Napoli, il secolo del furore: in mostra i Caravaggisti del Filangieri

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Sarà aperta domani nel Filangieri Museo di Napoli la mostra “Un secolo di furore. I Caravaggisti del Filangieri”; l’esposizione, presentata oggi e dedicata anche alla riscoperta della Scuola napoletana del Seicento e del primo Settecento, è composta per lo più da dipinti caravaggeschi e rappresenterà il primo focus di una serie di piccole esposizioni tematiche della nuova rassegna “Visti da vicino”, volute dal direttore Paolo Jorio, autore, tra l’altro, insieme con Rosella Vodret del libro Luoghi e Misteri di Caravaggio, per la riscoperta e per la rivalutazione dei capolavori presenti nelle collezioni del Palazzo d’arte Filangieri a Napoli in via Duomo. In particolare saranno periodicamente riallestiti e messi in luce i dipinti del Filangieri Museo focalizzando le tematiche, i generi o le scuole di pittori che pur essendo noti agli studiosi e al grande pubblico, sono solitamente presenti nella Sala Agata ed esposti, per volontà dello stesso Principe Filangieri, a incrostazione, ovvero sistemati in modo da ricoprire completamente le pareti. “Un criterio affascinante – è stato rilevato – tipico delle pinacoteche antiche, ma che privilegiava la veduta dell’insieme piuttosto che il godimento delle singole opere. I dipinti, ma anche i tanti altri capolavori del Filangieri Museo, saranno quindi di volta in volta nuovamente analizzati e riproposti, evidenziandone gli aggiornamenti emersi dagli studi negli ultimi anni e, in alcuni casi, avanzando vere e proprie riletture critiche”. Jusepe de Ribera, Matthias Stommer, Battistello Caracciolo, Andrea Vaccaro, Micco Spadaro, Mattia Preti fino a Francesco Solimena che conduce la pittura napoletana dal naturalismo al barocco, saranno dunque i protagonisti della prima mostra tematica, insieme anche con alcune armi dell’antica e importante collezione del Filangieri. Tra i tanti storici armamenti della considerevole raccolta del Principe di Satriano, grazie a un antico documento ritrovato nell’Archivio di Stato di Roma, sono stati infatti identificati ed esposti anche i modelli del pugnale e della spada appartenuti al Caravaggio. Armi che furono sempre fedeli compagni del pittore lombardo e che determinarono anche le alterne fortune della sua vita non solo artistica sino a giungere al baratro della sua rovina. Come la pena capitale comminata a Roma per l’omicidio di Ranuccio Tomassoni “che lo fece scappare dalla capitale dello stato papale per giungere a Napoli contumace, lasciando qui tracce indelebili della sua presenza”. L’avvento del pittore lombardo nella città partenopea è stato infatti un evento di grande portata, con influenze significative nell’ambiente artistico locale, tanto che le sue opere sono state determinanti per la nascita di quella corrente naturalistica che sarà il fondamento di tutta la scuola napoletana del Seicento. Tracce indelebili che è facile ritrovare proprio in un territorio che Caravaggio bazzicava con naturalezza tra gli angiporto e le taverne, i postriboli e i vicoli, luoghi racchiusi intorno all’attuale Via Duomo, dove è sorto il Comitato Via Duomo, la strada dei musei, costituito da otto realtà museali per la realizzazione del progetto di distretto culturale integrato Via Duomo La strada dei Musei sostenuto in fase di start up dalla Regione Campania. Musei che in un modo o nell’altro raccolgono la straordinaria testimonianza del passaggio e dell’influenza del Caravaggio.