Nell’animo umano ci sono sentimenti negativi innati che ancora niente e nessuno è riuscito a eliminare

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in foto un'immagine del film di Stanley Kubrick "2001, Odissea nello spazio"

Quando oggetto di una conversazione sono i comportamenti umani, se essa avviene tra persone adulte con un minimo di istruzione, la conclusione che spesso ne viene fuori è che gli stessi in tanti anni sono rimasti quelli di quando gli uomini primitivi cominciarono a stare insieme. All’ inizio non fu facile e solo quando si accorsero che non sarebbero potuti sopravvivere se non avessero messo un freno alle loro scaramucce: basti pensare che, per rimanere al loro posto, dovevano difendersi uniti e compatti dalle aggressioni delle bestie feroci, perché da soli sarebbero stati certamente prede più facili. La litigiosità non è stata mai eliminata del tutto dal decalogo dei modi di fare, tanto è vero che attraverso i millenni sono rimasti tra i marcatori della specie animale più evoluta. Per avere una visione sintetica di quanto fin qui riportato, può essere utile rivedere l’inizio di un film che è rimasto tra quelli cult del secolo scorso, 2001 Odissea nello spazio, del regista Stanley Kubrick. Le prime scene rappresentano una sintesi pari quasi a un volo acrobatico del percorso dell’uomo dai primordi alla conquista dello spazio. In esse quel che traspare con buona evidenza è che i sentimenti umani, in quel lasso di tempo, sono rimasti gli stessi, qualcuno più degli altri, uno per tutti la crudeltà. Se ne hanno dimostrazioni di ogni genere tutti i giorni e si finisce con il credere che conviverci durerà ancora molto tempo.Intanto in tutte le civiltà si è sviluppato il culto dei morti, praticato nei modi più diversi a ogni latitudine. Restando nel Paese, è arrivato fino al tempo attuale ciò che accadeva nella Roma imperiale, quando presero piede alcune considerazioni. Esse sarebbero dovute rimanere, due di loro in specie, cardini ben fissi degli adempimenti che dovevano accompagnare il passaggio finale del dopo vita. Uno era il “parce sepulto”, l’altro il “de mortuis nihil, nisi bonum”. La prima significa alla lettera “risparmia chi è sepolto”, la seconda ” dei morti ricordare niente altro che gli aspetti positivi”. Ciò premesso ieri è stata un’ altra “giornata del…” che si è andata a aggiungere alle tante già dedicate a diversi argomenti. Per la precisione è legata a tanti modi di comportarsi, partendo dall’ipocrisia, dalla viltà e simili, per arrivare alla codardia, al vilipendio e atteggiamenti ancora peggiori. Quindi i tanti uomini di pensiero che nel corso dei secoli si sono dedicati a approfondire l’argomento, arrivando alla conclusione che lo stesso rimaneva scottante, non stavano sbagliando. Pertanto l’uomo sarebbe stato ancora per molto tempo “homini lupus”. Comprendendo nell’espressione anche le forme di approccio del pensiero di un gruppo al seguito di un capopolo nei confronti di altri simili. Se si fosse voluta ottenere una mappatura del pensiero degli italiani, seppure a grandi linee, senza il funerale di stato celebrato ieri nel Duomo di Milano e l’analisi delle audiences radiotelevisive riscontrate, difficilmente si sarebbe potuta ottenere la mappatura non necessariamente riflettente l’orientamento politico di buona parte degli italiani. Soprattutto il loro grado di civiltà e di obiettività nell’ affrontare fattivamente quell’ evento. È da sottolineare che l’ultimo saluto è stato solo il finale di un triduo che definire somile a un Grand Guignol non è sufficiente. Sono state fatte considerazioni di ogni genere e specie della situazioni oggetto dell’ attenzione. Quelle negative, meglio definirle non umane- una forma di definizione ancora più negativa di disumane -si sono sprecate. Quel che è peggio, la maggior parte delle stesse proveniva da fonti più che inquinate, meglio definirle cloache miasmanti.
Nel villaggio sono soliti commentare con un sorriso tendente alla smorfia: “da che pulpito viene la predica!” È andata così, oramai la politica è già al dopo, quello probabilmente, preparato da tempo e riposto nel frigorifero, al fresco e fuori dalla portata di occhi e orecchie indiscrete. Per non rimanere spiazzati è bene prepararsi a assistere a situazioni del genere di quelle che prendono il via alla lettura dei testamenti di grandi personaggi. Con l’aggiunta che, nel caso in specie, c’è anche un’ eredità politica, definibile unica e difficilmente replicabile.
Quel che complica la situazione è che per quest’ultima non è previsto il beneficio dell’inventario. Sotto a chi tocca allora, senza tentennamenti come si sarebbe comportato il de cuius. Meglio per tutti comunque non desistere.