Mostre, Torino-Pompei-Napoli: tour in tre tappe per raccontare l’Egitto

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Torino, Pompei e Napoli insieme per raccontare l’Egitto e il riflesso dei suoi culti e della sua arte nel Mediterraneo e in Italia. Si chiama ‘Egitto Pompei’ la grande mostra che partira’ il 5 marzo al Museo Egizio di Torino e proseguira’ ad aprile nella Palestra grande e negli scavi di Pompei e, infine, arrivera’ a giugno al Museo archeologico nazionale di Napoli. Frutto della collaborazione tra le tre istituzioni culturali, il percorso espositivo ha l’obiettivo di ripercorrere “un incontro tra culture tanto diverse, quanto intimamente e storicamente legate”. Si tratta di “un grande progetto scientifico che interessera’ gli studiosi, ma anche il grande pubblico”, ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, per il quale “avere tre sedi espositive cosi’ importanti consente di mettere in rete tre istituzioni di eccellenza. E’ quello di cui abbiamo bisogno”. ‘Egitto Pompei’ partira’ il 5 marzo al Museo Egizio di Torino con l’apertura per la prima volta al pubblico di uno spazio di circa 600 metri quadrati che ospitera’ l’allestimento di oltre 330 pezzi, di cui 172 provenienti dalla Soprintendenza di Pompei e dal Museo archeologico nazionale di Napoli. Il legame tra l’arte dei faraoni e quella greco-romana sara’ raccontato attraverso pitture, vasi e sculture che si snoderanno attraverso le 9 sezioni dell’esposizione. Tra i pezzi piu’ preziosi arrivati da Pompei, anche tre tombe complete di corredi e gli affreschi dell’Iseo Pompeiano. “E’ stata un’operazione molto delicata portare gli affreschi di Pompei al quarto piano del Museo”, ha raccontato Evelina Christillin, presidente della Fondazione Egizio, che ha auspicato di poter “proseguire la collaborazione con gli altri enti culturali” e ha snocciolato i numeri del Museo dall’1 aprile 2015, quando “abbiamo aperto una nuova parte della struttura. Durante i lavori non abbiamo mai chiuso il Museo e da allora abbiamo registrato quasi 880mila visitatori. Il nostro golden dream- ha detto- sarebbe raggiungere quota 1 milione entro il primo compleanno dal rinnovo”. Al Collegio romano anche Christian Greco, direttore dell’Egizio e curatore di ‘Egitto Pompei’, che ha spiegato come “questa mostra si inserisce in un contesto di ricerca. Si tratta del primo appuntamento di un grande percorso che negli anni raccontera’ la relazione del nostro Paese con l’Egitto”. Dopo Torino, la mostra arrivera’ il 16 aprile nella Palestra Grande di Pompei, dove uno scenografico allestimento, tutto incentrato sul culto solare, riunira’ sette monumentali statue con testa di leone della dea Sekhmet e la statua seduta del faraone Tutmosi II che per la prima volta usciranno dalle sale della collezione permanente del Museo Egizio. “Inaugureremo un’altra parte della Palestra Grande- ha detto il soprintendente Massimo Osanna- ma la mostra sara’ piu’ articolata e sara’ dislocata attraverso le strade di Pompei, dove un itinerario permettera’ di vedere anche le case ‘egittizzanti'”. All’interno degli scavi verra’ infatti tracciato un percorso egizio a partire dal Tempio di Iside, per arrivare alle numerose domus che riportano motivi decorativi che rimandano all’Egitto, come quella di Loreio Tiburtino. Ma oltre all’Egitto a Pompei “ci saranno anche altre prestigiose manifestazioni- ha detto il soprintendente- come la grande mostra su Mitoraj che apriremo a maggio. Spero che si ripeta il successo dello scorso anno, quando abbiamo sfiorato i 3 milioni di visitatori. Anzi, credo che quest’anno saliremo”. A Napoli ‘Egitto Pompei’ arrivera’ in prima battuta il 28 giugno e coincidera’ con l’inaugurazione al Museo archeologico di una nuova sezione del percorso di visita delle collezioni permanenti che servira’ a focalizzare l’attenzione sull’insieme di culti che, nati o arrivati dall’Oriente attraverso l’Egitto, hanno trovato in Campania un terreno fertile di ricezione e diffusione nel resto d’Italia. Tra tutti i reperti, spiccano le coppe di ossidiana di Stabia. Infine, dall’8 ottobre il progetto espositivo si concludera’ con la riapertura della collezione egiziana del Museo di Napoli. “Abbiamo voluto fortemente partecipare a questa operazione- ha detto il direttore Paolo Giulierini- dando un segnale di riapertura degli allestimenti permanenti in due fasi. La riapertura della sezione Egizia ha un valore enorme e comportera’ un aumento dei visitatori”. Un progetto, quello di ‘Egitto Pompei’ che per Franceschini dimostra come “si puo’ fare sistema in modo intelligente e produttivo, facendo un lavoro di importanza scientifica e, contemporaneamente, costruendo una potenzialita’ di attrazione turistica molto forte”.