Napoli, lungomare affollato, De Luca e de Magistris avvertono: Così rischiamo di vanificare i sacrifici fatti

967
In foto Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris in un'immagine di archivio

“Non siamo tornati alla normalità. Bisogna rispettare tre condizioni essenziali: indossare la mascherina, lavarsi le mani, mantenere sempre il distanziamento sociale. Sono tre obblighi da rispettare sempre”. Così il governatore della Campania Vincenzo De Luca torna a chiedere responsabilità ai cittadini. Ieri, nella prima giornata in cui è stato possibile uscire ad orari prestabiliti per fare attività motoria all’aperto, è stata riscontrata la presenza di troppe persone in strada, soprattutto sul lungomare di Napoli. “È semplicemente un modo per dare respiro alle famiglie dopo due mesi di chiusura, ma non è il ritorno alla normalità. Se si determinano nuovi assembramenti – dice – noi corriamo il rischio di vedere riaccendersi l’epidemia. Bisogna essere estremamente responsabili. Non bastano le ordinanze se non c’è senso di responsabilità da parte dei cittadini”.re, come diciamo noi, tutto quello che di straordinariamente decisivo è stato fatto sinora. La nostra città ha dato un grande esempio di maturità fino ad ora, ma ci vuole ancora pazienza, forza e coraggio per vincere prima la guerra e rivivere al più presto il gusto semplice e gioioso della libertà”.
Anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, invita su Fb ad attenersi alle disposizioni ed evitare assembramenti. “Sono due mesi che noi napoletani, come la maggior parte degli italiani, stiamo facendo sacrifici, mai immaginabili prima, per salvare la salute nostra, delle persone care e del prossimo – scive in un post – i nostri sacrifici e la nostra responsabilità, maturità e il rispetto delle prescrizioni di cautela, sono stati determinanti per arginare l’avanzata del terribile virus. Purtroppo il virus è stato indebolito ma non ancora sconfitto. Non abbiamo ancora vinto la guerra alla pandemia. Grazie ai nostri comportamenti pazienti e virtuosi si avvicina la cosiddetta fase 2. Badate bene, ciò non significa affatto ritorno alla vita di prima”.
L’ex pm ricorda che “ci vuole, purtroppo, ancora tempo per ritornare ad abbracciarci tutti, a vivere quel senso di mescolanza che tanto ci manca. Da lunedì 4 maggio si può ricominciare a respirare, ad intravedere la luce fuori dal tunnel dell’incubo. È fondamentale non rendere vano l’immenso lavoro che abbiamo fatto fino ad ora. Lo dobbiamo soprattutto ai medici, agli infermieri, al personale sanitario tutto, ai pazienti, alla memoria dei morti”. Quindi, “violare le prescrizioni sanitarie, uscire come se nulla fosse, non rispettare la distanza di sicurezza, non indossare la mascherina quando necessario, significa buttare a mare due mesi di sacrifici”.