadagno del 3,42% in chiusura degli scambi. 
In progresso, invece, del 2,26% e del 2,08% rispettivamente Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300. Non si allinea invece a Shanghai com’era successo lunedì la piazza di Hong Kong: l’Hang Seng avvicinandosi alla chiusura perde circa lo 0,50% (performance moderatamente peggiore per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica, in declino di circa lo 0,80%).

Il Nikkei 225 perde lo 0,64% con una performance verosimilmente legata alle prese di beneficio da parte degli investitori, anche se il dollaro Usa ha recuperato leggermente nei confronti dello yen. Peggiore piazza della regione è Sydney: l’S&P/ASX 200 ha perso l’1,00% dopo che la Reserve Bank of Australia (Rba), come ampiamente previsto dagli osservatori, ha lasciato per l’ottava volta consecutiva invariati i tassi d’interesse ai minimi del 2,00% (valore raggiunto a inizio maggio con il taglio di 25 punti base dopo che già in febbraio era stata effettuata una riduzione di pari entità).

A Seoul il Kospi segna un declino dello 0,95% al termine delle contrattazioni.

 

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana poco mossi. Il Dow Jones ha perso lo 0,10%, l’S&P 500 lo 0,04% mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,14%. Wall Street è riuscita a recuperare terreno nel finale nonostante il tonfo del petrolio. Il Deflatore dei consumi personali (Core Personal Consumption Expenditure Index) è risultato invariato a dicembre rispetto a novembre. In crescita dello 0,3% a dicembre i redditi privati.

Markit ha reso noto che nel mese di gennaio l’Indice PMI Manifatturiero è salito a 52,4 punti dai 51,2 punti del mese precedente. La rilevazione di gennaio evidenzia un lieve miglioramento del tasso di crescita dai livelli minimi da ottobre 2013 del mese precedente. 
L’Indice ISM Manifatturiero si è attestato a 48,2 punti dai 48 punti registrati il mese precedente. Il dato è risultato inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato un valore pari a 48,6 punti, confermando un trend negativo da quattro mesi. La spesa per le costruzioni è cresciuta dello 0,1% nel mese di dicembre, dal -0,6% della rilevazione precedente (rivista dal -0,4%), e risultando nettamente inferiore alle attese degli economisti fissate su un incremento dello 0,6%. Sul fronte societario male il settore energetico.
Tra i singoli titoli Sysco +8,3% Il distributore di prodotti alimentari ha annunciato una trimestrale con cifre in crescita. Nel secondo trimestre l’utile è aumentato a 272,4 milioni di dollari da 158 milioni dello stesso periodo di un anno prima. Escluse le poste straordinarie l’utile per azione si è attestato a 0,48 dollari, 7 centesimi in più delle attese. I ricavi sono cresciuti dello 0,6% a 12,15 miliardi, sostanzialmente in linea con il consensus.

Alere +45,43%. Abbott Laboratories ha annunciato l’acquisto del gruppo specializzato in diagnostica per 5,8 miliardi di dollari.
Aetna +1,34%. Il gruppo assicurativo ha pubblicato una trimestrale superiore alle attese. Nel quarto trimestre l’utile è aumentato del 38% a 320,8 milioni di dollari mentre i ricavi sono cresciuti a 15,05 miliardi da 14,77 miliardi. Escluse le poste straordinarie l’utile per azione si è attestato a 1,37 dollari. Gli analisti avevano previsto un Eps di 1,21 dollari su ricavi per 14,95 miliardi. 
Questar +22,56%. Il gruppo energetico Dominion Resources ha messo sul piatto 4,4 miliardi di dollari per l’acquisto della società specializzata nel trasporto di gas. Twitter +6,55%. Secondo indiscrezioni, il sito di microblogging sarebbe finito nel mirino dell’investitore Marc Andreessen e del fondo di private equity Silver Lake Partners.

Amaya +22,44%. Il gruppo proprietario della piattaforma PokerStars ha annunciato di aver ricevuto una offerta da 2,8 miliardi di dollari canadesi da parte del proprio Ceo. David Baazov possiede già circa il 20% della società.

 

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,6%, il Cac40 di Parigi l’1,1%, il Ftse100 di Londra lo 0,8% e l’Ibex35 di Madrid l’1%. Più tardi saranno annunciati i dati sulla disoccupazione nella zona euro e l’indice dei prezzi alla produzione. Sul fronte societario male il comparto energetico.

 

Italia
Piazza Affari ha chiuso in ribasso la prima seduta della settimana. L’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,91% a 18.845 punti. Tonfo di Luxottica (-5,73% a 54,25 euro) in scia all’annuncio, arrivato venerdì sera a sorpresa, dell’addio del co-amministratore delegato, Adil Khan, a solo poco più di un anno dalla sua nomina. La buonuscita pattuita sarà di 7 milioni di euro. Il presidente di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, ha assunto le deleghe esecutive, mentre Massimo Vian proseguirà nel ruolo di amministratore delegato prodotto e operations. 
Vendite sostenute anche su Telecom Italia (-3,13% a 0,99 euro) dopo un articolo del Financial Times, a cura dell’Authority inglese delle telecomunicazioni, che definisce non auspicabile una fusione tra O2 e 3. Se l’operazione verrà bloccata si tratterebbe di una notizia non positiva per l’intero comparto tlc, che in Italia sta assistendo al perfezionamento del deal tra Wind e 3Italia. 
I titoli del comparto oil hanno risentito dello scivolone del petrolio con il Wti in arretramento di circa 4 punti percentuali: Eni ha perso l’1,35% a 13,10 euro, Saipem ha lasciato sul parterre l’1,13% a 0,564 euro e Tenaris ha ceduto l’1,21% a 9,365 euro. 
Tra le banche gli acquisti hanno premiato ancora Banco Popolare e Bpm, la cui fusione sembra solo questione di tempo: il titolo dell’istituto veronese ha mostrato un balzo del 6,92% a 9,11 euro, mentre l’azione della banca milanese è salita dell’1,33% a 0,761 euro. In frenata Mps (-4,07% a 0,636 euro) e Poste Italiane (-2,71% a 6,64 euro), quest’ultima nonostante in mattinata abbia smentito le recenti indiscrezioni di stampa su una possibile fusione con la banca senese.

 

I dati macro attesi oggi
Martedì 2 febbraio 2016
09:00 SPA Variazione n° disoccupati gen;
09:55 GER Variazione n° disoccupati gen;
09:55 GER Tasso di disoccupazione gen;
10:00 ITA Tasso di disoccupazione dic;
10:30 GB Indice PMI costruzioni (Markit) gen;
11:00 EUR Indice prezzi alla produzione dic;
11:00 EUR Tasso di disoccupazione gen;
19:00 USA Intervento George (Fed);
19:30 USA Vendite di autoveicoli gen.