Napoli, la città labirinto. Come sopravvivere in maniera sicura e serena?

190
(Imagoeconomica)

Lo splendore del paesaggio napoletano è un dettaglio oramai ben noto, unitamente alle tradizioni gastronomiche, al repertorio musicale ed alle radici antiche che il capoluogo campano ha il privilegio di vantare; purtuttavia, i lati oscuri di Napoli sono decisamente molteplici, e non basterebbero gli scaffali della biblioteca del Trinity College ad ospitare i tomi che occorrerebbero a contenerne le relative descrizioni.
Un tema decisamente trascurato dalle Amministrazioni avvicendatesi nel corso dei lustri è fuor di dubbio quello dell’accessibilità dei luoghi a cittadini e visitatori diversamente abili, per i quali Napoli ha finito con l’assumere la parvenza di un vero e proprio labirinto.
Nelle righe seguenti s’illustrerà, con dovizia di particolari, taluni inconvenienti che precludono ai cennati soggetti – del tutto abbandonati a sé stessi – di… sopravvivere in città in maniera sicura e serena.

Viabilità e mezzi di trasporto
Non v’è alcun bisogno di possedere lauree e/o specializzazioni per constatare che le strade partenopee non sono adatte alla circolazione degli utenti affetti da patologie invalidanti: lo si evince lapalissianamente dalla mancanza degli appositi «scivoli» che, dai marciapiedi, permettono loro di attraversare la carreggiata in modo agevole e senza incorrere in potenziali pericoli.
Aggiungasi, poi, che finanche all’interno delle stazioni ferroviarie – così come in corrispondenza delle fermate di tram ed autobus – l’accessibilità è un miraggio: malgrado la vigenza di apposite statuizioni legislative, le barriere architettoniche, invero, non mancano, e la salita e/o discesa dal mezzo di trasporto – al pari dell’entrata od uscita dalle stazioni, specie se sotterranee – si rivela sovente una chimera!
Ciò che manda in bestia la popolazione interessata – e, ovviamente, chi scrive – è il fatto che le anzidette leggi vengono sistematicamente disattese e, soprattutto, che i Comuni (e non solo) perseverano nel prendere alla leggera la problematica in esame: questo clima è del tutto inaccettabile in uno stato sociale!

Mancanza di spazi adeguati ed assistenza medica confacente
Fra le vexatae quaestiones rimaste irrisolte (e, ahi noi, destinate a restar tali…ancora per qualche decennio, se non si muove un dito!) c’è da annoverare la mancanza di spazi ove il diversamente abile possa sviluppare al meglio la propria personalità: il riferimento principale è ai parchi ed alle aree destinate al giuoco dei fanciulli, nonché alle ville pubbliche (inclusa la ex «Villa Reale», ora Villa Comunale), punti di ritrovo prediletti da una cospicua pluralità di locali e turisti.
Più precisamente, le giostre ivi presenti non possono essere utilizzate dai bimbi con patologie invalidanti, e gli anziani riscontrano serie difficoltà ad entrare negli anzidetti parchi da ingressi diversi da quello principale (vale soprattutto per la sunnominata Villa Comunale, seppur limitatamente ai varchi d’accesso siti sulla Riviera di Chiaia).

L’emarginazione
Quanto sinora illustrato giustifica appieno la seguente conclusione: chi è chiamato ad assistere i diversamente abili…non può più vivere tranquillamente, mercé un «cruccio» che, se vi fosse un briciolo di collaborazione in più tra Istituzioni e Cittadinanza, tale non sarebbe. In poche parole, pur volendo assistere un proprio caro «meno fortunato» con l’amore e la dedizione che egli merita, il quadro tracciato nei paragrafi precedenti si rivela foriero di stress: ne discende, pertanto, che la qualità di vita dei caregiver finisce con l’essere fuor di dubbio pessima, atteso che tutto si svolge in funzione delle esigenze di chi, non certo per sua colpa, si ritrova malridotto.
Un andazzo del genere determina il graduale moltiplicarsi dei ricoveri presso case di cura ed altre strutture ad hoc, la qual cosa, però, non sempre costituisce la soluzione al problema: il diversamente abile si ritiene, giustamente, emarginato (nonostante la buona volontà, in capo al proprio caro, di assisterlo) e, parallelamente, i vertici e gli operatori non sempre hanno quella sensibilità che da essi ci si aspetta (si pensi, a titolo d’esempio, agli infermi di mente, imbottiti di farmaci sedativi, oppure agli anziani non autosufficienti, sovente maltrattati nelle case di riposo).

Vittoria di Pirro
Merita, inoltre, un cenno la concessione, a beneficio dei diversamente abili, di contributi governativi finalizzati all’acquisto di ausili per deambulare e/o per attendere alle funzioni quotidiane.
Orbene, per chi vive a Napoli…ciò non è altro che un’autentica vittoria di Pirro, dacché le condizioni pietose del manto stradale non consentono ai soggetti de quibus di fruire della rete viaria, complice la carenza di scivoli, di corsie da destinare al traffico – pedonale e veicolare – dei malcapitati e, non da ultimo, lo scarso presidio da parte di chi dovrebbe vigilare che la circolazione avvenga in maniera conforme ai precetti legislativi.
Va evidenziato, altresì, che negli altri centri urbani del Bel Paese – specialmente a Roma ed a Milano – sono presenti, in corrispondenza dei cennati scivoli, degli appositi paletti aventi lo scopo di agevolare tanto l’attraversamento quanto la risalita sul marciapiede; ma questo, a Napoli, è pura utopia!

Pericolo
Di non minore importanza è il discorso inerente alle regole da osservare nella malaugurata ipotesi in cui la situazione, già di per sé drammatica, che interessa i Campi Flegrei…dovesse tramutarsi in catastrofe: non è, infatti, chiaro il modo in cui bisogna comportarsi per trarre in salvo i diversamente abili in caso di necessaria evacuazione.

Conclusioni
La descrizione fin qui compiuta legittima lo scrivente ad affermare che è da tempo in atto una gravissima compromissione dei diritti che l’ordinamento riconosce ai diversamente abili. Esemplificando, viene posta a repentaglio la dignità di questi ultimi, che vengono de facto discriminati.
A tal proposito, la Corte Suprema di Cassazione, nel decidere sulla vicenda che ha veduto protagonista la consigliera di un Comune che, mancando l’ascensore nella civica sede, era impossibilitata ad accedere alla sala consiliare, ha sottolineato che la rimozione di tutto ciò che ostacola la partecipazione alla vita di relazione da parte del diversamente abile fa sorgere in capo a quest’ultimo il diritto al risarcimento di ogni pregiudizio patito (cfr. Cass, Sezione III Civile, n. 3691 del 13 febbraio 2020). Si rammenti che una siffatta pretesa è da vantarsi nei confronti di chi, concretamente, pone in essere la condotta ostativa suddetta: per tal ragione, l’utente diversamente abile che non riesce ad attraversare la carreggiata ben potrà agire in giudizio nei confronti del Comune.

Dott. Pasquale Volzone
Avv. Adriano J. Spagnuolo Vigorita
Avv. Riccardo Vizzino