Mezzogiorno, rapporto Confindustria-Srm: crescono export e occupati

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Dopo la piccola ripartenza del 2015, nella quale è cresciuta per la prima volta negli ultimi anni più del Centro-Nord, l’economia del Mezzogiorno è in cerca di conferme nei primi mesi del 2016, quando i segnali positivi devono tenere conto di elementi di incertezza interni ed internazionali che possono condizionarne le prospettive.
Secondo il Check-up Mezzogiorno, curato da Confindustria e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) i segnali sono contrastanti: le previsioni sulla crescita del PIL restano (di poco) positive (+0,3% nel 2016, secondo le ultime stime), ma le incognite rimangono elevate, sia per fattori interni, sia di instabilità internazionale.
Le esportazioni fanno registrare un record, anche se non mancano delle ombre. Nel complesso, infatti, rispetto al primo trimestre del 2015, l’export meridionale cresce del 2,5% (a fronte di una sostanziale stazionarietà del dato nazionale). In particolare, l’andamento dell’export dei distretti meridionali si conferma positivo, con un aumento medio dell’8,3%, superiore a quello medio dei distretti del Centro Nord(compresi tra il 3 e il 5%). Ma all’interno della macro-area si rafforza la differenziazione dei risultati. Calano, infatti, le esportazioni in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, mentre crescono in Abruzzo, Molise e Basilicata: aumenta in maniera significativa l’export dell’automotive (più 32,9%) e dell’elettronica (più 22,2%) ma continua il calo dei prodotti della raffinazione (meno 27,4%), dei prodotti chimici e farmaceutici e, per la prima volta subisce una piccola battuta d’arresto l’agroalimentare (meno 2,4%), settore cresciuto ininterrottamente anche negli anni della crisi.
Anche la destinazione geografica delle esportazioni meridionali si modifica (e spiega in parte l’andamento dei valori esportati). Sale, infatti, l’export verso i Paesi dell’eurozona (in particolare verso Francia e Germania) e gli USA, sospinto dall’automotive, cala quello verso i BRICS e i Paesi dell’area Med, dove pesano il rallentamento della crescita globale e l’instabilità dell’area: fra questi ultimi, cala soprattutto l’export verso Turchia  (meno 35%) e Libia (meno 20%).
Migliora il tasso di occupazione, salito di 0,6 punti percentuali rispetto al I trimestre 2015, con oltre 50mila occupati in più, ma la crescita degli occupati a tempo indeterminato, che ha contribuito non poco a consolidare la fiducia nel corso del 2015, sembra frenare nei primi mesi del 2016, anche a causa della riduzione dell’effetto degli sgravi contributivi. Le assunzioni agevolate nei primi cinque mesi si sono ridotte, infatti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di circa il 57%. Resta molto elevata la disoccupazione (superiore al 20%), soprattutto quella giovanile (53,9%) e femminile (22,2%). Il dato sulla Cassa Integrazione, però, si mantiene sui livelli pre-crisi, già raggiunti nel 2015, a conferma della stabilizzazione dell’economia meridionale.

 
“La Campania – sottolinea l’assessore alle attività produttive Amedeo Lepore – è la regione più dinamica per l’aumento delle imprese attive (più 1,2 per cento nel 2016 rispetto alla prima metà del 2015) e per l’incremento delle società di capitali (più 6,3 per cento nel 2016 rispetto alla prima metà del 2015). I dati mostrano una positiva reazione delle imprese campane che nelle attività manifatturiere hanno fronteggiato la crisi con forti investimenti in beni materiali, non subendo i gravi arretramenti verificatisi nelle altre grandi regioni del Mezzogiorno. Inoltre, l’attrazione di imprese estere, la propensione all’esportazione, l’export dei distretti, la presenza delle imprese della filiera culturale e l’occupazione cominciano a presentare segnali confortanti per la ripresa dello sviluppo economico della Regione” . Il rapporto, infine, mostra che la Campania è la Regione con le maggiori quote di assunzioni agevolate attraverso la decontribuzione. A questi dati, si aggiunge lo straordinario risultato raggiunto in una sola settimana dall’apertura delle domande per gli sgravi per le nuove assunzioni previsti dalla Giunta De Luca, che hanno portato la decontribuzione per le imprese al 100% in Campania: ad oggi si sono registrate 2300 imprese, con oltre 900 domande completate, per un valore stimato di circa 10 milioni di euro e 2300 nuove assunzioni. Risultati, questi, ”in linea con la svolta per l’economia della Campania avviata dall’amministrazione regionale guidata dal presidente De Luca”.