Nella nuova Europa l’Italia senza Salvini

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Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 16 luglio all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Tutto, fra oggi e giovedì, nelle mani dei 720 eurodeputati recentemente eletti. In rapida successione: incontro di Ursula von der Lajen con i Conservatori e Riformisti (Ecr) capeggiati da Giorgia Meloni; elezione del Presidente del Parlamento (appare sicura la conferma della maltese Roberta Metsola, 45 anni, eletta nel gennaio 2022 dopo la morte dell’italiano David Sassoli); voto sul secondo mandato per Ursula in carica dal dicembre 2019.La responsabilità maggiore ricade sui partiti che formano la maggioranza uscente (Popolari, Socialisti, Liberali). Poichè le urne riservano sempre delle sorprese, fervono i contatti per procedere in sicurezza. Possibili aperture, fuori dai veti incrociati e dalle posizioni pregiudiziali: si valutano intese (dirette o “nascoste”) con i Verdi, i 72 membri dell’Alleanza libera europea. Nessun contatto preliminare con i seguaci di Victor Orban, sovranisti antiatlantici, trumpiani, spalleggiatori di Putin nell’invasione criminale dell’Ucraina.

PATRIOTI PER L’EUROPA. Sono 84 deputati di 10 Paesi. Scavalcati i meloniani, si propongono come quarto gruppo per consistenza. Nascono l’8 luglio scorso in una fase politica tutta particolare. Da pochi giorni l’Inghilterra è tornata ai laburisti con una vittoria schiacciante sui Conservatori. In Francia, dopo il primo turno Eliseo e Governo apparivano nelle mani dei nazionalisti di Le Pen e del suo delfino Jordan Bardella. Ma il ballottaggio manda indietro “l’onda nera” e assegna la vittoria a Macron (presidente della Repubblica fino al 2027) pronto ora a varare il nuovo governo. Intanto a Orban, presidente per rotazione semestrale del Parlamento, non par vero di compiere autonomamente una “missione di pace”, senza alcun mandato: va a Kiev e poi a Mosca, prosegue per la Turchia, Pechino, Washington. Venti Nazioni europee lo contestano per lo smaccato filo putinismo mentre l’ospedale pediatrico di Kiev viene devastato da un micidiale missile russo con tante vittime fra bambini e adulti.

PATRIOTI SENZA UNITA’. Presidente Bardella, contestata dai deputati lepenisti la vicepresidenza a Vannacci che reagisce rivendicando la sua elezione al Parlamento. Si delineano modi d’agire diversi. Particolare l’ingresso di Matteo Salvini (“l’aspetto negativo dell’inconcludente nomadismo politico del leghista”, dice l’opinionista Italo Talia della Federico II). Il capo della Lega a gamba tesa: no a qualsiasi alleanza con i socialisti e gli ecofanatici tutti tasse e sbarchi; una minaccia alla Meloni: se vota Ursula è la sua fine (la premier gli risponde: il gruppo dei Patrioti? Non sto con i filorussi”). Ancora Salvini: ha ragione Trump, la pace con Putin si può fare subito non mandando più armi a Kiev. Mai una parola perché Putin, criminale invasore, ritiri le sue truppe dall’Ucraina. A questa obiezione, ecco l’illuminato pensiero del leghista: non discuto su chi ha ragione e chi torto, mi interessa la pace (“ma quanto è umano lei, gli direbbe Paolo Villaggio!). I conti con la Giustizia: per Salvini in autunno sentenza di primo grado, a Palermo, per la vicenda degli sbarchi; Marine Le Pen sotto inchiesta per finanziamento illecito nel 2022.

I 75 ANNI DELLA NATO. Vertice a Washington, con i rispettivi leaders dei 32 Paesi aderenti e il norvegese Segretario generale (dal 2014) Jens Stoltenberg. Un nuovo scudo anti Putin coi jet a lungo raggio e 40 miliardi a Kiev; avvertimento alla Cina per fermare il sostegno a Mosca. Successo dell’Italia l’inviato del Sud per il Medioriente e l’Africa. Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani: Ucraina nella Nato e in Unione europea a guerra finita. Premier Meloni: nella Difesa il 2 percento del Pil in linea coi progressi degli ultimi anni; sostegni a Kiev mirati ed efficaci, fino a una pace concordata davanti agli occhi del mondo.

VOLARE CON BERLUSCA. Dalla metà di luglio chi parte e arriva a Milano tramite l’aeroporto della Malpensa, sa che il saluto gli viene dall’ex premier Silvio Berlusconi, deceduto il 12 giugno 2023.Lo scalo milanese ha ora il suo nome. Una “dedica” imposta da Salvini: molto contestata in ambienti politici e culturali, ma acclamata dagli “adoratori” dell’uomo che ha inventato, tutto insieme, un nuovo modo originalissimo di gestire le sorti del Paese anche dal profilo etico-morale. Polemica del resto scontata, ma non tanto se si osserva di quanti rilievi è sempre stato oggetto l’aeroporto Altomilanese aperto dal 1948 al traffico civile. Non si è sempre detto che era uno scalo “malpensato?”.Perchè meravigliarsi, allora, se adesso porta il nome di un personaggio tanto irregolare e tanto discusso?

CNEL INUTILE MA COSTOSO. Nato nel dicembre 1986, il Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro sono 40 anni che non s’è mai sentito dire qualcosa di economia e lavoro: i problemi fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese. Se fosse passata la riforma della Costituzione proposta da Matteo Renzi ma bocciata col referendum del dicembre 2016, questo ente sarebbe scomparso dalla geografia istituzionale. Invece la sua sopravvivenza è servita a dare un incarico a Renato Brunetta -parlamentare fra Strasburgo e Montecitorio per 21 anni, due volte ministro- non rieletto due anni fa. Come presidente del Cnel, Brunetta ha ricevuto al Quirinale l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica: onore alla sua persona o alla sopravvivenza del Cnel, ente inutile ma costoso (64 consiglieri,60 dipendenti, oltre 7 milioni di spesa ogni anno).