Non omnis moriar, quante attestazioni di stima che il Cavaliere sta ricevendo dopo la morte

Il compianto patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio con Mark Zuckerberg fondatore di Facebook (Imagoeconomica)

Non voglia sembrare irriguardoso, volendo al contrario essere espressione di un sincero compiacimento per le attestazioni di stima che il Cavaliere sta ricevendo dopo la morte, ma manifestazioni di affetto di portata paragonabile a esse, finora si erano viste solo in Korea. Con una differenza più che abissale: in quel paese sono imposte, nella galassia Luxottica escono spontanee e, soprattutto sentite. Sarà così che giovedì osserveranno un giorno di lutto e quindi di chiusura tutti le “sue” attività sparse nel mondo. Di conseguenza varrà per Lui certamente il “non omnis moriar” e, ancor più, qualcosa conservata per tradizione orale nei campi. Alcuni braccianti, ritiratisi al fresco nelle ore più calde, hanno commentato l’evento attoniti. Uno di loro ha detto che è questo il caso di dire che l’Illustre Scomparso è stato un Uomo con la U maiuscola e, in quanto tale, sarà ricordato da chiunque ne avesse avuto notizie, sebbene vaghe, anche venti anni dopo la sua uscita di scena. Un altro componente di quella squadra si è affrettato a corroborare il concetto, dicendo che, nel caso in specie, lo stesso sarebbe accaduto dopo mezzo secolo. Nessuno dei presenti ha mosso obiezioni. Va rilevato che già ora si ha piena consapevolezza di quanto mancherà un Italiano del genere, non solo ai tanti nel mondo che erano in rapporti di ogni tipo con lui, quanto all’intero Paese. Come stride il comportamento dei tanti omuncoli, sì, proprio simili a quelli partoriti dalla fantasia di Goethe, che a vario titolo siedono ai posti di comando del Paese! E come non restare avviliti nel constatare che il Premier Draghi, riconosciuto deus ex machina, seppure sotto forma di ombra e mai di eminenza grigia, di tutto quanto di positivo si sta concretando sullo scacchiere occidentale del mondo, sia trattato con sufficienza, se va tutto bene, da una parte della maggioranza del suo governo, per non dire dell’opposizione. Non voglia sembrare una ripetizione fuori luogo, ma quando il Professore non sarà a quel posto, per qualsiasi motivo e con l’augurio che ciò avvenga quanto più in là sarà possibile, non solo gli italiani, ma chiunque avrà avuto modo di interloquire con lui, proverà sensazioni sgradevoli, nella maggior parte dei casi già provate. Precisamente si troverà nella condizioni di chi dovesse ammalarsi e solo allora cominci a apprezzare l’importanza di star bene.
La condotta dei Proci di scolastica memoria appare come una versione antesignana di quella che gli attuali loro emuli, per non far nomi Conte, Meloni ( facile la battuta, per sdrammatizzare: è il suo tempo ) e le tante altre comparse del mondo politico italiano, anche in trasferta a Bruxelles, stanno tenendo. È bene a tal punto fare lo stato dell’arte che quegli uomini di mondo, nel senso più autentico dell’espressione, stanno concretando in più località europee, che non sono castelli di sabbia balneari. Anche perché sia il G7 che la riunione della Nato sono stati organizzati lontano dai flutti. Il primo nelle Alpi Bavaresi, in un castello. Nota colorata, ovvero quando la realtà supera la fantasia: il film di Roberto Andò, Le confessioni, trattava di una riunione decisamente riservata di personaggi non molto diversi dai veri protagonisti di quella sessione appena conclusa, in una località isolata, questa volta rivierasca. Certamente aiutati a ragionare a mente fredda dal fresco del luogo, i partecipanti hanno ottenuto buona parte dei risultati che si erano prefissi o, quanto meno, ne hanno formulato le premesse concrete. La più importante e credibile sia stata la decisione di stabilire un tetto massimo al prezzo che i paesi della Eu non dovranno superare nel pagamento del gas a Mosca. Letta tra le righe, questa proposizione significa la volontà unanime di stare alla larga da ogni dipendenza dalla Russia, ora come allora. Totò avrebbe aggiunto: “E scusate se è poco !”. L’altro risultato importante, soprattutto per la stabilità della pace non solo nel bacino mediterraneo dell’Europa, quanto anche al suo estremo Nord, è stato, a Madrid, la rinascita della Nato. Il gioco di parole vuole servire come risposta a chi dava a quella espressione del Patto Atlantico la qualifica di struttura superata e obsoleta, fino a non più tardi di qualche mese fa. Superato il veto del Presidente turco Erdogan, sono entrate a far parte a pieno titolo di quell’ente la Finlandia e la Svezia, due paesi che da tempi remoti finora avevano avuto un atteggiamento decisamente neutrale. Nel frattempo il segretario generale dello stesso, Stoltenberg, ha dichiarato che a stretto giro inizierà un programma di rafforzamento della presenza della Nato sia in Italia che in Germania.
Il concetto di fare squadra, caro al Professor Draghi, esteso a tutto tondo, è stato recepito e accettato dai suoi omologhi, Biden in testa.
Questi, al termine del G7, ha dichiarato che l’America è fermamente intenzionata a rafforzare il suo legame con l’Europa. Solo per la cronaca, nel villaggio è opinione comune che, se si vuole ascoltare una messa come Dio comanda…, è necessario recarsi in una chiesa grande. C’è da crederci, seppure con la prudenza che il caso richiede.