Messico, un suggestivo evento alle Scuderie del Quirinale

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In foto Carlos Garcia de Alba

Le Scuderie del Quirinale hanno presentato dal 30 Luglio 2024  la mostra “ Tlapitzalli: Riti e suoni del Messico antico”, una nuova grande esposizione visitabile dal 30 luglio al 15 settembre, a Roma, curata da Frida Montes de Oca Fiol
Un progetto espositivo di respiro internazionale nato dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura italiano e il Ministero della Cultura del Messico.
La mostra promossa dall’ INAH l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico, in collaborazione con la Direzione Generale Musei del MIC, proposta nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Messico, è stata concepita da un comitato scientifico multidisciplinare composto da musicologi, conservatori, archeologi, antropologi, etnologi e biologi. Un lavoro di oltre due anni condotto da un gruppo di professionisti che ha lavorato incessantemente alla ricerca di un unico elemento: il suono. Dagli scavi archeologici e dai loro studi complessivi sono così emersi documenti e reperti associati al suono nelle civiltà dell’America latina preispanica.
La mostra, attraverso la selezione di 163 manufatti provenienti delle collezioni di venti musei del Messico presenta al pubblico un’ampia selezione di reperti.
Il progetto, di alto rilievo scientifico, organizzato dalle Scuderie del Quirinale, si inserisce in una delle linee programmatiche intraprese ormai da tempo dalla sede espositiva romana: il racconto sistematico delle tante, straordinarie civiltà figurative.

La mostra Tlapitzalli, guardando oltreoceano, ha lo scopo di diffondere l’importanza e la peculiarità delle espressioni musicali preispaniche.
Un elemento, quello musicale, presente nelle civiltà precolombiane in diversi ambiti quotidiani come la religione, la guerra, la caccia, la salute e le attività domestiche. Uno strumento indispensabile il cui scopo era anticamente quello di stabilire la comunicazione con le divinità.
L’origine del suono, in Mesoamerica, come per le nuvole e la pioggia, parte da una forza invisibile della natura: il vento. Secondo la mitologia gli dèi, infatti, regalarono l’arte della musica all’umanità, e per i popoli mesoamericani, il concetto di “musica” includeva inoltre l’arte di cantare e danzare.
La mostra prende così il suo nome dallo strumento musicale tlapitzalli, il flauto di Tezcatlipoca divinità precolombiana celebrata nel mese di maggio al termine della stagione secca.
Tutt’oggi, grazie agli studi archeomusicologici, conosciamo alcuni elementi dell’estetica della musica preispanica. Come una melodia eseguita contemporaneamente con versioni diverse (eterofonia); o l’interferenza tra frequenze diverse (battimenti); oppure suoni diversi che formano un’armonia (polifonia); due o più ritmi simultanei (poliritmia); così come il rumore integrato al linguaggio musicale.
L’esposizione si arricchisce di apparati audio che, grazie alle registrazioni di alcuni brani interpretati per l’occasione, offrono al visitatore una esperienza immersiva fra i suoni emessi da oggetti e strumenti musicali.
L’obiettivo della mostra è un’immersione sensoriale totalizzante attraverso una panoramica ricchissima di immagini, documenti, reperti e riproduzioni sonore in grado di trasportare il visitatore in un mondo antico. Un percorso espositivo che intende sottolineare anche la conoscenza e la capacità di questo popolo di riprodurre gli elementi naturali all’interno degli strumenti musicali.
“Tlapitzalli Riti e suoni del Messico antico”, rappresenta la sintesi di un lungo percorso, un’occasione unica per ammirare manufatti antichi con lo scopo di far comprendere ai visitatori la conoscenza e la capacità di questo popolo di riprodurre gli elementi naturali all’interno degli strumenti musicali.
Mario De Simoni, direttore generale Scuderie del Quirinale, ha detto: “Le Scuderie del Quirinale hanno una antica tradizione di attenzione verso culture da noi distanti nel tempo e nello spazio. Basterà ricordare le mostre Cina. Nascita di un Impero (2006) e Arte della Civiltà Islamica (2015). La mostra Tlapitzalli. Riti e suoni del Messico antico, proposta alle Scuderie del Quirinale dalla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, è una conferma di questa attenzione e potrà soddisfare una delle grandi curiosità che noi possiamo avere: conoscere i suoni di civiltà scomparse e quanto di questi suoni rimane nelle espressioni musicali di oggi”.
Da parte sua Carlos García de Alba, ambasciatore del Messico in Italia, ha sottolineato che: “La presentazione della mostra ‘Tlapitzalli, Riti e suoni del Messico antico’ è un altro ponte di grande attualità tra due Paesi che sono potenze storiche e culturali, come il Messico e l’Italia. Ancor di più nel 2024, quando le nostre nazioni celebrano il 150º anniversario delle relazioni diplomatiche. I tlapitzalli, strumenti musicali a fiato tradizionali degli Aztechi e di altri popoli Nahua, generalmente realizzati in legno o argilla, sono vere e proprie opere d’arte, rappresentativi delle divinità azteche anche se alcuni sono decorati con motivi naturali: il passato messicano presente nell’Italia odierna, nella magnifica e prestigiosa sede delle Scuderie del Quirinale”.
Secondo Fabio Tagliaferri, presidente e amministratore delegato di Ales SpA, ha rilevato: “Attraverso il sostegno finanziario, gestionale e amministrativo a favore delle Scuderie del Quirinale, Ales conferma una volta di più il proprio ruolo strategico come società in house a supporto delle attività del Ministero della Cultura”.
Matteo Lafranconi, direttore esecutivo delle Scuderie del Quirinale, ha posto in evidenza che: “Con la mostra Tlapitzalli. Riti e suoni del Messico antico le Scuderie del Quirinale tornano a trattare temi di storia delle antiche civiltà, connotati in questo caso da un indirizzo storico-antropologico di grande rigore scientifico che rende conto in modo importante dell’attualità degli studi e della ricerca in questo settore”.
Infine Diego Prieto Hernández, direttore generale dell’Istituto nazionale di antropologia e storia del Messico, ha rilevato che: “La mostra Tlapitzalli. Riti e suoni del Messico antico, curata da studiosi messicani capeggiati dagli specialisti dell’Istituto nazionale di antropologia e storia (INAH) del Messico, è il frutto di una ricerca approfondita e di un’analisi minuziosa dei fondi patrimoniali custoditi dall’INAH, un lavoro che ha portato all’identificazione come oggetti sonori di reperti fino a ora registrati solo in termini descrittivi: fischietti, ocarine, aerofoni, raschiatori, strumenti misti. L’utilizzo delle tecniche radiografiche ha consentito di osservare la loro struttura interna, scoprire indizi per comprenderne il funzionamento e, in alcuni casi, reimpostarne il restauro mirato al recupero, per quanto possibile, dei suoni originari”.