Mostre, “Pecunia non olet”: agli Uffizi i banchieri dell’antica Roma

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La moneta, mezzo di scambio, simbolo di potere e prosperità, con tutte le professioni che le gravitavano attorno, è il tema centrale della nuova esposizione archeologica della Galleria degli Uffizi: Pecunia non olet. I banchieri di Roma antica, accolta in nuove sale al piano terra del museo fino al 17 settembre 2023.

Con oltre 50 opere, provenienti da musei italiani ed europei, e da importanti collezioni private, la mostra si articola in cinque sezioni. Racconta le evoluzioni economiche della società romana primitiva, caratterizzata da un’economia pre-monetaria, a quella della Roma repubblicana e quindi imperiale, epoca nella quale si affermano le varie figure attive nella banca romana: prima gli argentarii, seguiti da coactores, coactores argentarii e nummulari (fine I a.C. – seconda metà II d.C.).

Il lavoro di questi professionisti è illustrato da documenti bancari di duemila fa, insieme ai loro ‘ferri del mestiere’, a volte enigmatici come le tessere nummularie, e con splendidi rilievi che conducono il visitatore fin dentro le banche romane, dominate dalla mensa, il bancone che finì col divenire il simbolo di tutti i lavori incentrati sul denaro. La mostra narra anche la storia di alcuni degli operatori del mondo bancario romano: come Daphnus, che nella scena scolpita sulla sua ara si mostra in abito da lavoro, mentre dirige un’asta nel sontuoso mercato costruito da Nerone, o Caecilius Iucundus, che mostra la sua casa pompeiana e il suo archivio privato. L’ultima sezione del percorso è dedicata alle trasformazioni della società romana a partire dalla metà del II secolo d.C., quando con la contrazione degli scambi anche i mestieri bancari perdono di specializzazione e gradatamente scompaiono. Della loro funzione resta comunque memoria, come dimostra la forza con cui papa Gregorio Magno si spende per tutelare un argentarius romano suo contemporaneo.