Miracolo a Natale, il blitz di Zelensky a Washington e i doni del Congresso

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in foto Volodymyr Zelensky e Joe Biden

Esclusa la saga di Babbo Natale, trita e ritrita ma mai messa in soffitta, l’evento straordinario, nel senso di più che positivo del termine, ha preso forma qualche giorno prima del 25 dicembre, Con un blitz riservato ma pur sempre molto rischioso, il Presidente ucraino Zelensky si è recato dal Presidente americano Biden che lo ha accolto come si conviene al Capo di uno stato amico. C’è di più. Il Presidente ucraino ha parlato al Congresso e ha ottenuto, tra le altre cose, un tributo di solidarietà sincero e ben oltre la forma, almeno quanto lo è stato il suo presentarsi in maniera informale al cospetto dello stesso e, prima ancora, dal Capo della più importante democrazia del mondo. La sua genuinità è trasparsa già quando è stato ricevuto alla Casa Bianca, vis à vis con il padrone di casa. Particolare non trascurabile, mentre il visitato ha letto quanto aveva stabilito di rivolgere all’ospite, quest’ultimo gli ha risposto, parlando a braccio, in un inglese più che fluente. Gli ha portato doni, tra cui una bandiera con scritte le firme di alcuni militari. Ciò che conta maggiormente è che anche il Congresso lo ha definito un eroe con un lungo applauso in piedi, dimostrandogli solidarietà unanime. Zelensky torna a casa quindi con la valigia piena di aiuti di ogni genere che Washington ha concesso, come già promesso, a Kiev. Operazione riuscita, si potrebbe a tal punto affermare e, se non si tiene conto dell’ira che, con ogni probabilità, quanto è accaduto scatenerà nei boia sanguinari del Cremlino, è confermato. È andata come è andata e per Zelensky è stata anche una rèclame per il suo paese di forte efficacia: non è azzardato credere che attirerà sull’Ucraina e su se stesso una buona dose di consensi insieme a quanto altro ne potrà derivare. Un altro pungolo legato alla questione Ucraina, quello che comunque continuerà a affliggere quel paese cessata la guerra, è la ricostruzione. Finora i paesi che si vedranno coinvolti direttamente in quella operazione stanno in panchina in attesa di capire come è quando sarà messa la parola fine alla brutta storia.. Da ora è credibile che le sliding doors che si apriranno su quella impegnativa operazione potranno essere, a grandi linee, due. Una prima che vedrebbe l’Ucraina entrare nell’orbita europea, come vorrebbero che accadesse tutti i paesi occidentali, con in testa la EU. In tal caso sarebbe percorribile la strada della realizzazione di qualcosa che somigli al Piano Marshall in edizione riveduta e corretta. Certamente, oltre alla partecipazione della EU, dovrebbero essere coinvolti anche gli USA, e per loro non costituirebbe una operazione di sola beneficenza. Parteciperebbero principalmente per lo spostamento ancora più a est della propria ingerenza nel Vecchio Continente, con i vantaggi che è facile immaginare. Non è tutto. L’ Occidente includerebbe così nei suoi confini il più grande produttore di cereali del pianeta che, per la Eu comporterebbe anche un aumento del PIL scaturente dall’export di tutto rilievo. Anche se la prima fase comporterà un forte impegno, soprattutto finanziario, di quei paesi che interverranno nell’operazione, è prevedibile che, nel breve-medio periodo, esso venga ripagato. L’altra ipotesi é cosa invece accadrebbe se quel paese finisse, malauguratamente, nell’area di ingerenza di Mosca. Al momento sarà meglio non considerare affatto tale soluzione, non fosse altro che per buon augurio. L’ipotesi che quel paese ritorni nello status quo al momento in cui è stato invaso, non è più meritevole di attenzione in quanto è irrealizzabile, anche solo come esercizio di scuola di politica. Quelli appena illustrati sono al momento gli avvenimenti che stanno polarizzando l’ attenzione del mondo, ma nella realtà non sono i soli. Continuando anche solo con l’ immaginazione verso oriente, si corre il rischio di ricevere una scudisciata da quanto sta accadendo in Afghanistan. La popolazione di quel paese.é preda gratuita degli scherani di quei teocrati che, in tutta autonomia e senza alcun controllo, incutono terrore tra i dissidenti. É Un brutto assortimento di situazioni negative, dunque e per esse, purtroppo, è molto difficile che si verifichi un altro miracolo perché è Natale.
Al punto in cui sono arrivati gli attriti, nonostante gli scontri tra la popolazione e i guardiani della rivoluzione siano arrivati al massimo livello di espressione, manca poco che si trasformino in guerra civile. A meno che non arrivi un intervento esterno. A mali estremi, rimedi estremi, sempre che riescano a cancellare quelle piaghe dal Mondo.