Mercati in surplace: corsa sul filo di lana tra Hillary Clinton e Donal Trump

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In vista, ormai, del risultato elettorale per le elezioni presidenziali negli Usa il mercato dei cambi si prende una doverosa pausa di riflessione, anzi, di stabilizzazione. A cominciare dalla sessione asiatica. E si capisce: gli investitori diventano inevitabilmente più prudenti man mano che ci si avvicina al momento dell’apertura delle urne. Dunque, l’indice del dollaro, che misura la forza dell’USD rispetto a un paniere di valute, si è mosso in una fascia molto ristretta (97,70 – 97,83) a Tokyo, con il calare della volatilità in una vasta gamma di classi di asset. 

Dopo essere sceso a 1,1028 lunedì, il cambio EUR/USD si è consolidato leggermente al rialzo, intorno a 1,1040. 

Le valute considerate rifugi sicuri come il franco svizzero e lo yen giapponese sono esposte in modo significativo a rischi al rialzo, perché gli investitori tendono a cercare rifugi negli asset sicuri.

Dopo aver testato il livello a 1,0755 durante la seduta USA di ieri, l’EUR/CHF stamattina ha recuperato leggermente, salendo dello 0,15%, a 1,0772. Le deboli cifre sull’inflazione svizzera diffuse ieri non sono riuscite a far diminuire le forti pressioni a comprare CHF. 

Da ricordare che a ottobre l’EUR/CHF ha ceduto il 2%.