Negli ultimi 4 anni, grazie al microcredito, 14.000 persone hanno avviato o sostenuto un’attività lavorativa e 34.000 posti di lavoro sono stati creati. E’ uno dei dati emersi dalla ricerca “Il microcredito in Italia e nel Mezzogiorno – caratteristiche socio-economiche e funzionali” che sarà presentata oggi presso la sede dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione la presentazione L’iniziativa, organizzata dall’Istituto Banco di Napoli e da Srm (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), è aperta da Daniele Marrama (presidente dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione) e da Massimo Deandreis (direttore generale di Srm).
Dopo la presentazione della ricerca, affidata a Salvio Capasso (Responsabile Economia delle imprese e settore non profit di Srm), Marco Musella (Ordinario di Economia politica dell’Università Federico II) modera il dibattito al quale prendono parte Corrado Ferretti (Segretario generale European microfinance network), Andrea Limone (Amministratore delegato PerMicro) e Chiara Marciani (Assessore Pari opportunità Regione Campania).
Le conclusioni sono tenute da Antonio Minguzzi, direttore generale dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione.
I principali risultati emersi dallo studio:
Dalla rilevazione dell’European Microfinance Network, in Europa i 150 operatori di 24 paesi europei hanno erogato poco meno di 388 mila microprestiti per 1,53 mld di euro. Il 79% del valore totale è stato erogato per programmi di micro-imprenditorialità, il restante 21% per microcredito sociale. Il valore medio dei micro-crediti erogati nei Paesi Ue è risultato pari a 9.234 euro (12.800 euro in Italia).
Nel 2014 in Italia: Gli 11.500 Microcrediti (osservatorio ENM – Ente Nazionale per il Microcredito) si suddividono equamente tra il sociale ed il produttivo. Il tasso di crescita del microcredito produttivo è del 75% medio annuo. In termini di volumi sono stati erogati oltre 147 milioni di euro (121,3 per il produttivo e 25,8 per il sociale). Quindi l’importo medio del sociale è di 4.500 euro circa, per l’imprenditoriale è 21.300 euro.
Nel Sud il numero di operazioni (prestiti concessi) si stima nell’ordine del 20% circa del dato nazionale (con una prevalenza del comparto produttivo). In termini di volume di finanziamenti concessi si stima una presenza nel Sud di circa il 30% del volume complessivamente finanziato a livello nazionale.
Il microcredito è stato erogato a tassi inclusivi: il tasso medio applicato risulta pari al 3,1%; per i micro-crediti sociali 2,5%, per la micro-imprenditorialità 3,3%. (un’analisi di impatto della nuova normativa sul tasso al microcredito sociale lo proietterebbe al 8,47%)
Il 63,5% dei programmi erogati sono assistiti da fondi di garanzia creati ad hoc, per un ammontare complessivo di oltre 118 milioni di euro; generalmente riconducibili a programmi di micro-imprenditorialità, solo il 15,8% dei fondi di garanzia è dedicato al microcredito Oltre il 90% dei programmi già prevede servizi ex ante di assistenza tecnica al primo accesso; nell’83% dei casi sono offerti anche servizi on going di assistenza e tutoraggio dei beneficiari; nel 38% vengono forniti servizi di formazione.
Il microcredito assume quindi un suolo rilevante anche nell’ottica del rapporto con il territorio e la crescita. Per almeno tre motivi:
1) l’effetto moltiplicativo che può avere sugli investimenti della microimpresa: il moltiplicatore dell’occupazione è stato calcolato al 2,43; vale a dire che ogni imprenditore che apre una nuova impresa con il Microcredito in genere crea 2,43 occupati. L’UE stima in Italia ulteriori 475 mila domande potenziali per un importo di 481,5 milioni di euro. Un potenziale di mercato dunque molto ampio.
2) l’effetto di responsabilizzazione da parte del percettore di microcredito nell’utilizzo del prestito, che vede ad esempio tassi di default delle operazioni non alti e molto diversificati.
3) l’effetto di sottrazione di «clienti» al welfare assistenziale per il fatto che il Microcredito genera nuova attività economica e nuovi contribuenti con un ruolo attivo nella società. Negli ultimi 4 anni 14.000 persone sono state in grado di avviare o sostenere un’attività lavorativa. Sono stati creati 34.000 posti di lavoro.
In Italia la nuova normativa (con tutte le sue criticità) ha creato un nuova «arena» su cui i diversi operatori devono cimentarsi e rapportarsi per operare al meglio ed «efficientemente» su questo mercato. Il nuovo contesto di riferimento per favorire la nascita e la sostenibilità degli operatori di microcredito, necessita dell’implementazione di una efficace piattaforma finanziaria e strumenti di osservazione del mercato che vada dal quadro nazionale (il ruolo dell’ENM) a quelli territoriali che spesso manifestano varie e distinte singolarità.
Il Mezzogiorno rappresenta – per le sue condizioni di contesto – un mercato potenziale estremamente significativo che dovrà assolutamente beneficiare della maggiore struttura e regolamentazione del settore.
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