Con tutta la buona volontà, sarà difficile, quasi impossibile, che il Natale appena trascorso potrà essere ricordato come uno di quelli normali, senza pretendere neppure sottovoce di poterlo archiviare tra quelli sereni. Tale affermazione non vale solo per l’Italia, dove il clima accettabile e un sole, seppur velato, almeno hanno concesso di mettere il naso fuori del portone di casa. Lo stesso è valso per il giorno della vigilia, tanto da permettere di poter fare il normale giro di acquisti per la cena. Difficile riferirsi ai cenoni ormai ben conservati tra i ricordi di una trascorso benessere. Da notare a tal riguardo che la gente bene o male è andata in giro per negozi ma, per ammissione degli stessi interessati, questa volta più che mai, quasi sempre per farsi un’ idea di ciò che troverà in saldo da qui a qualche giorno. Per l’alimentare sembra che le cose siano andate un pò meglio, niente, sia chiaro, che possa evocare le gesta culinarie di Gargantua e Pantagruel. Nè altrove in Europa è andata granché meglio. Sulla restante superficie del pianeta, tra il ritorno dei freddi dell’era glaciale piombati oltreoceano e il calor bianco delle ostilità in corso soprattutto a oriente, si è inserita anche una recrudescenza della pandemia. A Napoli avranno commentato di sicuro che è giusto così, “per non farsi mancare niente”. Si dice, non solo in campagna e nel villaggio, ma dappertutto, che chi si contenta gode. Non sarà facile, ma a ogni buon conto è bene provarci. Non per concludere negativamente la breve nota di oggi, ma è bene tenere presente, seppure en passant, che il signor Peggio non è mai arrivato. Seppure sotto tono, Buon Santo Stefano.