Migranti, basta stragi. Andiamo a prenderli noi

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E se i migranti li andassimo a prendere direttamente in Libia, nel momento in cui, come ci ha assicurato l’Alto Commissario dell’Onu, Leon (Ah! Se ci fosse stato Romano Prodi!), che quel Paese si desse un governo riconosciuto e degno di questo nome?! Ragioniamo: dalla Libia partono tutti, con sprezzo del pericolo e della vita. Partono tutti: a qualunque costo, a qualunque prezzo, a qualunque rischio. A centinaia, a migliaia ormai, muoiono sul mare, ora anche in terraferma, nel cuore dell’Europa, nei tir, nei camion frigoriferi! Così l’Europa si sta accorgendo direttamente del “fenomeno” dei migranti: sugli scogli di Ventimiglia, su quelli di Calais, alla frontiera e nel cuore dell’Ungheria, della Polonia! Ma se partono tutti, se tutti arrivano, vivi o morti, perchè non li andiamo a prendere noi, distruggendo la criminalità degli scafisti? Perchè non li andiamo a “conoscere” lì, selezionandoli fra profughi da guerre, persecuzioni e fra chi fugge dalla fame e dalla miseria? Un coacervo di contraddizioni europee e mondiali, che ormai coinvolge anche l’Onu ed inchioda il Nord opulento del Mondo alle sue responsabilità. Si fece presto a fare della guerra in Iraq un fenomeno mondiale, protagonisti Bush e Blair con molti altri a fare da comparsa. Si impegnarono risorse che, da sole, sarebbero bastate a sfamare mezzo mondo ed a trovare collocazione sicura a centinaia di migliaia di migranti. Quelli che, forse anche con qualche ragione, si posero il problema di invadere la Siria per abbattere il regime di Assad, ora si pongono il problema di dare una risposta alle migliaia di Siriani, che fuggono proprio da quel regime? Grande confusione sotto il cielo, ma, sopratutto, carenza assoluta di leader, e di idee, in grado di “organizzare” l’integrazione fra etnie diverse, fra credo religiosi diversi. Eppure il rinnovamento di un tessuto… antropologico del Nord del Mondo, stanco, annoiato, incapace di rinnovarsi, ha bisogno, con tutta urgenza, di una iniezione di nuove etnie per determinare nuove energie! Poi guardiamo quell’immagine di una tenerezza straziante del bambino morto sulla spiaggia turca e perfino i freddi inglesi si commuovono! Quel bambino, vittima sacrificale del nostro egoismo riuscirà a smuovere le teste ed a illuminare i cuori di quanti gridano violenza in tanta parte d’Europa?


Dopo Sergio Chiamparino, sono stato felice di trascorrere un po’ di tempo con quel grande attore che è Umberto Orsini. Innamorato della nostra isola dal tempo in cui, fra gli attori preferiti da Luchino Visconti, frequentava, suo ospite, la Colombaia. È voluto tornare, dopo che l’avevo ospitato ne Il Contastorie lo scorso anno. In questi giorni ha potuto approfondire, di più e meglio, la conoscenza della nostra terra, apprezzarne le sue risorse, a cominciare da quelle termali, ma, sopratutto, la straordinaria ricchezza della sua storia. La visita a Villa Arbusto, così come per Sergio Chiamparino era… inevitabile! La Coppa di Nestore e gli altri tesori di quel Museo lo hanno impressionato ed ammaliato: con questi “testimoni” il destino di Villa Arbusto è meno oscuro. Con buona pace di coloro che pensano solo alle copertine della stampa da gossip con la offensiva presunzione di far… conoscere l’Isola d’Ischia nel mondo!


Un raggio di luce vivissima, un fiore profumato, una perla rara: Anatolij Korol, ucraino, si è fatto ammazzare per tentare di impedire una rapina in un supermercato di Castello di Cisterna. Si è fatto ammazzare da gente della nostra terra! Fra l’indifferenza rassegnata dei presenti, guadagnandosi anche qualche “rimprovero”: ma chi glielo ha fatto fare! Un eroe civile, raro, del nostro tempo, che consapevolmente ha inteso pagare il suo tributo di amore al contesto che aveva accolto lui e la sua famiglia. Ma una testimonianza di amore, ed una lezione, ancora più grande viene dalla sua famiglia e dalla sua figlia quindicenne: non impreca, non maledice questa terra e la sua gente, che gli ha ucciso il padre, ma ringrazia tutti per la solidarietà e gli attestati di amicizia che riceve. Veramente una bella lezione, che ti concilia con la vita. Se la leggessero gli sventurati ragazzi camorristi, se la imparassero a memoria le madri, consapevoli e snaturate, di quei ragazzi, vivremmo qui in un altro mondo. Molto più bello! Grazie Anatolij per il tuo sacrificio, davvero indimenticabile.