Notizie dal mondo ASviS, se il prezzo della benzina può ostacolare la mobilità sostenibile

(Imagoeconomica)

Si riporta di seguito il testo integrale dell’articolo a firma di Ivan Manzo presente sul sito ASviS del 7/3/24 [VIDEO

Secondo uno studio pubblicato su Nature l’aumento del prezzo della benzina scoraggia le persone a sostenere misure legate all’eliminazione delle auto a combustione. La cosa non incide, invece, su altre politiche verdi.

Sorpresa: con l’aumento del costo della benzina non aumenta il sostegno alla mobilità sostenibile. Anzi, secondo lo studio “Examining the effects of gasoline prices on public support for climate policies” pubblicato su Nature energy il 24 gennaio, il rincaro del carburante genera nell’utente un senso di sfiducia su ciò che concerne le politiche che intendono decarbonizzare il settore dei trasporti per renderlo meno impattante sul clima e sulla nostra salute.

“Quando i prezzi della benzina sono alti, le persone tendono a preoccuparsi dell’economia e dell’impatto sul loro bilancio, soprattutto se il loro principale mezzo di trasporto è un’auto a benzina”, ha affermato Ireri Hernandez Carballo, prima autrice dello studio e  ricercatrice del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), “In tempi di incertezza economica, è difficile per coloro che dipendono dalle auto a benzina accettare che il proprio veicolo possa diventare inutilizzabile in futuro”.

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Quali connessioni tra prezzi della benzina e politiche climatiche?

La scelta dello studio condotto in Italia e negli Stati Uniti di concentrarsi sui prezzi della benzina non è casuale. Questi prezzi infatti, essendo visibili e tangibili, rappresentano una delle principali sfide quotidiane percepite dai cittadini. E le persone possono svolgere un ruolo determinante nel richiedere l’implementazione di politiche di riduzione delle emissioni di gas serra ai governi di turno.

I risultati dello studio rivelano un quadro interessante: quando i prezzi della benzina aumentano, il sostegno all’eliminazione graduale dei veicoli endotermici diminuisce, soprattutto tra coloro che fanno dell’auto il mezzo di trasporto principale. Una tendenza più marcata tra gli individui a basso reddito e tra quelli con orientamenti politici liberali, i quali solitamente sono più propensi a sostenere politiche ambientali ambiziose.

“Prezzi più alti della benzina aumentano i costi dell’uso dei veicoli a motore a combustione e ci si potrebbe quindi aspettare che le preferenze per questo tipo di veicolo diminuiscano, aumentando il sostegno alla loro progressiva eliminazione. Tuttavia, prezzi più alti della benzina diminuiscono anche il potere d’acquisto degli individui, il che potrebbe temporaneamente rendere meno attraente la progressiva eliminazione dei veicoli a motore a combustione, a causa dei grandi costi di passaggio”, spiega lo studio.


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Al contrario di quanto si possa pensare, dallo studio non emergono però altre correlazioni significative tra il prezzo della benzina e il sostegno ad altre politiche climatiche, come il finanziamento delle energie rinnovabili o la regolamentazione delle emissioni di CO2. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che la diminuzione del sostegno all’ambiente in risposta all’aumento del prezzo del carburante non è tanto legata a una minore preoccupazione per l’ecologia, bensì a crescenti preoccupazioni economiche e di approvvigionamento energetico.

In sostanza, all’aumentare del prezzo della benzina crescono le preoccupazioni sulla propria situazione economica. Le persone potrebbero quindi percepire come ingiuste alcune misure di salvaguardia ambientale, e un esempio è dato dall’opposizione alla tassazione del carbonio che si è avuta in Francia con il movimento dei gilet gialli. Un contesto in cui non è stato spiegato in modo chiaro il perché della misura, né sono stati illustrati i benefici economici e sociali per la popolazione.

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