Nuovi guai per Telegram, indagine aperta in Corea del Sud

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Roma, 2 set. (askanews) – Nuovi guai per Telegram, dopo l’arresto in Francia del suo fondatore Pavel Durov. La polizia della Corea del Sud ha avviato un’indagine preliminare sulla piattaforma di messaggistica istantanea con il sospetto di complicità in crimini sessuali legati ai deepfake. Lo ha dichiarato oggi il capo degli investigatori, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.

“Come ha fatto la Francia, l’Agenzia di Polizia metropolitana di Seoul ha avviato un’indagine sull’entità aziendale di Telegram prima di procedere ufficialmente con l’incriminazione” ha dichiarato Woo Jong-soo, capo dell’Ufficio nazionale d’investigazione. Le accuse riguardano l’istigazione a produrre deepfake pornografici che hanno preso di mira giovani donne, comprese alcune adolescenti”, ha aggiunto.

Lo scorso mese Durov, il fondatore di Telegram, è stato arrestato in Francia nell’ambito di un’indagine preliminare su presunti fallimenti nel prevenire l’uso criminale della sua piattaforma.

Woo ha riconosciuto le potenziali difficoltà nell’indagine, affermando: “Telegram non fornisce prontamente dati per le indagini, come le informazioni sugli account, a noi o ad altre autorità investigative statali, comprese quelle degli Stati uniti”. La polizia prevede di collaborare con le autorità investigative francesi e con istituzioni internazionali per trovare le vie per indagare su Telegram, ha osservato Woo.

Secondo la polizia, un totale di 88 denunce di crimini sessuali legati ai deepfake sono state presentate tra lunedì e giovedì scorsi, e finora sono state identificate 24 persone come sospetti.

Nell’ambito dell’indagine in corso, otto programmi automatizzati per la creazione di pornografia deepfake per Telegram sono sotto esame, insieme alle chat di gruppo responsabili della diffusione di tali contenuti.