Napoli, il mare senza assembramenti? La soluzione è il kayak: sport ed escursioni nel rispetto dell’ambiente

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La stagione delle uscite in kayak “grazie alle belle giornate di fine febbraio e inizio marzo” era già iniziata quando “purtroppo con il lockdown tutto si è interrotto”. Lo racconta alla Dire Giovanni Brun fondatore, insieme a Francesco Marra e Alessandro Sangiovanni, di Kayak Napoli, società sportiva dilettantistica che si occupa di attività in canoa, corsi, allenamenti, passeggiate, escursioni con stand up paddle, kayak. Uno degli obiettivi principali è quello di diffondere la cultura del rispetto e della tutela del territorio anche accompagnando turisti e residenti alla scoperta della città da un punto di vista differente da quello consueto. Attualmente “siamo fermi – prosegue – e stiamo aspettando le direttive su quale sarà il protocollo da adottare per poter svolgere la nostra attività a tutti gli effetti”. Il kayak “in questa circostanza – sottolinea Giovanni – serve ad aiutare le persone a potersi fare un bagno mantenendo le distanze di sicurezza: in mezzo al mare è difficile che si riescano a creare degli assembramenti. Lo stesso kayak è abbastanza largo e lungo da far sì che si mantenga sempre una distanza di sicurezza tra le varie persone. Oltre, quindi, a tutti i benefici che già conoscevamo come lo svolgere attività motoria, il muoversi in acqua con un mezzo ecocompatibile, quest’anno si aggiunge anche il beneficio di una quasi nulla possibilità di contagio in mezzo al mare”. Di turisti stranieri, fetta importante del lavoro di Kayak Napoli “ne vedremo pochi – si rammarica Giovanni – e ci dispiace perché ci piaceva mostrare alla gente che veniva da tutte le parti del mondo la nostra costa. Quest’anno lavoreremo più con un pubblico locale e sia per chi è di Napoli sia per chi viene dalla provincia vedere questi posti è una cosa meravigliosa”.