Napoli, Roma e Milano: l’Istat traccia la mappa delle diseguaglianze sociali

229

Nel suo Rapporto annuale, l’Istat analizza la diseguaglianza sociale delle tre più grandi città italiane (Milano, Roma e Napoli) che viene rappresentata in forma cartografica e tramite i tracciati delle linee metropolitane che aiutano a percorrere idealmente le città. La metodologia usata e’ la seguente: attraverso un indice sintetico di vulnerabilità sociale e materiale e un indicatore di valore immobiliare delle città è possibile mettere in luce le differenze tra le diverse zone urbane. E così si vede che Milano ha una struttura radiale, che procede per espansioni a partire dal centro storico per cerchi concentrici che si sono via via definiti nel tempo. Le aree più benestanti coincidono con quelle con i piu’ alti valori immobiliari e si addensano soprattutto nel centro geografico della citta’ mentre le zone con piu’ alta vulnerabilità sociale e materiale si trovano tutte al di fuori del nucleo centrale della città.
A Roma (dentro il Grande raccordo anulare), la distribuzione delle zone piu’ vulnerabili e’ molto meno netta di quella di Milano: queste zone sono anche nell’area centrale della citta’ (Esquilino, Centro Storico, Foro Italico, Università, Aventino, Delle Vittorie) e presentano una massiccia concentrazione nelle aree prossime al Grande raccordo anulare, tanto a Nord-ovest, quanto a Est. Diversamente da Milano, sono molte le zone romane centrali, con il piu’ alto valore immobiliare medio, che raggiungono anche indici massimi di vulnerabilità. Roma ha un’articolazione piu’ complessa di Milano, dove emergono sia gli sviluppi borghesi di “Roma nord”, sia i piu’ recenti cambiamenti socio-economici di alcuni quartieri a tradizione popolare dovuti al trasferimento in zona di segmenti di popolazione piu’ benestante. A Napoli, infine, la distribuzione della vulnerabilità sociale ha un andamento nettissimo da Ovest, dove si trovano le zone benestanti ed e’ piu’ bassa, a Sud-est e a Nord, toccando punte massime a Scampia. I circa 19 km di metropolitana collegano realta’ profondamente diverse per valori immobiliari e condizioni sociali. Al capolinea della linea 1 di Piscinola-Scampia l’indice di vulnerabilita’ e’ il massimo raggiunto nella citta’ e le case costano 1.100 euro al metro quadro. Sulla stessa linea, alle fermate di Vanvitelli o Quattro Giornate, entrambe al Vomero, l’indice di vulnerabilita’ scende notevolmente e il valore della case è più che triplo (3.830 euro al metro quadro). Altre zone con elevati valori immobiliari sono quelle di Posillipo, Chiaia, San Ferdinando, Arenella e San Giuseppe. La metropolitana di Napoli riflette questa organizzazione del territorio, e le linee servono zone profondamente diverse e non amalgamate.