Non sono assassini, ma neppure eroi

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Non ce ne vergogniamo, ma non abbiamo nemmeno motivo di andarne fieri. Sono sotto processo, accusati di omicidio. Forse vittime di incidente o malinteso. Speriamo che riescano a provare la propria innocenza. Ma non hanno alcun titolo per partecipare alla parata militare, né, tanto meno, da protagonisti. Male hanno fatto i ministri degli Esteri e della Difesa – pur di apparire in TV – di accoglierli a Ciampino. Non sono stati ancora assolti. Né c’è motivo di temere anche lì un complotto di toghe rosse. Da un po’ di tempo, purtroppo, siamo abituati ad adeguare la giustizia ai nostri interessi personali. Gli eroi possono essere di destra e i colpevoli di sinistra. O viceversa. Ma finché le sentenze non verranno riconosciute e accettate, seppure l’errore sia nella natura umana, non ci è consentito fare politica.

Anche la società è diventata impotente

Non so se, come afferma qualcuno, non fermarsi a una richiesta d’aiuto, di notte, dalle parti della Magliana, possa considerarsi reato. Numerosi sono pure i moralisti che biasimano e deplorano il comportamento di chi in auto ha proseguito per la propria strada, mentre Sara bruciava. Se vivessimo in tempi normali, costoro sarebbero davvero criminali senza coscienza. Ma c’è da scommettere che, neppure uno dei tanti che accusano di complicità chi non si è intromesso, avrebbe rischiato di prestare soccorso. È questa la società che abbiamo creato e non possiamo lamentarcene, né accusare altri. Avere paura è legittimo quando imperano l’egoismo e l’interesse personale. Violenza e crudeltà sono conseguenza naturale. In questo lerciume di cui siamo tutti responsabili, ieri è capitata a Sara una morte atroce. Domani sarà la volta di un’altra innocente. Perché il fallo, un tempo arma potente, è solo un peso inutile. Oggi è spesso segno di impotenza.

 

Ci stiamo evolvendo nella corruzione

A Marsala, come in tante località costiere, villeggiano profughi scampati alla violenza tribale e alle fauci del Mediterraneo. Sono belli, alti, ben fatti, atletici, educati, simpatici e nerissimi. Non si raccontano episodi spiacevoli con la cittadinanza, nonostante l’ozio cui sono costretti. Ci costano 35 euro al giorno ciascuno. In realtà, non ne consumano più di 8/10 per vitto, alloggio e il modesto abbigliamento. Tutto il resto viene diviso tra gli sfruttatori della triste situazione. Ci sono evidenti complicità, facilmente individuabili. Ma non vengono colpite. Anzi, incrementate. Così, si approfitta delle crisi umanitarie. Ma la gente guarda male gli innocenti, destinati a bighellonare, loro malgrado,. Perché manca una legge che consenta l’educazione al lavoro. Né una che freni la corruzione.

 

Hofer aveva fatto il pieno di voti

Lo davano tutti per presidente. Si era illuso, come la Le Pen alle regionali dello scorso anno. Rassegnato Van der Bellen che aveva raccolto pochi consensi. Ormai si è estesa a tutto il continente la moda di protestare scegliendo estremisti, che vogliono distruggere l’Europa, uscire dall’Euro, ergere muri per impedire l’ingresso ai profughi e anche minare la pace. Come di solito, qualcuno era già pronto a raggiungere Vienna per festeggiare il successo dello xenofobo. Ma la parte migliore dell’Austria ha reagito e difeso la libertà. Così, quelli che al primo turno non avevano votato, al ballottaggio si sono precipitati alle urne per bloccare l’ultranazionalista. Alla fine ha vinto il candidato socialdemocratico ed europeista. Va bene protestare, ma non al punto da evirarsi. Sono esemplari le scelte dei popoli civili, come i francesi l’anno scorso. Da noi, invece, prevalgono rabbia e rancore. Al secondo turno Fassina non voterà per la causa, ma contro la logica. Protesta anche lui, anziché proteggere i suoi elettori. Con i suoi pochi seguaci, sceglie la mediocrità. Anche i romani, per protesta, voteranno per la neofita grillina. Non perché la ritengano il sindaco più adeguato per risolvere gli annosi problemi. Ma per potersi, poi, lamentare che la città è amministrata male. Speriamo che gli austriaci insegnino.

 

Pavidi di fronte a un’evidente disonestà

Dieci arresti e altri indagati per due partite truccate di serie B lo scorso anno. Nel frattempo, chissà quante altre ce ne sono state, di cui sentiremo parlare tra un paio d’anni. Il raggiro salta subito agli occhi degli sportivi quando il risultato è esageratamente anomalo. Gli esiti sballati sono verosimili, ma il 4 a 0 (non uno a zero) tra l’ultima in classifica, già retrocessa in Lega Pro, e un’aspirante ai play off è sorprendente e pressoché impossibile. Ma nessun esperto si scandalizza né si intromette – la palla è rotonda, è la giustificazione – e neppure solleva l’ipotesi che il risultato sia stato manipolato, nonostante la legittimità del sospetto. Neppure “il banco”, che è il più danneggiato dalla scommessa truccata, protesta. Teme che l’agenzia, poi, vada a fuoco. Finalmente, alle calende greche, intervengono carabinieri e magistratura. Ma se a delinquere è persino una categoria privilegiata, come quella dei calciatori, come può l’Italia sperare di combattere la corruzione?

 

Perché sprecare tanto denaro?

Daniel Craig ha rifiutato un’offerta di 68 milioni di dollari per interpretare altri due film dell’antica serie di 007. Cifre da capogiro. 34 milioni a film sono un tentativo di corruzione, non un compenso. L’attore inglese non vuole legare la propria immagine a James Bond e neppure a una sanguisuga. Questo gli fa onore. Infatti, ha respinto l’offerta, non solo perché non interessato al ruolo, ma ritenendo immorale una tale spropositata retribuzione. Tanto più che, essendo ambasciatore ONU, è sensibile alle crisi umanitarie, come quella in cui si dibatte la società occidentale in cui tanta gente vive al di sotto della soglia di povertà. Ci sono paesi in cui gli artisti sono sensibili ai problemi umani e sociali. C’è chi si batte per l’abolizione della pena di morte, chi per l’infanzia abbandonata, chi contro la fame nel mondo, chi per i diritti della donna. Adesso in molti difendono l’emigrazione e i profughi. Restituiscono, così, alla società il privilegio che la loro attività gli procura. I produttori, invece, seppelliscono, come sempre, gli ideali sotto mucchi di dollari. La reazione di Craig li ha fatti risparmiare, perché agli spettatori non serve ulteriore violenza. Gli basta quella cui assistono ogni giorno nella vita pratica.

 

Le mie riflessioni sono al di sopra delle ideologie e dei partiti. Se ti piacciono, divulgale, trasmettendole ai tuoi amici. Se, invece, non ti interessano o addirittura ti disturbano, non avere l’imbarazzo di farmelo sapere francamente con una email di risposta.

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o la borsa o la vita

Un caro saluto, Roberto Tumbarello