Nasce la nuova Europa ma con la guerra in casa

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Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 4 giugno all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Non succedeva dalla fine del secondo conflitto mondiale. Una circostanza di non poco peso che ripropone, a 80 anni dalla pubblicazione, il Manifesto di Ventotene. Era il 1944 quando presero corpo le riflessioni di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni. L’obiettivo era nel titolo:” Per un’Europa libera e unita”. Si pensava a una Federazione dotata di Parlamento e Governo democratici con poteri reali da esercitare in settori fondamentali come la Politica estera e l’Economia. Tra pochi giorni (sabato e domenica prossimi), le urne dei 27 Paesi dell’Unione ci diranno quanto ancora conta il pensiero maturato nella piccola isola tirrenica, al confine tra Lazio e Campania.

PUTIN IN PRIMO PIANO. Da Mosca la rottura degli equilibri. Il conflitto russo-ucraino era in atto dal 2014, ma è il 24 febbraio 2022 che le armate della Federazione ex sovietica invadono l’Ucraina calpestando il diritto internazionale e avviando la devastazione, scientifica e mirata, di gran parte di una Nazione autonoma e indipendente. Le sanzioni dell’Unione e il mandato di arresto per il capo del Cremlino emesso dalla Corte dell’Aia, non hanno ancora fermato il progetto della violenta annessione definito, autoironicamente, ”operazione speciale”. Vicenda grottesca. Due pugili sul ring: uno che può sferrare tutti i cazzotti che vuole, l’altro che può, se ci riesce, solo schivarli però tenendo sempre le mani legate dietro la schiena. L’Europa cerca ora di organizzare una svolta: armi a Kiev non solo per la sua difesa, ma anche per colpire, in territorio russo, le postazioni militari da cui partono a getto continuo micidiali lanci di missili di ogni tipo.

ALBA DI SANGUE IN ISRAELE. Gruppi armati di Hamas, miliziani e terroristi provenienti dalla striscia di Gaza, irrompono alle 6 del mattino come furie devastatrici nei Kibbuz. Massacrano, incendiano, distruggono. Uccidono 1200 civili e militari israeliani, rapiscono 250 fra donne e bambini, compiono violenze bestiali. Una ferocia sanguinaria. Gridano alla guerra santa invocando che tutti i musulmani si uniscano alla lotta per poter distruggere lo Stato di Israele. La reazione del Paese aggredito è immediata e violenta. Il premier Netanyahu mobilita tutto il potenziale bellico di cui dispone e fa radere al suolo la parte settentrionale di Gaza. Quella meridionale è ancora sotto ferreo controllo “fino a quando non saranno uccisi tutti i terroristi che vi si nascondono”. Gli eccessi compiuti nell’azione di autodifesa, sono stati duramente criticati da molti ambienti internazionali. La prospettiva dei “due Popoli due Stati” per il momento appare congelata.

SALVINI AGO IMPAZZITO. Non trattiene più se stesso e ancor meno i suoi. Si celebrano i 78 anni della Repubblica. Il presidente Mattarella: ”Con le elezioni consacriamo la sovranità dell’Unione europea. Necessario l’impegno per la pace, ma senza baratti insidiosi”. Il leghista Claudio Borghi non ci sta:” Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi perché la sua funzione non avrebbe più senso”. Salvini non sconfessa, ma copre il suo senatore: ”Oggi è la festa della Repubblica e degli italiani, non della sovranità europea”. Poi mette le mani avanti: ”Noi non chiediamo le dimissioni di nessuno”. Uscito malconcio dalle ultime 3 regionali  (Sardegna, Abruzzo, Basilicata), in rotta coi governatori Zaia e Fedriga (Veneto e Friuli), disconosciuto come leader dal gruppo storico della Lega e in disaccordo spesso col ministro Giorgetti, il vicepremier si butta a raccattare voti per paura di essere scavalcato da Tajani come secondo partito del Centrodestra. Dal Ponte sullo Stretto all’Autonomia differenziata, a una sfilza di iniziative elettoralistiche: condono di piccoli (si fa per dire…) abusi edilizi, rottamazione di cartelle esattoriali (un premio agli evasori…), via i limiti di velocità sulle autostrade, leva obbligatoria per ragazzi e ragazze…Tutto quello che viene proposto varrà anche dopo l’8 e il 9? Ma è in politica estera che “il capitano” crea i maggiori problemi al Governo e alla Meloni in particolare. A Strasburgo lui sarà con la Le Pen, il sovranista Orban, i nazionalisti più estremisti e filo putiniani; inveisce contro il presidente francese Macron e chiede le dimissioni del segretario della Nato Stoltenberg…. Se mette il naso nelle vicende americane, si sbraccia nella solidarietà a Trump colpevole in 34 capi d’accusa. Nettamente al contrario, Meloni e Tajani ribadiscono il collegamento con l’area popolare di centro, l’europeismo storico, l’atlantismo e l’amicizia con gli Stati Uniti.

GLI IMPRESENTABILI. Di fronte a una ventina di segnalati, l’Antimafia presieduta da Chiara Colosimo ha indicato in 7 i candidati alle europee colpevoli di violazione del Codice di autoregolamentazione dei partiti. Sono: Angelo D’Agostino, Marco Falcone, Alberico Gambino, Filomena Greco, Luigi Grillo, Antonio Mazzeo, Giuseppe Milazzo. Impresentabili sì, ma “normalmente” al loro posto di candidati.