“Un passo e mezzo indietro per farne due in avanti”. Il numero uno del neonato Coordinamento campano dell’Alleanza delle Cooperative, Gianluigi De Gregorio, è consapevole delle “spigolature” che tanti anni di “Un passo e mezzo indietro per farne due in avanti”. Il numero uno del neonato Coordinamento campano dell’Alleanza delle Cooperative, Gianluigi De Gregorio, è consapevole delle “spigolature” che tanti anni di divisione hanno inevitabilmente comportato nel mondo cooperativo ma è ancora più consapevole che l’integrazione tra la “sua” Cgi, la Confcooperative e la Legacoop sia un traguardo ormai a portata di mano. “Se non sarà il 2018 – osserva – sarà l’anno successivo, l’importante è che il percorso sia segnato. Le cose da fare sono tante, complesse e, in territorio segnato da disoccupazione e povertà crescenti come la Campania, urgenti. Farle insieme ci aiuterà a farle meglio”. Siglata giovedì scorso presso la Camera di Commercio di Napoli insieme ai due omologhi Maria Patrizia Stasi, presidente Confcooperative Campania, e Mario Catalano, presidente Legacoop Campania, la costituzione del Coordinamento regionale segue la risoluzione nazionale data dalle tre centrali lo scorso gennaio e apre prospettive significative dal punto di vista operativo. Presidente De Gregorio, ora che il mondo della cooperazione regionale può contare su un’unica voce su quali priorità intenderà farsi sentire? La prima questione da mettere sul tavolo è quella relativa all’edilizia sociale. Serve una seria ricognizione sulla disponibilità di fondi per finanziare abitazioni in affitto e in proprietà agevolata, tema su cui abbiamo già sollecitato la Regione ma senza aver avuto alcuna risposta concreta. Che risposta vi aspettate? Anche quando nelle casse c’è qualcosa intervengono spesso i lacci e lacciuoli dei vincoli di spesa. Lo sappiamo bene, ma è innegabile che sull’edilizia si è fatta una scelta precisa: destinare fondi per la riqualificazione e non al sostegno di chi non può permettersi di affittare un alloggio ai prezzi di mercato. Dalle audizioni che abbiamo avuto con i dirigenti in regione non abbiamo ottenuto segnali positivi. Disoccupazione al 22 per cento, metà dei giovani senza lavoro con una fetta cospicua che ha addirittura rinunciato a cercarlo, quasi il 10 per cento di famiglie povere, in Campania siamo di fronte a una sofferenza sociale senza precedenti. Cosa intendente proporre? Su questo siamo chiari: noi svolgiamo un ruolo di assistenza nei confronti delle fasce più deboli, pensiamo solo alle case famiglia, ma di fatto lo stiamo facendo in supplenza alle istituzioni e così non va. Gli enti ci affidano un compito ma poi non stanno ai patti, sfido chiunque a lavorare anche due anni senza stipendio. Tra i Comuni più morosi c’è proprio Napoli, vero? Dal Palazzo San Giacomo ci sono ritardi nei pagamenti anche di 4 anni, il che ha portato al default di molte piccole cooperative. Giovedì c’era anche de Magistris, ha promesso di azzerare i ritardi nel 2015 e di ridurlo già di quest’anno. Se non dovesse mantenere la promessa? Ci condannerebbe a morte.