Nobel per la Letteratura 2024 a Han Kang, narratrice di storie di vita estrema

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La scrittrice sudcoreana Han Kang, 53 anni, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2024, è considerata un’autrice estremamente coraggiosa, che ha deciso di fare dell’esplorazione della violenza, individuale e collettiva, il soggetto della propria arte, narrando storie di vita estrema. E’ stata premiata dall’Accademia Reale Svedese, 18esima donna a vincere il Nobel letterario, «per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana». Secondo Anders Olsson, presidente del Comitato per il Nobel, «nella sua opera Han Kang affronta i traumi storici e le regole invisibili e, in ogni sua opera, espone la fragilità della vita umana. Ha una consapevolezza unica delle connessioni tra corpo e anima, tra vivi e morti, e con il suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice della prosa contemporanea». Nata a Gwangju, in Corea del Sud, il 27 novembre 1970, figlia dello scrittore Han Seungwon, ha vinto il Yi Sang Literary Award come il padre. In Italia i suoi romanzi sono pubblicati da Adelphi. Tra i suoi libri «La vegetariana», vincitore del Man International Booker Prize nel 2016, «Atti umani» (2017), «Convalescenza» (2019) e «L’ora di greco» (2023). Tra gli altri riconoscimenti ricevuti, spicca il Premio Malaparte che è stato consegnato a Kang il 1° ottobre 2017 a Capri, dove aveva presentato «Atti umani», allora in uscita in traduzione italiana, con la giuria presieduta da Raffaele La Capria. Ispirato a un episodio di rivolta urbana realmente avvenuto nella Corea del Sud nel maggio 1980, «Atti umani» è un lungo dialogo tra i vivi ei morti su una carneficina mai veramente narrata in Occidente. La scrittrice sudcoreana è salita alla ribalta mondiale nel 2016 quando, contro ogni pronostico, vinse il Man Booker International Prize, prestigioso premio riservato ai pubblicati in lingua inglese, battendo in finale «La storia della bambina perduta» di Elena Ferrante e «La stranezza che ho nella testa» del premio Nobel turco Orhan Pamuk: per la giuria, «La vegetariana» presenta «una sbalorditiva miscela di orrore e bellezza». Dal suo romanzo è stato tratto l’omonimo film sudcoreano del 2009 diretto da Lim Woo-seong e presentato nel 2010 al Sundance Film Festival.