No a chiusura uffici postali, a Napoli manifestano anche i sindaci

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“No alla privatizzazione di Poste, allontaniamo le minacce dal nostro futuro”. Con questo slogan, migliaia di lavoratori delle Poste sono scesi in piazza oggi a Napoli per lo sciopero nazionale di categoria proclamato dalle segreterie nazionali di Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni e Ugl Comunicazioni. Il corteo, partito da piazza Mancini per raggiungere piazza Matteotti, ha messo insieme le varie ‘anime’ dell’azienda, dagli addetti over 40 fino ai giovani assunti negli ultimi anni con le nuove forme contrattuali previste dalla legge. Alla manifestazione hanno preso parte anche alcuni sindaci di città campane che stanno registrando disagi per le chiusure degli uffici postali (a giorni alterni o in alcuni giorni al mese) in centri già penalizzati da altre scelte delle istituzioni, e che contestano, come ricorda il sindacato, “lo scellerato progetto dell’organizzazione del recapito della corrispondenza a giorni alterni, decisione assunta senza una preventiva e democratica consultazione con i rappresentanti delle realtà locali”. Sono oltre un migliaio i posti a rischio in Campania, a giudizio del sindacato, “conseguenze di scelte unilaterali assunte dal management di Poste, preoccupato solo di centrare obiettivi personali e procacciarsi bonus di migliaia di euro”. I sindacati chiedono ai rappresentanti del governo regionale di “approfondire i termini della vertenza e di impedire la dismissione del servizio di recapito in Campania. Il management di Poste intende proseguire nel disegno di chiusura o ridimensionamento degli uffici postali mentre ha già messo in atto il nefando piano di recapito a giorni alterni. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, l’impatto sull’occupazione è rilevante, la qualità del servizio è in progressiva diminuzione, la garanzia del servizio universale viene minata”. “Intendiamo impedire – hanno ribadito dal palco i responsabili sindacali – la ulteriore quotazione in Borsa di Poste Italiane, frenare la riduzione di servizi, mentre l’incentivo ai prepensionamenti sta provocando una carenza di personale con effetti sulla operatività degli uffici postali”.