Nuova accelerazione per i bancari

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Il punto della mattinata. Il Ftse Mib segna +1,29%, il Ftse Italia All-Share +1,23%, il Ftse Italia Mid Cap +0,94%, il Ftse Italia Star +0,64%. Nuova accelerazione per i bancari, dopo la flessione di ieri: l’indice FTSE Italia Banche segna +3,3% circa, contro il +2,5% dell’EURO STOXX Banks. 

Secondo le ultime notizie di stampa il governo italiano sta lavorando a un piano di ricapitalizzazione delle banche in difficoltà di carattere “precauzionale”, circostanza per la quale la direttiva sulle risoluzioni bancarie (Brrd) prevede margini di manovra.
UniCredit (+4,1%) in netto rialzo grazie a Citigroup che ha migliorato la raccomandazione sul titolo da neutral a buy. Il presidente della banca, Giuseppe Vita, a margine di un convegno ha affermato che UniCredit dovrà pensare a un aumento di capitale in quanto le recentissime cessioni di quote di controllate (FinecoBank e Bank Pekao) difficilmente saranno sufficienti a soddisfare le richieste di patrimonializzazione della BCE. Claudio Costamagna, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, ha affermato che il nuovo CEO di UniCredit, Jean Pierre Mustier, a giudicare dai primi segni, imprimerà la svolta giusta alla banca. 
Banca MPS (+4,9%) guadagna ulteriore terreno sulla spinta delle indiscrezioni di ieri relative alla cessione, mediante cartolarizzazione, di npl (“non performing loans”, crediti deteriorati) per 10 miliardi di euro. Oggi i rumors riportano l’ipotesi di aumento di capitale precauzionale con banche estere che stanno valutando la possibilità di impegnarsi nel consorzio di garanzia.

Avvio in deciso rialzo anche per l’azionario europeo. Il Dax 30 tedesco segna un rialzo dell’1,53%, il Cac 40 uno dell’1,19 per cento. In verde anche l’Ibex 35 spagnolo che guadagna l’1,11 per cento. Oltre la manica il Ftse 100 recupera lo 0,99 per cento. 
A Francoforte guadagna il 3,50% Deutsche Bank che si avvantaggia del deciso andamento positivo di tutto il comparto bancario europeo con l’Euro Stoxx Banks che recupera il 2,52 per cento. 
La banca tedesca da mesi alle prese con un difficile turnover dopo guidato dal nuovo ad John Cryan avrebbe assunto, secondo Reuters, il manager di BNP Paribas Jonas Juel Ulrich per lavorare con il tema di gestione dei mercati del debito sovrano. Di recente già Ben Adubi aveva lasciato il colosso bancario francese per entrar e in Deutsch Bank sempre nel settore SSA (sovereign, supranational, agency). A Parigi, oltre alle banche (con il Credit Agricole che recupera il 2,71% e BNP Paribas che guadagna il 2,80%), spiccano i recuperi di Total (+2,33%) che si avvantaggia anche del rialzo dei prezzi del greggio (+1,38% per il Brent a 45,38 dollari al barile). 
Si mette in luce ancora una volta a Parigi e nel listino spagnolo il titolo di ArcelorMittal, che guadagna il 4,36% e approfitta da diverse sedute del recupero del settore anche a seguito della decisione di Tata Steel di cercare un partner europeo per la propria produzione britannica e continentale. Fatto al riguardo il nome di ThyssenKrupp che in questo momento recupera il 2 per cento a Francoforte.
Recuperi limitati allo 0,80% per Abertis a Madrid: Eutelsat Communication (+0,53%) ha espresso la volontà di esercitare una put option ai danni della società spagnola sul 33,69% del capitale di Hispasat, ma il gruppo Abertis ha conte stato la legittimità dell’operazione

Borse asiatiche

I mercati della regione restano intorno ai massimi degli ultimi otto mesi. L’indice Msci Asia Pacific, Giappone escluso, è in modesta crescita ma resta ai massimi dallo scorso novembre. 
A Tokyo il Nikkei 225 ha chiuso con un progresso dello 0,95% (leggermente peggio fa l’indice più ampio Topix, che si apprezza dello 0,84%), nonostante l’Ufficio di Gabinetto nipponico abbia tagliato mercoledì le sue stime di crescita dell’economia e dell’inflazione. Nell’attuale esercizio, in chiusura il prossimo 31 marzo 2017, il Pil del Giappone è atteso in progresso dello 0,9% contro l’1,7% stimato in gennaio. Il mercato, però, scommette sull’imminente lancio di un nuovo piano di stimolo, che secondo indiscrezioni stampa potrebbe ammontare a 10.000 miliardi di yen (86 miliardi di euro), da parte del premier Shinzo Abe, rafforzato dalla vittoria alle elezioni di domenica scorsa. A sostenere gli scambi l’ulteriore deprezzamento dello yen (che ha perso il 3,9% nelle precedenti tre sedute) nei confronti del dollaro Usa. A Seoul, il Kospi ha limitato allo 0,14% il suo guadagno. 
Dopo il crollo di oltre il 4% mercoledì, il petrolio recupera terreno in Asia (guadagnando oltre l’1%), mentre l’oro è in declino. E la seduta a Sydney è contrastata proprio per i titoli legati alle materie prime, mentre il settore bancario è in generalizzato recupero. L’S&P/ASX 200 segna un progresso dello 0,43% al termine delle contrattazioni.

In vista della chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 sono invece in flessione dello 0,30-0,40% mentre è intorno alla parità lo Shenzhen Composite. 
A Hong Kong l’Hang Seng è in crescita dello 0,30% (leggermente peggio l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, poco sopra la parità).

Borsa Usa

Seduta contrasta per Wall Street, ieri, che però non ha impedito a S&P 500 e Dow Jones Industrial Average di chiudere su nuovi record storici. 
Nel dettaglio, l’S&P 500 ha limitato allo 0,01% (pari a meno di un punto) il suo progresso ai massimi di sempre di 2.152,43 punti, nonostante la spinta al ribasso in arrivo soprattutto dal settore dell’energia (in declino dello 0,70%), a fronte del crollo superiore al 4% dei corsi del greggio (che hanno sostanzialmente eroso i guadagni registrati martedì). Dietro al declino i dati diffusi dall’Energy Information Administration (Eia), relativi alle scorte di greggio in Usa nella settimana chiusa lo scorso 9 luglio calate meno del previsto. L’Eia ha indicato pressioni sui prezzi in un mercato già al ribasso dopo che l’International Energy Agency (Iea) aveva avvertito del rischio di surplus dell’offerta globale di greggio.
Il Dow Jones è stato il migliore dei tre principali indici Usa, apprezzandosi dello 0,13% (24,45 punti) ai massimi di 18.732,12 punti, al traino di UnitedHealth Group (in progresso dell’1,16% al termine delle contrattazioni). Il colosso delle assicurazioni sanitarie secondo gli analisti presenterà il prossimo 19 luglio una trimestrale segnata dal balzo del 24% dei ricavi. Tra i peggiori titoli dell’indice delle blue chip Usa sono stati invece titoli petroliferi come Chevron ed Exxon Mobil (con cali comunque limitati allo 0,12% e allo 0,07%). 
Il colosso texano, secondo fonti citate da Reuters, avrebbe presentato un’offerta d’acquisto su InterOil (basata in Papua Nuova Guinea, ma quotata al Nyse) superiore ai 2,2 miliardi di dollari messi sul piatto a fine maggio da Oil Search, gruppo australiano attivo nel gas and oil sempre della Papua Nuova Guinea. Un accordo era già stato raggiunto, ma a fine giugno InterOil aveva ammesso di avere ricevuto un’altra offerta, non vincolante.
Il Nasdaq ha invece perso lo 0,34% (17,09 punti) a 5.005,73. Pur restando sopra la soglia di 5.000 punti (e dopo il guadagno di oltre il 4% nell’ultima settimana), l’indice rimane in territorio negativo da inizio 2016. La performance è stata condizionata da andamenti negativi per diversi titoli tecnologici, a partire da Apple (in flessione dello 0,56%). Amazon.com ha perso lo 0,75% nonostante il Prime Day (la giornata di saldi nata lo scorso anno per celebrare il ventennale del colosso del commercio elettronico) abbia visto un balzo degli or dini del 60% su base annua (50% il progresso registrato nei soli Usa). Il 12 luglio è stata la giornata con i maggiori incassi di sempre per Amazon.

I dati macro attesi oggi
Giovedì 14 Luglio 2016
13:00 GB Riunione BoE;
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
14:30 USA Indice prezzi alla produzione giu.