Il previsto convegno di due giorni (14 – 15 Ottobre) a Capri dell’A.Pro.M, l’Associazione per il progresso del Mezzogiorno, dal titolo “Mezzogiorno: tra sofferenze e voglia di un nuovo Rinascimento”, a causa delle terribili previsioni metereologiche è stato spostato presso Palazzo Zapata, prestigiosa sede dell’Università Telematica Pegaso. Il tempestivo intervento di Danilo Iervolino, vice presidente A.Pro.M, nonché presidente dell’Università Telematica Pegaso ha consentito che avesse luogo nella bella città di Napoli l’interessante cenacolo dedicato alle problematiche e alle politiche future del Mezzogiorno. È dall’Unità d’Italia che gli intellettuali del Meridione non riescono ad apportare modifiche significative allo status quo che si determinò immediatamente dopo la cosiddetta “annessione del Sud” al Piemonte. L’Italia soffre di mancanza di laureati rispetto all’Europa, è in ritardo nella diffusione della fibra ottica e sono inconsistenti le politiche industriali, al punto tale che tante piccole e media imprese, non sopportando la concorrenza, gettano la spugna. Allora in un Paese già in difficoltà come potrà il Mezzogiorno riprendere la sua corsa?
La cultura universitaria appare eccessivamente autoreferenziale e vi è una certa piccineria politica sulle sturt up che sopravvivono anziché raggiungere un effetto fionda come in America. Il prof. Giuseppe Ciccarone, Preside della Facoltà di Economia La Sapienza di Roma e Presidente Comitato Scientifico A.Pro.M., in merito allo stato economico, sociale, culturale del Mezzogiorno d’Italia si è augurato che dai proclami di un Nuovo Rinascimento si passi ai progetti concreti e che gli atteggiamenti fatalistici e disperanti lascino il passo a idee innovative di ricostruzione e progresso. Ricordando Croce, si può affermare che oggi più che mai occorre impegno nell’adempimento del proprio dovere, talvolta anche in modo drammatico. Il merito, in sostanza, coincide con il dare il proprio meglio al servizio della comunità. Claudio Tito, caporedattore de La Repubblica, ha sottolineato che le intelligenze vive a Napoli non mancano, però non vi sono le strutture in grado di supportarle; solo una maggiore coesione sociale potrà consentire un salto sotto il profilo culturale. Il dott. Lucio di Nosse, Presidente della VII Sezione Fallimentare del Tribunale di Napoli, con un’analisi realistica della miriade di modelli processuali fallimentari, oggi presenti, ha illustrato lo stato attuale della Riforma organica delle procedure concorsuali, invocando una giustizia sostanziale più che l’applicazione di regole astratte. Per Mario Cicala, Presidente della Comm. Regionale Tributaria, occorrerebbe una gestione d’impresa curativa che consenta al singolo indebitato di tornare attivo, ma per ottenere tale risultato non occorrono le cosiddette leggi-sentenza, bensì leggi che si ancorino a superiori principi ispiratori. Il prof. Francesco Fimmanò, ordinario di diritto commerciale e direttore scientifico Universitas Mercatorum, ha ricordato che nella storia economica le crisi possono essere interpretate come occasioni di sviluppo e come momenti di riforma. Così fu dopo il crollo di Wall Steet del ’29 quando gli USA divennero luogo d’elezione dello sviluppo economico. La legislazione riguardante la risoluzione del procedimento fallimentare fa ancora troppo riferimento all’imprenditore e non all’impresa, seguendo un modello sanzionatorio, un ipotecamento etico, anziché principi di efficienza e d’efficacia d’impresa che favoriscano, in situazione di crisi, fenomeni di sviluppo e di allocazione efficiente delle risorse. Altri esperti di diritto e del mondo delle professioni intervenuti, tra i quali Daniela Cavaliere, Francesco Astone, Carlo Fucci, Stefano Marchetti, Claudio Burani, hanno sottolineato come il problema di avere nuove norme che agevolino il procedimento fallimentare sia ormai nazionale e chiama in causa il corpo e il sangue del Paese. Il direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano, ha ricordato che per fare informazione “seria” occorre evitare esagerazioni giornalistiche più gravi dei mali che vogliono rappresentare. La mistica della Terra dei Fuochi è diventata una fiction noir con danni commerciali enormi, confermati dal dott. Riccardo Maria Monti, presidente Italfer, che riagganciandosi all’attuale discorso innovazione-investimenti ha sciorinato le grandi potenzialità d’impresa di Napoli. L’innovazione deve essere regolata da norme di legalità quotidiana.
L’europarlamentare Aldo Patriciello ritiene opportuno di fronte alla forbice Nord-Sud convogliare i futuri investimenti soprattutto su ricchezza naturale, paesaggistica e sul bellissimo patrimonio artistico. Ha chiuso la convention il ministro Angelino Alfano che ha indicato per Napoli come per la Sicilia due priorità: alta infrastrutturazione e bassa criminalità. Questa l’unica politica seria per il Sud affinché sicurezza e legalità, garantite, facciano crescere il turismo nel Mezzogiorno, soprattutto quello proveniente dalla Cina. Il Sud d’Italia potrà divenire nella dimensione europea una meta turistica importante come lo sono la Florida e la California per l’America.