Napoli, è polemica tra De Magistris e Saviano

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È bufera a Napoli dopo la risposta del sindaco Luigi De Magistris alle critiche mossegli da Roberto Saviano sul suo operato da sindaco. 

Tutto è partito dalla lettera del popolare autore di “Gomorra”, in libreria in questo periodo col nuovo libro “La paranza dei bambini”, pubblicata dal settimanale “L’Espresso”, in cui lo scrittore accusava il sindaco di non aver intrapreso nessun vero percorso di riforma per la città, utilizzando piuttosto la sua carica per costruire una carriera politica nazionale.

De Magistris invece ha risposto con un lungo post su Facebook in cui accusa Saviano di aver costruito il suo successo e di essersi arricchito sul “Brand Saviano”, narrando di una Napoli dominata da una “Camorra invincibile”, costruita sulla pelle dei napoletani. 

Vasta l’eco suscitata da queste dichiarazioni.

Il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto ha affermato: “Non condivido le parole di Luigi De Magistris su Roberto Saviano. Non credo sia un brand e non penso si possa ridurre la sua critica legittima a Napoli e alla sua amministrazione a una pura e semplice questione economica, di soldi, di libri da vendere. Si può convergere o meno con la sua analisi, ma Roberto Saviano rappresenta una voce autorevole, un punto di riferimento per il sud e per il Paese. Chi pensa che un intellettuale debba dire cose accomodanti verso il potere – prosegue l’esponente della sinistra – finisce per non riconoscerne la funzione storica insostituibile, soprattutto in realtà complesse come la nostra. Credo nello sforzo di cambiamento di Napoli di Luigi De Magistris e lo sostengo con lealtà, ma quei giudizi così liquidatori non aiutano a risolvere i problemi e sono profondamente sbagliati. Chi fa politica deve mettersi in ascolto, non tracciare una linea arbitraria tra chi ama e chi odia la città”.

Il senatore di Ala, invece, Ciro Falanga mostra apprezzamento per le sue parole, affermando che “Non può sfuggire anche al più ingenuo analista che Napoli sta cambiando, anche nel suo tessuto di criminalità organizzata. Negarlo, offende e svilisce il lavoro di tanti magistrati impegnati sul campo e tutta quella parte sana della popolazione napoletana che merita rispetto.”