Napoli, de Magistris ci va giù duro: Manfredi aumenta la Tari e si triplica lo stipendio

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in foto l'ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris (Imagoeconomica)

“Il sindaco Manfredi e la sua maggioranza aumentano anche la Tari ai napoletani. Però, salendo sulla cattedra dell’inganno, Manfredi scarica le colpe sull’amministrazione comunale che non ha saputo fare i calcoli nel passato. Ma il sindaco furbo, quando gli conviene, i calcoli li sa fare: appena si è insediato ha avuto i soldi che spettavano alla città grazie alle nostre lotte e che gli sono serviti invece a lui per triplicarsi lo stipendio. Ai napoletani aumenta le tasse mentre lui si gonfia il portafoglio”. Lo scrive oggi sui social l’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, rispondendo così alle dichiarazioni dell’attuale primo cittadino Gaetano Manfredi sull’aggiornamento delle tariffe Tari.  “Per avere i soldi – aggiunge de Magistris – Manfredi, che di Napoli ‘se ne fotte’, mette in vendita tanto patrimonio pubblico della città, i gioielli di Napoli e si impegna a svendere ai privati altri beni comuni, addirittura lo stadio Maradona, il Maschio Angioino e il Castel dell’Ovo. Per giustificare l’aumento delle tasse se la prende poi con chi evade le tasse. Giusto, ma ha dimenticato di dire che il primo evasore pubblico debitore del Comune di Napoli era per circa 40 milioni di euro l’Università ai tempi di Manfredi rettore. Ma Manfredi si è premiato ed assolto da solo, tanto che per diversi professori della ‘sua università’ Palazzo San Giacomo è divenuta la succursale dell’università”.  Secondo de Magistris “per ora il prof. Manfredi, un corpo estraneo alla città, campa di rendita per il lavoro fatto negli ultimi dieci anni da tante donne ed uomini che hanno agito solo per amore della città e dei napoletani. Ma il campare di rendita non lo autorizza a ingannare Napoli. Se poi Manfredi volesse confrontarsi pubblicamente su conti, patrimonio, tasse e soldi lo farei, per amore della mia città, con piacere. Ma lui scappa dal popolo, da chi non è omologato, da chi dissente, frequenta solo il sistema”, conclude de Magistris.