Non sarà il populismo a uccidere il sogno Ue

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Esiste uno spazio, un territorio nel quale identificare una realtà europea? Questo spazio esisteva già prima che l’Europa acquistasse la sua denominazione ed esso si è definitivamente configurato solo dopo vicende storico-culturali che hanno determinato la sua identificazione. Questa identificazione di uno spazio chiamato Europa, ha consentito di costruire quelli istituzioni europee unitarie che oggi si identificano con l’UE, con il contemporaneo processo di allargamento agli Stati ed ai popoli dell’Est, del Nord e del Sud e, quindi, a tracciare al di la di divisioni ideologiche, oggi tramontate, quel processo di unificazione e di integrazione che ha dato luogo all’Unione Europea. Va a questo punto aggiunto che l’Europa oggi si configura come il confluire di due culture inerenti alla tradizione cristiana e cioè il Cristianesimo d’Occidente e quello di Oriente, che, hanno contribuito alla costruzione di storie per certi aspetti diverse, ma confluenti nello spirito religioso cristiano, che può, quindi, definirsi come l’elemento costituente dell’unità europea. Anche quando Roma e Bisanzio si separeranno, il Cristianesimo rimarrà elemento unificante, sia per i comuni riferimenti ai Vangeli, sia per la comune contrapposizione all’Islam. Sarà, anzi, proprio quest’ultima, assieme ai confini naturali, a tracciare la divisione tra Europa, Medio Oriente e Africa e saranno poi le vittorie e le sconfitte scaturite dalle Crociate a collegare sempre più l’Europa con il Cristianesimo. Quello che certamente invece divide gli europei, assieme alle diversità nazionali e alle diversità di lingue, è la storia di ciascun popolo; da qui la condizione di sostanziale divisione, che ha dato luogo nei secoli a lotte e guerre fratricide e che è stata nel secolo scorso superata con la costituzione dell’UE, prima MEC (Mercato Comune Europeo), poi la CEE (Comunità Economica Europea) ed infine con l’attuale UE (Unione Europea), ritrovando nell’umanesimo, come cultura di riferimento comune quei valori che hanno rideterminato una comune identità. Questi valori, consistono principalmente nel rispetto della vita, dei diritti fondamentali e della solidarietà, ed essi hanno dato luogo alla nascita di una vera e propria “identità europea”, che è alla base del processo di unificazione. Il Cristianesimo rimarrà l’elemento culturale di riferimento anche dopo la riforma protestante, pur determinandosi una rottura tra la Chiesa di Roma e quella Anglicana; mentre proprio dall’affrancarsi dell’uomo dalla tutela della religione, nasce lo Stato moderno laico e concepito come il trionfo della libertà e della ragione contrapposte all’autorità papale e alla fede religiosa. A questa Europa così concepita si sono contrapposte nel secolo scorso il nazismo e il fascismo, che nell’unità europea hanno visto il frutto di conquiste armate con cui affermare l’egemonia di un popolo e di una razza e, quindi, una unità tra i popoli europei, ma asserviti e sottoposti ad un unico conquistatore. Sarà proprio dalla tragica esperienza della guerra che a partire dal 1957 nasce l’idea di una Europa comune, basata sui valori che abbiamo indicato e che hanno ispirato sia le norme dei Trattati, che l’organizzazione delle istituzioni europee e sono questi valori unificanti che rappresentano il vero antidoto al riproporsi degli odi e delle guerre, che hanno garantito e garantiranno quella “pax” tra i popoli del continente che caratterizza la loro storia attuale. L’integrazione conseguita è oggi messa in discussione dai populismi e dai nazionalismi rifiorenti in vari paesi, ma seppure indebolita, resta la grande scommessa per il futuro degli europei senza guerre e stragi conseguenti tra loro.