Nel 2014 ordini su di 4,1 mld
Così l’export traina la crescita

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La Joint Venture europea della missilisticachiude il 2014 con un lieve incremento degli ordini saliti a 4,1 miliardi di euro rispetto ai 4 miliardi del 2013. La Joint Venture europea della missilisticachiude il 2014 con un lieve incremento degli ordini saliti a 4,1 miliardi di euro rispetto ai 4 miliardi del 2013. La società, partecipata pariteticamente da Airbus e da Bae Systems al 37,5 per cento e da Finmeccanicaal 25 per cento, chiude l’ultima stagione con un portafoglio di ordini esteri pari a 2,5 miliardi, superando quelli del mercato domestico, come è avvenuto nel 2012 e nel 2013. Come previsto, le vendite si attestano a 2,4 miliardi, effetto dei tagli ai budget della difesa operati dei Paesi di riferimento negli ultimi anni. Nel 2015 questo dato dovrebbe, però, registrare una significativa crescita come conseguenze dell’eccezionale livello di ordini ricevuti negli ultimi due anni. A fine 2014, il portafoglio ordini conta 12,6 miliardi di euro che rappresenta oltre quattro di anni di attività e consentirà aMbdadi tornare a un livello di crescita nel medio termine. L’estero è una risorsa primariaDobbiamo questi buoni risultati dell’export all’eccellente gamma di prodotti che incontrano i requisiti posti dalle forze armate e che sono stati significativamente ampliati negli anni recenti grazie al supporto fornito dai nostri clienti domestici”, commenta Antoine Bouvier, amministratore delegato di Mbda. Per comprendere bene i dati del bilancio dell’azienda è importante comprendere delle dinamiche che il massimo esponente del gruppo spiega in dettaglio. “In Mbda – dice Bouvier – non ci sono fornitori, ma partner. Per avanzare servono nuovi programmi, investimenti in tecnologia e sostegno all’export”. “Ogni partner – conclude – deve essere strategico e contribuire al successo generale del gruppo”. Secondo il capo del management “deve cambiare il modello tra fornitore e cliente andando verso partnership utili a programmare l’utilizzo delle risorse disponibili”. In Turchia si gioca contro i cinesi Per quanto riguarda i principali programmi Mbda si dice fiduciosa di “mettere in sicurezza” il programma Meads – a cui l’Italia partecipa attualmente con Germania e Usa – e di non ritenere chiusa la partita turca per il suo sistema anti-missile, a cui Mbda offre il sistema Samp-T. “La Tuchia – dicono dalla compagnia missilistica partecipata da Finmeccanica – è l’esempio di cosa significa fare un’offerta di collaborazione credibile con cui soddisfare i requisiti di un Paese Nato. Abbiamo offerto loro un prodotto eccellente e una significatica quota di partecipazione industriale, competitita anche nel lungo termine in quanto comprensiva del cilco di vita del sistema”. Il Governo di Ankara tempo fa seleziona a sorpresa l’offerta cinese, decisione questa che ha suscitato molte perplessità dal momento che il sistema anti-missile turco è parte del sistema di difesa della Nato e va integrato con gli altri sistemi antimissile dell’Alleanza. Uno sguardo al futuro È inevitabile, per il futuro, soffermarsi su quale debba essere l’evoluzione del progetto Mbda. I tagli che il ministero della Difesa italiano annuncia da tempo al proprio budget, si parla del 15 per cento rispetto a quanto speso nel 2014, pongono Finmeccanica al cospetto di una profonda riflessione. Mauro Moretti, l’ad della multinazionale partecipata dallo Stato italiano, non perde occasione per dire che “la nostra logica deve essere quella del profitto per cui se il cliente principale di Mbda taglia le forniture è indubbio pensare a delle soluzioni”. E la Difesa, in Italia, è senza dubbio il referente principale della società italo-anglo-francese. Per questo motivo l’idea di Airbus, scambio della quota di Finmeccanica in Mbda con quella del colosso aeronautico in Atr, non è scartata del tutto. Se ne riparlerà dopo l’estate ma il dossier di sicuro non finirà dimenticato in un cassetto.