Napoli 2020 e Intergruppo per il Sud: accordo fatto

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Incontro alla Camera con i promotori del Manifesto delle 3E: l’impegno dei parlamentari meridionali Guidati dal coordinatore Luigi Famiglietti, Incontro alla Camera con i promotori del Manifesto delle 3E: l’impegno dei parlamentari meridionali Guidati dal coordinatore Luigi Famiglietti, i deputati dell’intergruppo parlamentare per il Sud che hanno preso parte all’incontro del 29 aprile alla Camera con i promotori del Manifesto delle 3E per un Nuovo Mezzogiorno sono Sebastiano Barbanti, Giovanni Burtone, Francesco Cariello, Antimo Cesaro, Stefania Covello, Tommaso Currò, Marco Di Lello, Ernesto Magorno, Teresa Piccione, Girolamo Pisano e in extremis Paolo Russo. Sarebbero potuti essere di più ma il giorno coincideva con la prima fiducia sull’Italicum e il clima non era dei più distesi. All’appuntamento non è mancato il rappresentante del governo nella persona di Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti con l’Europa. L’occasione è stata utile per prendere un contatto formale tra i deputati e i promotori della rassegna Napoli 2020 (principalmente Il Denaro e la Fondazione Matching Energies), illustrare i contenuti del Manifesto (Paolo Savona), concordare sull’utilità di avviare una collaborazione, convenire sulla necessità di tenere a breve un pubblico confronto. Il percorso non sarà breve né privo di ostacoli. Ma si registra una comunità d’intenti che potrebbe trasformarsi in capacità di azione come da tutti auspicato. Il Mezzogiorno deve tornare a essere centrale nelle attenzioni e proposizioni dell’esecutivo perché il Paese ha bisogno di coesione per ritrovare forza e credibilità, dentro e fuori. Questa consapevolezza sembra attraversare tutti i partiti, da destra a sinistra passando per il Movimento 5 Stelle, ai quali non sfugge il recupero di legittimazione che potrebbe derivare dalla scelta e dalla conseguente attuazione di politiche rivolte al rilancio di un’area più grande e popolosa di gran parte dei paesi dell’Unione. Come la Germania ha fatto con il suo Est, l’Italia dovrà essere all’altezza del compito che si era dato e poi dimenticato lungo strada cadendo vittima di suggestioni buone a dividere anziché unire con il risultato di rendere debole e ricattabile l’intero impianto statale. Le risorse ci sono. Adesso è un problema di uomini