Riproponiamo il testo di Andrea De Tommasi della Redazione ASviS, il cui Comitato scientifico è presieduto dal professore Enrico Giovannini, pubblicato sul sito ASviS il 14 dicembre 2024.
Al Cnel la presentazione del Rapporto sulla sostenibilità di Regioni, Province e Città: politiche climatiche, rigenerazione urbana e supporto alle aree interne per ridurre i divari. Ma servono coordinamento interistituzionale e più capacità di spesa
Senza una gestione sostenibile dei territori, l’Italia rischia di rimanere indietro. Nonostante alcune buone pratiche e segnali positivi – come l’impegno dei corpi intermedi e la crescente consapevolezza dei cittadini – Regioni, Province, Città metropolitane, aree urbane e Comuni soffrono di ritardi su più fronti, dal rischio idrogeologico al consumo di suolo. Questi i temi affrontati nell’evento di presentazione del Rapporto ASviS 2024 “I Territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile: alle radici della sostenibilità (https://asvis.it/rapporto-
La pubblicazione mappa l’avanzamento di Regioni, Province e città metropolitane verso l’Agenda 2030. Male su povertà, acqua e qualità degli ecosistemi terrestri. Bene istruzione ed economia circolare. Le proposte per invertire il trend.
Renato Brunetta, presidente del Cnel, ha aperto i lavori evidenziando la sinergia tra il Cnel e l’ASviS, che potrebbe ampliarsi attraverso un’azione congiunta tesa a due obiettivi: “rafforzare il monitoraggio degli Obiettivi dell’Agenda 2030 e garantire una cabina di regia, una sorta di coordinamento tra livello centrale e livelli territoriali, a fronte di un’inevitabile oscillazione tra queste diverse dimensioni e nel quadro di un crescente dinamismo delle Regioni”. Ha inoltre sottolineato che “molti dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile passano dai corpi intermedi. Lo Stato non basta, serve la società civile”, per concludere che in futuro il Cnel potrebbe aprirsi anche alle fondazioni bancarie e alle camere di commercio.
Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, ha posto l’accento sulla valenza del Rapporto Territori per connettere meglio le diverse scale operative, dal livello nazionale a quello globale, ed evitare ricadute localistiche. “O affrontiamo con determinazione e visione strategica l’assetto del Paese, dal punto di vista idrogeologico e della cura del territorio, o continueremo a rincorrere emergenze, senza riuscire a determinare gli strumenti efficaci per mettere a punto gli ecosistemi”, ha proseguito, identificando quattro priorità: politiche climatiche nelle città, rigenerazione urbana e politiche abitative, sostegno alle aree interne, e convergenza interistituzionale.
Walter Vitali, Urban@it e co-coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili”, ha mostrato il quadro nazionale: tra i 14 Goal analizzati, solo l’economia circolare (Goal 12) ha registrato un miglioramento, mentre arretramenti significativi sono stati riscontrati su povertà, acqua, ecosistema terrestre, giustizia e istituzioni. Il risultato è che solo nel 19% dei casi si può raggiungere l’obiettivo stabilito. Sul fronte delle politiche, Vitali ha evidenziato le carenze del Paese nella capacità di spesa, citando gli oltre 75 miliardi di euro dell’Accordo di partenariato 2021-2027 con l’Unione europea e le risorse del Pnrr non pienamente utilizzate.
Manlio Calzaroni, responsabile dell’Area ricerca dell’ASviS, è entrato nel dettaglio degli andamenti territoriali: “La famosa dicotomia Nord-Sud non è presente: in ogni area si registra un peggioramento su cinque Goal, con miglioramenti solo in uno. La tradizionale divisione si vede, invece, nei i livelli raggiunti dai singoli territori, rispetto a quello medio nazionale. Per quanto riguarda le Province, ci sono situazioni significativamente diverse all’interno di una stessa Regione”. Poi, sugli obiettivi quantitativi: “Sedici regioni potrebbero raggiungere l’obiettivo di ridurre entro il 2030 sotto la quota del 9% l’abbandono scolastico. Nessuna Regione, invece, è in grado di raggiungere l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo entro il 2030, e di ridurre del 40% la durata dei procedimenti. Solo una Regione su 21 potrà raggiungere il 3% di Pil dedicato a ricerca e sviluppo. Dobbiamo cambiare passo e il ruolo dei corpi intermedi è quello di incalzare e aiutare i decisori politici per fare di più”.
Silvia Brini, Ispra e co-coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11, ha descritto i rischi affrontati quest’anno sul territorio, partendo dalla “forte vulnerabilità dovuta alla diffusa presenza di edifici privi delle caratteristiche anti-sismiche. Sul rischio vulcanico, le novità riguardano l’attività eruttiva di Stromboli. Ci sono stabilimenti pericolosi in zona sismica 1 e a rischio idrogeologico 4. Sul rischio idrogeologico, osserviamo che il 28% degli eventi franosi sono molto rapidi e caratterizzati da una elevata distruttività. Riguardo alla siccità, la percentuale del territorio italiano soggetto a siccità estrema è in aumento”.
Durante il panel “L’Agenda 2030, il Patto per il Futuro e la sostenibilità dei territori”, Roberto Basso, direttore External affairs and sustainability di Wind Tre, ha sottolineato come le reti dell’azienda coprano il 98% della popolazione, ha illustrato l’iniziativa “Borghi connessi” e il lavoro sulle smart cities, oltre a quello sulle aree interne per i servizi digitali. Ha inoltre evidenziato la vivacità di comunità e amministratori locali, sottolineando però la necessità di colmare il divario di risorse e competenze sui territori.
Andrea Prete, presidente di Unioncamere, ha ricordato l’impegno dell’ente nel supportare le imprese nella transizione verde e digitale, anche grazie alla sinergia con Fondazione Symbola, quello sulla parità di genere e sulle comunità energetiche rinnovabili, auspicando una sburocratizzazione per accelerarne lo sviluppo.
Juan Lopez, responsabile del Servizio analisi economica e statistiche creditizie di Federcasse, ha affermato che la transizione non è solo un costo, ma anche un’opportunità. Ha aggiunto che le persone sono consapevoli della crisi climatica, ma non sono disposte a pagare più tasse, e in questo senso gli istituti bancari possono rivelarsi fattori abilitanti, soprattutto nei territori più ai margini.
È stata poi la volta di due neo governatori. Marco Bucci, presidente della Regione Liguria, è partito dalle infrastrutture: “Vogliamo che la Liguria diventi la Regione più importante del Mediterraneo, la porta d’ingresso per il Sud dell’Europa. Tutto questo deve avvenire senza consumo di suolo e nel rispetto dell’ambiente, sfruttando energie pulite come eolico, solare e idroelettrico. Abbiamo progetti specifici in questa direzione. L’ASviS ha sempre collaborato con noi, siamo allineati, condividiamo la stessa visione di futuro”.
In collegamento video da Assisi, Stefania Proietti, presidente dell’Umbria, ha parlato del cammino come esempio di buona pratica di sostenibilità, auspicando un intervento normativo per regolamentare questa forma di accoglienza: “L’esperienza è biunivoca: chi vive l’esperienza del cammino diventa cittadino delle città e può scegliere di viverci; chi accoglie, invece, sperimenta l’esperienza del dono”.
Al centro del Rapporto presentato quest’anno ci sono 30 buone pratiche ispirate all’Agenda 2030. Samir de Chadarevian, responsabile delle buone pratiche del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11, ha sottolineato il successo della campagna lanciata dall’ASviS nel 2024, che ha visto la partecipazione di 127 progetti, il doppio rispetto ai 64 arrivati del 2023. Il 93% delle buone pratiche mette il Goal 17 al centro, seguito dal Goal 11, dedicato alle città sostenibili, e il Goal 13, sul cambiamento climatico.
Daniela Avanzato ha raccontato l’impegno della Fondazione comunitaria di Agrigento e Trapani, che ha promosso oltre 30 progetti in 35 Comuni siciliani, e l’iniziativa “Trap” per combattere la povertà educativa minorile. Dal Comune di Piacenza, Francesco Brianzi, assessore alle Politiche giovanili, università e ricerca, con delega all’attuazione dell’Agenda 2030, ha presentato i progetti “PC! L’Arte urbana unisce Piacenza”, dedicato alla street art, e “Giovane città futura”, a sostegno delle associazioni giovanili. Francesca Baldereschi, responsabile nazionale di Slow food travel, ha messo in luce l’importanza di valorizzare il cibo come strumento per raccontare il territorio, sostenere le comunità e promuovere comportamenti responsabili.
Di respiro europeo l’intervento di Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, che ha analizzato le tensioni politiche nell’Ue legate alla transizione energetica: “Una parte dei produttori, consapevoli del rischio di uscire dal mercato, si è impegnata in attività di lobbying. Ma dobbiamo credere a Unioncamere, Istat e Sace, secondo cui investire in questa direzione porta benefici, o a chi, senza numeri, dice l’opposto?”. Giovannini ha poi citato la decisione della Cina di obbligare le imprese quotate a seguire gli standard europei di rendicontazione: “Questo fatto, poco discusso, smentisce l’idea che l’Europa conta poco o è solo burocrazia”. Infine, ha sottolineato l’importanza della prossima programmazione finanziaria dell’Unione europea, che includerà sia i fondi di coesione che il bilancio complessivo: “L’Italia sarà pronta ad aprirsi o rimarrà indietro? Questo sarà uno degli aspetti decisivi”.
Giovannini ha poi dialogato con Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, che ha evidenziato la necessità di agire sui divari territoriali e di investire nella formazione del personale pubblico, considerando il ricambio intergenerazionale in atto nella Pa. Per superare le criticità strutturali sulla sostenibilità, “non possiamo agire in maniera settoriale, gli interventi devono andare oltre il mandato di un sindaco”, ha proseguito, citando la carenza di spesa corrente per garantire servizi essenziali gli asili nido. Manfredi ha concluso evidenziando la necessità di efficaci politiche di coordinamento sulle politiche urbane, auspicando la riattivazione del Comitato interministeriale.
A chiudere l’incontro è stata Marcella Mallen, presidente dell’ASviS, che ha richiamato due elementi positivi nel quadro “abbastanza desolante” delineato dal Rapporto: “È cresciuta la domanda di sviluppo sostenibile nell’opinione pubblica, è maturata una nuova consapevolezza sull’urgenza di contrastare le conseguenze del cambiamento climatico. Inoltre, le buone pratiche maturate sui territori alimentano la speranza di ridurre i divari. Il nostro auspicio è che governo, Regioni, Province e città Metropolitane possano trarre da questo Rapporto una base unica di informazioni e dati per sviluppare processi di sostenibilità”.
Il Rapporto Territori 2024
https://asvis.it/rapporto-
La sintesi del Rapporto
https://www.youtube.com/watch?