Notizie poco rassicuranti da Bruxelles e da oltreceano

In foto Christine Lagarde

Dalle informazioni quotidiane che arrivano, anche se non immediatamente, ai quattro angoli del mondo, alcune riguardanti l’Italia ma riferite a problemi che interessano anche altri paesi della UE e non, danno l’idea che manchi tra di esse – le informazioni – quanto è definito genericamente l’interfaccia. Oggi come ieri è al lavoro il Consiglio d’ Europa. Dopo il voto per il rinnovo del mandato, ora tocca agli eletti di essere incasellati nel puzzle degli incarichi. Tale procedura non sta andando de plano e, ancora meno rassicuranti, sono parte delle notizie che arrivano da oltreoceano. Con ordine. La BCE ha dato un cenno, la riduzione del tasso, appannato dai comportamenti dei giorni successivi, di un atteggiamento positivo per la ripresa economica. Quasi in stretta sequenza, già dal giorno successivo, quel viatico ha assunto le caratteristiche di un contentino pro bono pacis. In sostanza la Presidente della BCE Lagarde si è affrettata a smentire l’ipotesi che si fosse aperta la sequenza opposta di quella in corso, cioè l’inizio non episodico della riduzione del costo dell’ euro.In campagna è uso dire che il buon giorno si svela già al mattino. Così, che i cenni di abbattimento del tasso di inflazione non avessero preso consistenza significativa, si era intuito nei giorni precedenti alle riunioni della BCE e ancor più della FED. Per gli osservatori esterni il comportamento dei loro presidenti ha voluto far trasparire che la battaglia di entrambi quegli istituti contro l’inflazione non era bastata. Intanto era imprescindibile rimettere in moto la tendenza a investire, soprattutto nelle attività produttive e, in mancanza di decisioni coraggiose in campo finanziario, l’economia, soprattutto quella occidentale, continua a procedere come se stesse avanzando sulla fune tesa sul baratro. Ciò che genera ancor più fibrillazione originata dai modi di agire appena accennati è la circostanza che tale genere di comportamento aggiunge confusione a altro disordine preesistente. Probabilmente è ancora una volta la contesa di chi, a ogni livello, cerchi di stabilire a chi tocchi fare la lepre e a chi il cane con l’intento di salire al centro del podio.Questa volta sarà ancora più difficile delle precedenti. Sono in corso due guerre e altre sono sul punto di innescarsi.Nel frattempo dappertutto sta per essere appeso il cartello “chiuso per ferie”. Quello in Italia è tra i più vistosi.