Museo di Capodimonte e il suo Parco, arte e teatro protagonisti: ecco gli eventi in programma

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di Maria Carla Tartarone Realfonzo

Il Museo di Capodimonte ci propone ancora una visione della  sua splendida Reggia, del suo meraviglioso parco, dei giardini che si estendono, curati, fin alle gradinate che portano verso la Sanità. E non solo si possono ammirare i giardini e il bosco, ma anche sono attive per i visitatori le mostre esposte nello splendido Palazzo, ricco di antichi quadri, di preziose porcellane, di splendidi arredi. E possiamo ancora vedere, guidati, la mostra delle opere del nostro  pittore, Luca Giordano, nato a Napoli nel 1634, che riempì le nostre Cattedrali di sue opere, e viaggiò molto soddisfacendo i suoi promotori con la sua straordinaria pittura secentesca, paragonabile in Europa solo alle opere di Rubens. Ed era tanto veloce nel realizzare le sue opere da essere appellato “Luca fa presto”. Un altro straordinario artista che possiamo ammirare a Capodimonte, visto già nella mostra “Dalla Scultura al Disegno”, è Vincenzo Gemito, nato nel 1852, bambino infelice, abbandonato appena nato sulla ruota dell’Annunziata. Egli poté apprendere la sua arte frequentando la movimentata stradina di San Gregorio Armeno dove tra i costruttori di presepi, apprese a scolpire. A  diciassette anni era già uno scultore noto, tanto da essere premiato per il suo “Giocatore di carte” che fu addirittura acquistato dal re Vittorio Emanuele II.
A quel tempo molti erano i contatti  tra gli artisti che si incontravano soprattutto a Parigi dove si svolgeva un annuale “Salon” e Gemito ebbe la possibilità di conoscervi De Nittis che, giunto anch’egli da Napoli, vi aveva allestito uno studio dove si incontravano noti artisti come Degas, de Goncourt, Daubigny.  De Nittis condivideva il mondo di Gemito ed ammirò il suo famoso “pescatorello”, un gesso portato al Salon nel 1877, dove ottenne il primo premio e fu poi nel Museo di Capodimonte dal 1889.
Oggi ci viene annunciato che il Real Bosco di Capodimonte sarà la sede principale della XIV edizione   di “Napoli Teatro Festival” che, diretta da Antonio Cappuccio, diviene  “Campania Teatro Festival”, già inaugurato  il 19 marzo dal Maestro Muti con un concerto al Teatro Mercadante. A questa manifestazione parteciperanno 1500 lavoratori e sede principale sarà il Real Bosco di Capodimonte nei suoi numerosi siti. Gli altri luoghi dell’evento saranno Il Teatro Grande di Pompei, il Belvedere di San Leucio, Montesarchio,  il Teatro Naturale di Pietrelcina, l’Anfiteatro di Avella,  il Chiostro del Duomo di Salerno ed ivi  gli esterni del Teatro Ghirelli. Appuntamenti saranno anche nell’Archivio di Stato di Napoli, nel Chiostro di San Domenico Maggiore, in  Made in Cloister. Ruggiero Cappuccio ha elaborato un progetto particolare, curato da Marco Perillo, per valorizzare i principali siti borbonici della Campania.
Il Progetto comprende “Sette storie inedite” che andranno in scena nel “Giardino dei Principi”, a Capodimonte, prevedendo anche la stampa di una Guida. Sono confermate le 10 sezioni del passato (Prosa italiana, Prosa internazionale, Osservatorio, Sport Opera, Danza, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre,  Progetti Speciali). Lo speciale Programma partirà in giugno prolungandosi fino a settembre. Molto numerosi sono gli artisti, noti in Italia e all’estero, che parteciperanno. Importante  è il costante contatto culturale con gli Istituti Superiori siti in città (Istituto Grenoble,  Goethe Institut, Istituto Cervantes, Suor Orsola Benincasa, Università Luigi  Vanvitelli) e Università di Salerno. Naturalmente vi parteciperanno numerosi media: Rai Cultura, Rai 5, Rai Radio 3. Si prevede che l’eventuale ricavato degli spettacoli vada all’Ospedale Cotugno. Questa sintesi del lavoro previsto, nonostante il periodo difficile che percorriamo, va necessariamente trasmessa poiché Napoli è una città ricca di cultura che non va trascurata.