Ad un anno dall’inaugurazione del Museo Caruso, ideato da Laura Valente, nella Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli diretto da Mario Epifani, la prima esposizione permanente statale dedicata al grande tenore, si arricchisce di ulteriori cimeli. Un’intera parete è stata allestita con 65 dischi originali da lui incisi nei primi anni venti del secolo scorso. Una celebrazione con le mille “facce” discografiche di Caruso che rimandano alla sua voce unica e sono oggetti di grande impatto visivo. Il tenore ha inciso quasi cinquecento matrici discografiche: circa la metà sono state stampate e immesse in circolazione tra il 1902 e il 1920. Nella nuova sezione del museo, che riapre oggi dopo 3 giorni di riallestimento, è stata proposta una selezione in cui i dischi più significativi sono evidenziati in cornice dorata: le prime lacche dell’11 aprile 1902 e i rarissimi dischi Zonofono del 19 aprile 1903. Le arie d’opera solistiche hanno il maggior peso nella discografia carusiana ma ci sono anche incisioni di pezzi d’insieme, realizzate con i colleghi del Metropolitan di New York a cui si aggiungono romanze, canzoni, inni e marce in varie lingue, oltre ai 22 dischi “napoletani” con alcune delle più belle melodie classiche della cultura musicale partenopea. In occasione dell’anniversario della sua scomparsa, avvenuta nell’agosto del 1921, il Museo Caruso sarà visitabile sia sabato 3 agosto, nel corso dell’apertura straordinaria serale, sia nella domenica di apertura gratuita dei musei, il 4 agosto, ma con prenotazione obbligatoria.