di Nico Dente Gattola
La rassegna Napoli città mediterranea organizzata presso la spazio O’ book Unconventional Library a cura della Fondazione Guida alla cultura e da Biancamaria Sparano, vera anima dell’iniziativa presso l’hotel Mediterraneo di Napoli ha aperto la nuova stagione in modo originale ma indubbiamente interessante.
Protagonista della serata il libro di Bruno Galluccio “Camera sul vuoto” raccolta di poesia, originale perché la poesia oggi giorno non è purtroppo tra i generi letterari oggetto di approfondimento da parte del pubblico, ma il volume di Galluccio dimostra che nel nostro paese è un genere ancora vivo e che può dare tanto a chi ci si accosta, forse ancor di più di per dire di un romanzo, perché consente di conoscere una visione dell’autore non comune.
Insomma la poesia è un genere letterario sottovalutato ed autori come il Galluccio dimostrano come al contrario possa avere un ruolo ancora oggi nel processo di formazione di ognuno di noi.
La serata dopo l’introduzione di Biancamaria Sparano, cui va il plauso per l’opera instancabile di “apostolato culturale” in una città che per cambiare ha un bisogno disperato di cultura ha visto l’autore leggere poesie tratte dalla sua ultima raccolta.
Stimolato in questo dagli ottimi Carmen Gallo e Eugenio Lucrezi che partendo da domande mai banali sono riusciti a mettere in risalto l’aspetto più intimo di Galluccio che entra facilmente in connessione con il lettore perché appunto parla tira fuori ciò che riguarda l’aspetto più personale di se stesso ,quasi mettendosi a nudo.
Certo molto si deve dall’aver il privilegio di ascoltare l’autore decantare i suoi versi, perché in questo modo nel corso della serata si è potuto comprendere quanto sentisse “sue” le rime e quanto provenissero dalla parte più profonda del suo animo.
Un libro ovvero una raccolta di poesie che lascia intravedere da subito una struttura ben precisa e un progetto ben preciso che lega ogni singola poesia all’altra.
Ecco che quindi non si può che condividere l’opinione di Carmen Gallo che sottolinea come autori come Bruno Galluccio, punto di riferimento per tanti, dimostrino il bel momento che vive la poesia nel nostro paese.
Momento quanto meno stimolante e vivace, cui “Camera sul vuoto” è l’ulteriore evidenza con una poesia che è comprensibile e contiene una serie di verità che possono arrivare a tutti.
Ecco se c’è un merito ulteriore dell’autore e con esso del duo Gallo-Lucrezi è quello di essere riusciti ad attirare l’attenzione dei partecipanti che non erano necessariamente degli addetti ai lavori ma che si sono sentiti coinvolti dai temi evidenziati che in astratto potrebbero risultare di non immediata comprensione per i non addetti ai lavori.
Difatti il libro nella sua prima parte è una sorta di critica della fisica quantistica e della cosmologia riassunti in versi in un modo davvero ben riuscito laddove nella seconda parte affiora l’essere umano e si assiste come dire all’origine della vita attraverso l’acqua che è dopo le prime cellule la vera origine della vita.
L’autore si fa delle domande è evidente, ricorre alla scienza certo per darsi delle risposte ma è pur consapevole che ci sono interrogativi in tutto questo che daranno risposte che noi nella nostra condizione umana non arriveremo a conoscere.
Cosa rimane al termine della serata ad uno spettatore magari a colui che è arrivato incuriosito che fosse presentato un libro di poesie? La piacevole sensazione che la poesia può dare tanto; un libro come quello di Bruno Galluccio dimostra un qualcosa in apparenza impossibile: vale a dire mettere insieme poesia e scienza.
Difficile ma non impossibile se poi lo si fa come ha fatto Galluccio in modo semplice ma toccando alle corte dell’animo ancora meglio.