Si riporta di seguito il testo integrale di Monica Sozzi della Redazione ASviS – Comitato Scientifico diretto dal prof. Enrico Giovannini – apparso sul sito ASviS di giovedì 12 settembre 2024
L’impennata dei reati ambientali ai danni delle coste e del mare italiano è uno degli aspetti più allarmanti nel panorama delle emergenze ambientali del nostro Paese. Questa escalation, oltre a rappresentare una seria minaccia per l’ecosistema marino e costiero, è un forte ostacolo anche allo sviluppo economico e sociale delle comunità che vivono e operano lungo le coste italiane.
Il concetto di “mare violato” rappresenta l’insieme di reati e aggressioni contro le coste e il mare italiani. Nel 2023 sono stati accertati 22.956 illeciti penali, con una crescita del 29,7% rispetto al 2022, traducendosi in 8,4 reati per km di costa, cioè uno ogni 119 metri. Un incremento di reati, denunce e sequestri, nonostante il calo dei controlli (-8,4%). Le Regioni del Sud Italia, in particolare quelle a tradizionale presenza mafiosa, risultano le più colpite.
Il dossier “Mare Monstrum 2024“, pubblicato il 4 settembre da Legambiente, attraverso l’Osservatorio nazionale ambiente e legalità, offre una panoramica dettagliata e aggiornata sulle principali aggressioni ambientali al patrimonio costiero italiano, evidenziando reati legati all’abusivismo edilizio, l’inquinamento del mare e la pesca illegale.
I principali reati ambientali nel 2023
Il documento descrive i reati più rilevanti dello scorso anno:
- il ciclo illegale del cemento. Rappresenta il 45% del totale dei reati, con oltre 10.257 reati nel 2023 (+11,1% rispetto al 2022), ed è il reato più diffuso. Colpisce soprattutto le Regioni del Sud e le aree costiere. Le costruzioni abusive distruggono il paesaggio e concorrono anche a ulteriori danni ambientali, come gli scarichi illegali in mare;
- l’inquinamento del mare e i rifiuti. Il mare italiano soffre per l’inquinamento derivante dall’abbandono di rifiuti e dagli scarichi illegali. Nel 2023 sono stati registrati 6.372 reati legati a questa problematica, con un incremento del 59,3%. Tra le Regioni più colpite spiccano Campania, Puglia e Calabria;
- la pesca illegale. La pratica continua a essere una minaccia per la biodiversità marina. Nel 2023 sono stati rilevati 4.268 illeciti penali, con un aumento dell’11,3%. Le Regioni a maggiore insediamento mafioso risultano essere le più colpite;
- la violazione del Codice della navigazione. Le violazioni relative alla nautica da diporto sono cresciute in modo esponenziale, con un +230% rispetto al 2022, registrando 2.059 illeciti penali. Anche le aree marine protette non sono state risparmiate da questo tipo di infrazioni.
“Il ciclo illegale del cemento rappresenta la quota più significativa dei reati ambientali analizzati anche in questa edizione di Mare Monstrum, a causa, principalmente, della miriade di abusi edilizi che continuano a sfregiare l’Italia. Un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, che colpisce principalmente il Sud, in particolare le Regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese e su cui bisogna intervenire con una mano decisa e con abbattimenti non più rimandabili. L’abusivismo edilizio lungo le coste, inoltre, fa da moltiplicatore dei fenomeni d’inquinamento, a causa degli scarichi diretti in mare degli immobili costruiti illegalmente.”
Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente |
Le proposte di Legambiente
L’associazione ambientalista ha avanzato 10 proposte concrete per contrastare questi fenomeni.
“Anche quest’anno, con il report Mare mostrum, ribadiamo l’esigenza di rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle Arpa. La nostra associazione, da sempre impegnata in attività di monitoraggio e di volontariato, avanza dieci proposte a Parlamento e Governo per tutelare in maniera più efficace lo straordinario patrimonio ambientale marino del Belpaese. Bisogna potenziare l’attività di demolizione degli immobili abusivi, e non prevedendo nuovi condoni, ammodernare e completare il sistema di fognature e depuratori, potenziare l’economia circolare e prevedere sanzioni più severe per la pesca illegale”.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente
- Demolizione degli edifici abusivi. Ripristinare l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 per consentire ai Prefetti di demolire le costruzioni abusive non abbattute dai Comuni.
- Fondi per la demolizione. Istituire un fondo di 100 milioni di euro l’anno per i Comuni e 50 milioni di euro per le procure e le prefetture per eseguire le sentenze di demolizione.
- Contrasto delle occupazioni abusive. Rafforzare l’azione contro l’occupazione illegale del demanio marittimo, garantendo la legalità e la tutela ambientale.
- Sanzioni per funzionari comunali e aziende. Introdurre sanzioni per i dirigenti comunali che non applicano le leggi sull’abusivismo edilizio e per le aziende che forniscono servizi a edifici illegali.
- Miglioramento dei sistemi fognari. Rafforzare e adeguare i sistemi di depurazione e fognature a livello nazionale per prevenire scarichi illegali.
- Efficienza nella depurazione. Incentivare il riutilizzo delle acque reflue per scopi agricoli e civili, migliorando la normativa e accelerando l’approvazione del Dpr per il riutilizzo delle acque.-
- Gestione dei rifiuti marittimi. Applicare rigorosamente la Direttiva 2019/883 per la raccolta dei rifiuti delle navi e vietare gli scarichi illegali in mare, anche oltre le 12 miglia.
- Prevenzione dell’abbandono di rifiuti. Promuovere politiche attive per prevenire la produzione e la dispersione di rifiuti lungo le coste.-
- Miglioramento dei controlli ambientali. Rafforzare l’efficacia delle Agenzie regionali di protezione ambientale, rendendo operativa la riforma del Sistema nazionale di protezione ambientale.
- Contrasto alla pesca illegale. Aumentare le sanzioni e migliorare le normative contro la pesca illegale per proteggere gli ecosistemi marini e le specie a rischio.