L’arte di Francis Bacon torna nel Sud Italia e sceglie Sorrento per essere ammirata dai napoletani e da quanti amano il pittore irlandese scomparso a Madrid il 28 aprile del 1992. “Un’occasione unica e imperdibile”, sottolineano il soprintendente Luciano Garella e Isabella Valente, docente di arte contemporanea alla Federico II di Napoli, nel presentare ai cronisti un evento culturale reso più vivo dalla presenza di Barry Joule, amico e sodale di Bacon, che 29 anni fa trascorse una vacanza a Napoli, Panarea e Palermo vivendo appieno ritmi e colori del Sud Italia. La mostra si deve proprio alla disponibilità di Joule che ha consentito di esporre la sua personale raccolta di dipinti nella splendida Villa Sorrentino a Sorrento. E’ stato lui a coordinare e curare la mostra lavorando d’intesa con il sindaco della cittadina, Giuseppe Cuomo, e con Gaetano Milano, ad della Fondazione Sorrento, e avvalendosi delle strategie progettuali e organizzative di Artstudioapaparo. “The Barry Joule Collection of Francis Bacon. Artworks from 7 Reece Mews, London” è stata battezzata “Transformations”. Sarà inaugurata il 20 maggio e si protrarrà fino al 21 ottobre prossimo. E’ stata già esposta al Museo Picasso, alla Fondazione Maeght, insieme alle opere di Alberto Giacometti e Henri Matisse, e in Cina al museo d’arte How di Shanghai.
Si potranno ammirare 10 dipinti ad olio del periodo surrealista (anni Trenta) tra cui il celebre Autoritratto del 1936; sette disegni recto-verso parte di una raccolta denominata X Album (album personale dell’artista che prende il nome dalla copertina a forma di X) proveniente dal suo studio. Ci saranno anche i noti “Artworks” di Bacon, ritagli di giornali, riviste e immagini fotografiche che ritraggono figure più o meno importanti del nostro secolo, (tra queste quella di Mike Jagger), il corpo umano, i movimenti animali oltre ad opere di altri artisti famosi, su cui l’artista è intervenuto attraverso diverse tecniche pittoriche, in particolar modo con l’uso di olio, matita e pastelli. Ci saranno anche libri e riviste dalla biblioteca dello studio di Bacon con interventi in matita e olio e disegni d’artista che affiancano in modo prorompente le pagine e le immagini che ritraggono persone e natura. Tra questi un volume di Avedon, uno di Michelangelo e ancora uno di Soutine. “Sono stato a Napoli con Bacon nell’agosto del 1989. Per 3 giorni siamo stati qui a mangiare, bere e guardare Caravaggio – racconta Joule visibilmente emozionato – Poi siamo stati una settimana a Panarea e 4 giorni a Palermo. Trent’anni dopo torno qui non con il mio amico ma con le sue opere” il cui impatto, sottolinea, è “powerful” (potentissimo, ndr). Joule ricorda di aver conosciuto Bacon nel 1978, nello studio dell’artista e già in quell’occasione di aver provato “un pugno in pieno stomaco” nel guardare le sue opere. “Ogni volta che le ammiro – sottolinea – provo lo stesso effetto”.