Nove giorni al voto in Francia, le incognite della scommessa di Macron

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Il premier Attal: una tenaglia fra estrema destra e estrema sinistra

Marsiglia, 21 giu. (askanews) – Mancano solo nove giorni ormai al voto per le legislative in Francia convocate a sorpresa dopo le europee. Il premier Gabriel Attal, a nome del partito centrista del presidente Macron, è andato a fare campagna elettorale a Marsiglia per la candidata Agresti-Roubache e ha colto l’occasione per denunciare gli estremismi di destra e di sinistra che prendono, ha detto, a tenaglia il paese, e che a suo dire si alimentano a vicenda.La maggioranza dei francesi, assicura, vuole la pacificazione. Secondo i sondaggi però, solo il 22% sceglierebbe i partiti centristi attorno a Macron. La maggioranza sarebbe ancora dell’estrema destra del Rassemblement National di Marine le Pen accreditato ben del 34%. Primo partito di nuovo come alle europee e perfino in crescita, ma è da vedere se alla fine dei due turni delle elezioni avrà la maggioranza assoluta. Jordan Bardella, delfino di Le Pen e candidato premier, ha assicurato che senza maggioranza assoluta non andrà al governo: come a dire che l’RN non intende allearsi con nessuno.A sinistra, però, la Francia vede contro l’RN l’unione di quasi tutti i partiti. Verdi, socialisti, La France Insoumise di Jean Luc Mélenchon, tutti insieme nel Nuovo Fronte Popolare, al momento accreditato del 29% circa. Programma con la barra a sinistra; il senatore socialista Alexandre Ouzille per esempio in campagna elettorale promette una tassa sulla ricchezza per 15 miliardi di euro e anche una tassa sui superprofitti che stima allo stesso valore.In questa pazza, rapidissima campagna elettorale le domande sono tante. Se l’estrema destra riuscirà ad arrivare al governo per la prima volta; se i francesi andranno o meno alle urne in massa; se il Nuovo fronte popolare terrà per le elezioni e oltre; e anche, cosa sarà dei centristi. Due giorni fa Raphael Glucksmann, deputato europeo e uno dei leader del Fronte Popolare, non aveva dubbi: la sera del 9 giugno, quando Macron ha convocato le elezioni di fronte ai risultati delle europee, il macronismo è morto.