Napoli, alla V Biennale del libro d’artista centinaia di opere da tutto il mondo

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di Maria Carla Tartarone

Nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, nella Sala della Biblioteca, dal 5 al 20 luglio è stata in esposizione un’affollata mostra di Libri d’Artista: “La V Biennale del libro d’Artista”. L’avvenimento è stato promosso dall’Associazione Culturale Linea d’Arte-Officina Creativa. Il Catalogo, ampio, di ben 195 pagine, riporta non solo le immagini delle opere fornite dagli artisti, esposte nella grande Sala, ma anche le biografie degli autori, quasi sempre scritte in prima persona, talora anche in tre parole.
I più tra gli artisti espongono opere singole, con una personalità riconoscibile, come Ilia Tufano, con “Napoli” in cui adopera una grafia personalissima nel suo elegante morbido alfabeto, utilizzando carta e per le fodere leggero cartone. Altri hanno preferito il legno, come Monti Alessandro in “Libro-segna” o Moro Albino in “Colori di un Viaggio”. Ancora il legno usa Pellerin Sandro in “Pellerin Sandro-Opposti”.
Spesso gli autori si sono accordati per ideare in gruppo libri come il Grup Gralha Azul o per re- alizzare “Taccuini D’Artista” a cura di Donato Di Pace. La realizzazione di Giulia Ripandelli mi è parsa voler cancellare il fine iniziale utilizzando materiali non attinenti in “Pagine Fossili”. Alcuni artisti nelle pagine hanno introdotto immagini (Romano Mario) attratto dalla fotografia in bianco e nero, in “Il fluire del ritratto contemporaneo” o Romualdo Luciano in “Ricordi”. Anche Antonella Sforza ha utilizzato la fotografia nel suo ”Presenze”, in cui dai fogli del libro scaturiscono numerosi personaggi storici, fotografie in bianco e nero. Sono dieci anni che vediamo, ogni biennio, la mostra nei luoghi più suggestivi di Napoli: l’ultima al Castel dell’Ovo. Abbiamo visto realizzazioni degli allievi dell’Accademia di Belle Arti seguiti dalla professoressa Nicca Iovinella.
La partecipazione è stata assai folta: ben 400 artisti sono giunti dai cinque Continenti.
E’ stata altresì rilevata una accentuata sensibilizzazione femminile a questa forma d’arte molto libera e fantastica.