(Adnkronos) – Paese che vai, José Mourinho che trovi. Lo Special One regala il primo vero show anche in Turchia, dove allena il Fenerbahce. La vittoria per 3-2 sul campo del Trabzonspor arriva al 100′ con il gol segnato in extremis da Amrabat. Davanti alle telecamere, nel post-partita, il portoghese si esibisce in un’intervista fiume con accuse al Var e al ‘sistema’, con la consueta strategia ‘noi contro tutti’ già apprezzata in Italia nelle avventure con Inter e Roma. In Turchia, Mourinho non sembra in grado di vincere il duello con il Galatasaray che comanda la classifica con 28 punti e 5 lunghezze sui rivali del Fenerbahce.
“L’arbitro era come un ragazzino in campo, l’uomo partita è stato l’addetto al Var: non si è visto, ma è stato l’uomo partita. Da uomo invisibile a uomo più importante. Parlo per ogni tifoso del Fenerbahce: non lo vogliamo più, non lo vogliamo più. Non lo vogliamo come Var e come arbitro, è sospetto. Mi avevano avvertito, anche prima del mio arrivo: non ci credevo, è anche peggio di quanto mi hanno detto. Ma io preferisco stare da questa parte”, dice battendosi la mano sul petto e sullo stemma del Fenerbahce. Mourinho attende pazientemente la traduzione in turco e poi riparte.
“Giochiamo contro gli avversari e contro il sistema, è la cosa più difficile. Il Trabzonspor è una buona squadra. Abbiamo giocato contro un buon avversario, in un ambiente difficile, contro il Var e contro il sistema”, prosegue. “Non molleremo. Rimprovero alla gente del Fenerbahce che mi ha portato qui di non avermi detto tutta la verità. Se lo avessero fatto, non sarei venuto”.
Cosa succede ora? “Se il sistema reagisce con forza, le mie parole spariscono. Ma la gente del Fenerbahce ora è più consapevole, perché vengono fatte cose alla luce del sole: non provano nemmeno a nasconderle”, dice contestando le decisioni adottate in campo. “Io sono qui per lavorare, ci tengo perché è il mio club ed è il mio lavoro. Ma voi turchi dovreste parlare e denunciare quello che succede anno dopo anno: voi, non io. Io sono quello che verrà punito dal sistema, proveranno a chiudermi la bocca. Ma noi -dice toccando ancora lo stemma- siamo puliti”.