Napoli, dove sono gli intellettuali?

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1.

Surreale: in una città come Napoli, “occupata” dalla criminalità organizzata, con un tasso di disoccupazione drammatico, con disastri evidenti nei trasporti e nella nettezza urbana, con le strade “devastate” da buche e lavori interminabili, le prime pagine vengono impegnate dalla diatriba su Bagnoli fra il Presidente del Consiglio e del Sindaco, già da tempo in campagna elettorale. Una “cortina fumogena” in difesa, presunta, della città con toni apocalittici, sicuramente fuori e sopra le righe: “Se pensa di mettere le mani sulla città, signor Presidente del Consiglio, sarà respinto con fermezza. … la città sa respingere le occupazioni militari, mafiose ed istituzionali”. E così di seguito in un video messaggio di 11 minuti: per la verità fu ben più divertente quello dell’invito ad Al Pacino a visitare la città Napoli! Probabilmente la città, ed il suo Sindaco, sarà pure capace di respingere ogni tipo di invasione, ma è certo che non riesce a respingere quella della criminalità organizzata, che è diventata un vero e proprio, forse il più “efficace”, “ammortizzatore sociale”, che forse “evita” l’assalto di tanti giovani arrabbiati ai Palazzi del Potere. Tanti, troppi, giovani trovano nella camorra l’occasione di “lavoro”, di “occupazione”, che consente loro di “realizzarsi”, da protagonisti, nella violenza e nel sopruso quotidiano. Le cronache di tutti i giorni ci raccontano di omicidi, di bande armate di giovanissimi, che infestano la città, ma anche di intere famiglie dedite allo spaccio ed al racket. Mi ha particolarmente impressionato la storia delle nonne, che proteggevano ed accudivano i killers di quel giovane di San Giovanni a Teduccio, ucciso per avere osato di alzare gli occhi sulla donna di un boss. Di questa “quotidianità” tragica nessuno parla, salvo le cronache. Pochi si esercitano ad “entrare” in quei quartieri, ormai troppi, “occupati” dalla camorra per cercare di capire cosa accade e quale risposta, alternativa, si può dare a quei giovani traviati. Capisco che è più facile “discettare” sulle primarie del PD ed interrogare gli “aruspici” sulle intenzioni di Bassolino, ma i veri problemi sono altri, soprattutto quelli di una generazione intera sacrificata sull’altare di “Gomorra”. Mi domando: dove sono gli intellettuali, quelli che organizzavano “Palazzo Marigliano” al tempo della prima Repubblica? Forse questi temi sono meno appassionanti? O, più prosaicamente, è troppo faticoso e meno gratificante scendere dai salotti ed addentrarsi in quelle tragiche realtà, che ormai non inducono più neppure ad analisi sociologiche, un tempo di moda. E nessuno parla di formazione-lavoro per preparare giovani, anche quelli che già sperimentano le carcere minorili e Poggioreale, ad entrare nel mondo del lavoro, che sarebbe già molto “ricco” di occasioni, se solo si spendessero in tempo, e per bene, le ingenti risorse europee. Intanto prepariamoci ad assistere a questo duello da “Mezzogiorno di Fuoco” tra il Presidente del Consiglio ed il Sindaco, che aspira, ormai lo dicono tutti, a sfidare Matteo Renzi, direttamente, una volta che avrà vinto le Elezioni Comunali. Con questo PD, con la frammentazione nel campo della Destra, con il Movimento 5 stelle ancora sotto un shock di Quarto, la vittoria del Sindaco è più che probabile.

2.

Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, per la rivista Fortune, è tra le cinquanta persone più influenti al Mondo. La lista comprende i Grandi della Terra: da Angela Merkel a Papa Francesco, Aung San Suu Kyi, a Tim Cook, a Bono degli U2. Una storia affascinante quella del Sindaco della cittadina della Locride, famosa per i Bronzi, “costruita” sui migranti, intesi come una risorsa. “Qui non ci sono centri di accoglienza, qui ai migranti diamo una casa vera” afferma orgoglioso e racconta di “strade e case svuotate dalla emigrazione e ripopolate da una comunità multietnica, che ha riportato in vita anche gli antichi mestieri con l’apertura di laboratori di ceramica e tessitura”. Una suggestione: la raccolta differenziata viene “assicurata” da due asinelli, che si inerpicano lungo le vie del centro. Come l’emigrazione aveva reso deserto quel paese, ora la immigrazione lo rivitalizza: “in Paese non erano rimaste più di 400 persone, una comunità che si spegneva giorno dopo giorno”. Ora quella comunità è rinata a nuova vita: nel segno della solidarietà, dell’amore verso gli altri, ma anche dell’intelligenza di un uomo, e della sua comunità, che ha saputo fare della integrazione uno strumento di sviluppo e di recupero della vita. Una bella lezione per tutti noi, riconosciuta a livello planetario, che fa bene alla Calabria ed all’Italia.

3.

Una emozione forte ed ammirata di fronte a questa grande donna: la mamma di Giulio Regeni, che ha avuto la forza di affrontare il “dolore necessario”, andando all’obitorio, in Egitto, per “riconoscere” suo figlio morto. “Se non l’avessi guardato in faccia, mi sarei sentita una vigliacca come mamma”. La sua, insieme al marito, conferenza stampa per chiedere verità e giustizia, la sua intervista al Corriere di giovedì 31 marzo ci hanno “regalato” momenti di grande e dolorosa intensità. Al tempo stesso hanno “certificato”, pur in uno stato incommensurabile dolore, che al Mondo, anche in questo tempo oscuro, ci sono persone, degne di questo nome che ti riconciliano con la vita. A Lei ed al Marito l’augurio, che per fortuna arriva da tanti, di trovare la forza per affrontare le giornate senza il loro figlio e di saper riempire quel vuoto con la testimonianza dei valori per i quali il loro figlio è morto. Aspettando verità e giustizia.

4.

Bertone Tarcisio, Cardinale, ci fa sapere dalle pagine del Corriere di venerdì 1° aprile che resta nell’attico di 700 metri, perché ha “ancora del lavoro” e poi perché non intende “dargliela vinta a tutti quelli che mi attaccano, agli avversari che vogliono solo quello”. C’è anche un’altra ragione: lui, evidentemente, non intende essere da meno “di una trentina di Cardinali che vive in appartamenti anche più grandi”. Ipse dixit: nell’Anno della Misericordia, “regnante” Papa Francesco, paziente e tollerante più del Cristo, che, invece, con la frusta scacciò i mercanti dal Tempio.