Mercati in attesa delle decisioni della Fed sui tassi

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Il punto. Prevale il clima di attesa in vista della decisione della Fed della prima stretta sui tassi. Infatti, è dato ormai per scontato un incremento del costo del denaro di 25 punti base. La Federal Open Market Committee della banca centrale Usa inizia, infatti, oggi la sua riunione, ma la decisioni di politica monetaria verranno annunciate soltanto domani dalla presidente Janet Yellen. Secondo gli analisti,in genere molto attenti alle sfumature, l’attenzione è puntata sulla conferenza stampa che seguirà al meeting, domani, poiché se venissero usati toni più duri, sarebbero interpretati come una crescita dei rendimenti e, dunque, della quotazione del dollaro. Staremo a vedere. Intanto, ieri, nell’attesa la Borsa di New York ha chiuso la prima seduta dell’ottava poco mossa. Il Dow Jones ha perso lo 0,1% mentre l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno guadagnato rispettivamente lo 0,04% e lo 0,24%. 

Dello stesso tenore le piazze asiatiche, con Tokyo che ha terminato la seduta poco variata (l’indice Nikkei ha segnato una variazione appena negativa dello 0,15% a quota 19.609,50, con lo yen stabilizzato a quota 114,80 con il dollaro) e i mercati azionari europei che stamattina si muovono complessivamente incerti. A Milano  Il Ftse Mib segna -0,31%, a Francoforte il DAX -0,05%, a Londra il FTSE 100 +0,11%, a Parigi il CAC 40 -0,29% e a Madrid l’IBEX 35 -0,54%.

DA dire che sui mercati del Vecchio Continente pesano anche le incertezze legate al voto  in programma in Olanda, domani, dove si teme l’ascesa del partito antieuropeista guidato da Geert Wilders.
Anche lo spread è poco mosso.  Il differenziale Btp/Bund segna in avvio quota 189 punti con il rendimento del nostro decennale al 2,35%. Sul debito italiano si registra intanto il nuovo avvertimento della Commissione europea che chiede al più presto un intervento di correzione dei conti. A rischio – secondo fonti giornalistiche – ci sarebbe anche la flessibilità concessa all’Italia per il 2016, e in particolare quella per investimenti.

Stabile, al momento, il cambio dell’euro con il dollaro. La valuta europea passa di mano a 1,0644 dollari. Inutile aggiungere che anche su questo fronte peseranno non poco le decisioni della Fed. Anzi, scontata una volatilità del rapporto eur/usd verso l’alto nel caso la Fed decidesse di non decidere, di lasciare cioè ancora i tassi invariati.

Intanto, da registrare il forte calo della sterlina sul disco verde parlamentare al Brexit e soprttutto sulla scia dei timori degli effetti di un possibile referendum bis secessionista della Scozia. Al momento il pound perde nei confronti del dollaro lo 0,67% a 1,2137.

BORSE ASIATICHE

In attesa della Fed, prosegue l’ andamento misto sui mercati asiatici. La giornata è segnata da performance complessivamente negative ma con oscillazioni di moderata entità. Eccezione tra i principali indici è Seoul: il Kospi segna infatti un guadagno dello 0,76% al termine degli scambi. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, è comunque in marginale progresso a fronte di una seduta di riflessione anche per il dollaro.
Il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in marginale progresso ma rimane sotto ai massimi delle ultime sette settimane toccati venerdì scorso.

A Tokyo il Nikkei 225 segna una perdita dello 0,12% dopo essersi mosso sui massimi di 15 mesi nelle ultime due sedute (performance simile per l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,16%).

Sul fronte delle materie prime, il petrolio ha azzerato le perdite iniziali mettendo fine a una striscia negativa durata sei sedute. Intanto continua il recupero dei metalli industriali (il minerale di ferro va in rally, mentre il rame segna la terza sessione consecutiva di guadagni). La giornata vede quindi il recupero dei titoli legati alle materi e prime a Sydney e l’S&P ASX 200 riesce a chiudere in positivo anche se limita allo 0,03% il suo guadagno.

La seduta contrastata è confermata dalle piazze cinesi: lo Shanghai Composite guadagna lo 0,07% a fronte della perdita dello 0,03% dello Shanghai Shenzhen Csi 300. In negativo anche lo Shenzhen Composite, deprezzatosi dello 0,14% in chiusura. 
Andamento simile per Hong, con l’Hang Seng in declino di circa lo 0,20% a circa un’ora dallo stop alle contrattazioni (guadagna invece intorno allo 0,40% l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

I DATI MACRO

Spagna: inflazione stabile a febbraio

In Spagna l’istituto di statistica INE ha annunciato che l’indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,4% nel mese di febbraio su base mensile ma è aumentato del 3% su base annuale, in linea con quanto rilevato a gennaio. 
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP) è cresciuto del 3% rispetto a febbraio 2016, dal 2,9% della rilevazione precedente.

Germania: cresce l’inflazione a febbraio

In Germania l’Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha reso noto il dato definitivo relativo all’inflazione di febbraio. L’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,6% su base mensile ed è aumentato del 2,2% su base annuale, confermando la lettura preliminare. L’indice armonizzato è cresciuto dello 0,7% su base mensile e del 2,2% su base annua.

Cina: investimenti fixed asset +8,9% in gennaio-febbraio

In Cina, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, gli investimenti in fixed asset (dato che comprende infrastrutture, apparecchiature industriali e costruzioni) hanno segnato una crescita dell’8,9% nel periodo gennaio-febbraio (abitualmente accorpato visto che comprende le festività lunghe una settimana del Capodanno lunare), contro l’8,6% registrato nell’intero 2016 (8,1% nel solo mese di dicembre) e contro l’8,3% atteso dagli economisti.

Cina: vendite retail salgono del 9,5% in gennaio-febbraio

In Cina, secondo i dati diffusi dal ministero del Commercio, le vendite al dettaglio sono cresciute su base annua del 9,5% nel periodo gennaio-febbraio (abitualmente accorpato visto che comprende le festività lunghe una settimana del Capodanno lunare), in rallentamento rispetto al progresso del 10,9% registrato in dicembre (10,8% in novembre) e contro il 10,6% del consensus del Wall Street Journal.

Cina: produzione industriale +6,3% in gennaio-febbraio

In Cina la produzione industriale, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, ha registrato nel periodo gennaio-febbraio (abitualmente accorpato visto che comprende le festività lunghe una settimana del Capodanno lunare) un progresso del 6,3% su base annuale contro il 6,0% di dicembre (6,2% in novembre) e sopra al 6,1% del consensus del Wall Street Journal. Su base sequenziale la crescita è stata dello 0,6% dopo lo 0,46% di dicembre.

IL CALENDARIO DI OGGI
Martedì 14 Marzo 2017

03:00 CINA Produzione industriale feb;

03:00 CINA Investimenti fissi feb;

03:00 CINA Vendite al dettaglio feb;

08:00 GER Inflazione finale feb;

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11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori istituzionali) mar;

11:00 EUR Produzione industriale gen;

13:30 USA Indice prezzi alla produzione feb.