Napoli, il degrado svaluta le case. Vizzino: Verso una class-action

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Disordine sociale e urbano, sporcizia nelle strade, segnaletica insufficiente: a denunciare la situazione di degrado di alcune aree della città di Napoli, in particolare nella zona di piazza Garibaldi, è Riccardo Vizzino, avvocato, che nei giorni scorsi si è fatto portavoce del disagio dei cittadini inviando una lettera a Luigi de Magistris, sindaco di Napoli. “Sporcizia ed incuria interessano anche il centro storico, i luoghi di aggregazione di giovani come Piazza San Domenico Maggiore, Piazza del Gesù, piazza Monteoliveto, e molti quartieri residenziali – si legge nella missiva, al momento ancora senza risposta – il Parco Virgiliano, oltre ad essere sovente invaso da cumuli di rifiuti, nel mese di maggio aveva ben due toilette pubbliche su quattro fuori uso”.Riccardo Vizzino Il tutto a discapito della qualità della vita e della salute dei cittadini. Ma non solo. Vizzino analizza la questione anche da un altro punto di vista. “Quanto descritto arreca pregiudizio al valore commerciale degli immobili ed agli esercizi commerciali compromettendone i guadagni – precisa -. È noto che il degrado urbano e igienico- sanitario sia fonte di un notevole decremento del valore degli immobili situati nelle zone che ne sono oggetto: in molti casi si tratta di una perdita di valore di oltre il 30 per cento: ciò significa che i proprietari di immobili vengono danneggiati in modo grave, ingiusto e inaccettabile, tanto più se si considera che il Comune e le altre istituzioni preposte non devono dimenticare che la fiscalità locale grava in gran parte sui proprietari immobiliari che, con l’Imu e la Tasi sono i maggiori contribuenti per le casse comunali. Più nel dettaglio, è noto che secondo la metodologia estimativa effettuata attraverso i punti di merito, nell’attribuzione del valore di mercato dell’immobile, assumono rilievo decisivo anche le caratteristiche ambientali che si rifanno ai cosiddetti ‘hedonic prices’, secondo cui il valore è influenzato dall’utilità che è possibile ricavare dalla fruizione del bene”. Qual è la soluzione, allora? Vizzino avanza varie ipotesi: la più immediata, profilandosi inadempienze e violazioni normative, è un’azione legale per la tutela anche risarcitoria dei diritti e degli interessi dei cittadini come singoli e come categoria. “Nel quadro della responsabilità dell’Ente per la cattiva manutenzione dei beni pubblici – suggerisce Vizzino -, lo strumento a tutela del cittadinoutente è rappresentato dalla class action, il cui fine ultimo è favorire il ripristino di standard qualitativi e quantitativi del servizio, in caso di violazione di quegli stessi standard, a causa dell’omesso esercizio di poteri di vigilanza, di controllo o sanzionatori o anche della mancata emanazione di atti amministrativi, da cui derivi la lesione di interessi rilevanti”.