Nessun accordo, seduta fiume Camera fino a ok finale ad Autonomia

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Roma, 18 giu. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato con 54 voti differenza la seduta fiume sul ddl autonomia che dunque verrà esaminato senza interruzioni fino all’approvazione finale. La richiesta è arrivata dal capogruppo Fdi Tommaso Foti alla ripresa della seduta dopo la conferenza dei capigruppo in cui “non è stato possibile trovare un accordo sull’ordine dei lavori”.

“E’ una forzatura inaccettabile che risponde a logiche politiche, non istituzionali: avete fatto un accordo di scambio, uno sfregio nei confronti delle istituzioni. Che bisogno c’era? Avete i numeri, perché fare queste forzature?. Credo si sia superato il limite. Si alterano i rapporti tra maggioranza e opposizione. È un un errore, uno sfregio della Costituzione, è dittatura della maggioranza”, ha detto Federico Fornaro (Pd) prendendo in aula la parola contro la richiesta di seduta fiume.

“Nessun accordo con chi non rispetta il Parlamento. Vogliono chiudere il patto scellerato con il premierato e, con questa ossessione, la destra impone ritmi forsennati e inutili per chiudere lo Spacca Italia. Seduta fiume sia, hanno deciso loro, non ci sono mediazioni possibili”, ha osservato il vicepresidente di AVS Marco Grimaldi. Contro alla seduta fiume si è espresso anche i gruppi M5s e Azione. “Questa forzatura notturna che ci avete imposto dice la pochezza con la quale state vivendo le istituzioni”, ha sottolineato Elena Bonetti (Az).

“Vergogna, vergogna”, il coro all’indirizzo della maggioranza, con cui i gruppi di opposizione hanno protestato contro la decisione di andare avanti con una seduta fiume sul ddl autonomia sino al voto finale. A dare il ‘La’ alla protesta la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, subito ripresa dal vicepresidente di turno Giorgio Mulè che l’ha richiamata all’ordine: “Vergogna non lo dice nessuno, rispetti la presidenza. Non mi costringa a fare quello che non voglio fare”.

A difesa di Serracchiani è intervenuto Claudio Mancini (Pd): “Lei non può richiamare in maniera intimidatoria i parlamentari, abbiamo grande stima per lei ma non si deve prestare a rappresentare la maggioranza tifosa”.

“La parola intimidatoria non appartiene al mio vocabolario, è inaccettabile. Ho solo richiamato Serracchiani a essere rispettosa dell’aula”, ha replicato Mulè.

Il deputato dem Federico Fornaro ha chiesto di intervenire per sottolineare che “vergogna dopo quello che è successo, è un giudizio politico, non è stato dato un giudizio personale, la scelta di mettere la seduta fiume su un provvedimento già contingentato è una scelta vergognosa”.