Migranti: Austria avvia la stretta, da oggi tetto a ingressi

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Parte oggi la stretta sui migranti annunciata dall’Austria e sulla quale ieri si è consumato un duro scontro tra Vienna e l’Ue al Consiglio europeo, con Bruxelles che ha definito “illegali” le misure sui tetti giornalieri sull’accoglienza e sul transito dei richiedenti asilo. Il cancelliere austriaco Werner Faymann, malgrado le critiche, la notte scorsa ha assicurato che il suo Paese sarebbe andato avanti nell’applicazione delle misure annunciate. Tuttavia al momento, riferisce l’Associated Press, non ci sono arrivi di migranti a Spielfeld, il principale valico di frontiera con la Slovenia: secondo Fitz Grunding, un portavoce della polizia citato dall’Ap, il motivo sarebbe il cattivo tempo che ha interessato l’Egeo nei giorni scorsi frenando così il flusso di persone in arrivo.

Il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maizière ha ammonito i Paesi europei dall’adottare nell’emergenza profughi misure a scapito della Germania, minacciando in tal caso reazioni. “Nel caso in cui alcuni Paesi dovessero tentare di trasferire i problemi comuni unilateralmente e sulle spalle dei tedeschi lo troveremmo inaccettabile e sarebbe incassato da parte nostra alla lunga non senza conseguenze”, ha detto il ministro senza concretizzare la minaccia.

La minaccia del premier italiano Matteo Renzi di tagliare i fondi europei a quei Paesi, soprattutto dell’Est, che bloccano i ricollocamenti dei migranti rappresenta “un ricatto politico”. Così da Budapest il portavoce del governo ungherese di Viktor Orban, Zoltan Kovacc, citato dall’agenzia di stampa Tanjug. L’Ungheria, ha ribadito il portavoce commentando le parole di ieri di Renzi al Consiglio europeo a Bruxelles, si oppone al sistema di quote per la ridistribuzione dei profughi all’interno dell’Unione europea. 

“Cari amici, basta con le prese in giro: la solidarietà non può essere solo nel prendere, ma anche nel dare”. Matteo Renzi, aveva preso la parola durante la cena del Consiglio europeo per lanciare un messaggio chiarissimo ai Paesi dell’Est: o accettate i migranti o noi, Paesi contributori, vi bloccheremo i fondi.

Parte oggi la stretta sui migranti annunciata dall’Austria e sulla quale ieri si è consumato un duro scontro tra Vienna e l’Ue al Consiglio europeo, con Bruxelles che ha definito “illegali” le misure sui tetti giornalieri sull’accoglienza e sul transito dei richiedenti asilo. Il cancelliere austriaco Werner Faymann, malgrado le critiche, la notte scorsa ha assicurato che il suo Paese sarebbe andato avanti nell’applicazione delle misure annunciate. Tuttavia al momento, riferisce l’Associated Press, non ci sono arrivi di migranti a Spielfeld, il principale valico di frontiera con la Slovenia: secondo Fitz Grunding, un portavoce della polizia citato dall’Ap, il motivo sarebbe il cattivo tempo che ha interessato l’Egeo nei giorni scorsi frenando così il flusso di persone in arrivo.

Il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maizière ha ammonito i Paesi europei dall’adottare nell’emergenza profughi misure a scapito della Germania, minacciando in tal caso reazioni. “Nel caso in cui alcuni Paesi dovessero tentare di trasferire i problemi comuni unilateralmente e sulle spalle dei tedeschi lo troveremmo inaccettabile e sarebbe incassato da parte nostra alla lunga non senza conseguenze”, ha detto il ministro senza concretizzare la minaccia.

La minaccia del premier italiano Matteo Renzi di tagliare i fondi europei a quei Paesi, soprattutto dell’Est, che bloccano i ricollocamenti dei migranti rappresenta “un ricatto politico”. Così da Budapest il portavoce del governo ungherese di Viktor Orban, Zoltan Kovacc, citato dall’agenzia di stampa Tanjug. L’Ungheria, ha ribadito il portavoce commentando le parole di ieri di Renzi al Consiglio europeo a Bruxelles, si oppone al sistema di quote per la ridistribuzione dei profughi all’interno dell’Unione europea. 

“Cari amici, basta con le prese in giro: la solidarietà non può essere solo nel prendere, ma anche nel dare”. Matteo Renzi, aveva preso la parola durante la cena del Consiglio europeo per lanciare un messaggio chiarissimo ai Paesi dell’Est: o accettate i migranti o noi, Paesi contributori, vi bloccheremo i fondi.