Mercati cauti in attesa del referendum in Grecia

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A cura di Antonio Arricale

Mercati europei cauti e, dunque, senza direzione, a giudicare dalle prime battute della giornata, in attesa del referendum di domenica che potrebbe decidere il futuro della Grecia nell’Eurozona. La prudenza che domina sui listini azionari del Vecchio Continente è dettata anche dalla chiusura oggi dei mercati americani alla vigilia della festività per il Giorno dell’Indipendenza. Sostanzialmente stabile l’Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia oscillando intorno a 1,11. Lieve aumento per l’oro, che mostra un rialzo dello 0,25%. Lieve calo del petrolio (Light Sweet Crude Oil) che scende a 56,56 dollari per barile. Intanto, in vista del referendum di domenica prossima, il premier greco Alexis Tsipras tira dritto per la sua strada e torna a parlare alla nazione, ribadendo il suo NO (OXI in greco) alla proposta formulata dai creditori, un piano di lacrime e sangue dietro la concessione di nuovi aiuti. “Non bisogna trasmettere allarmismo ai cittadini”, ha detto Tsipras alla TV Armenia, dicendosi convinto che in caso di vittoria del NO al referendum, “avremo un accordo 48 ore dopo il referendum”. Insomma, secondo Tsipras, il punto è quale accordo la Grecia riuscirà a spuntare. Non a caso, infatti, il primo ministro parla di “cattivo accordo” o accordo non sostenibile – riferendosi a quello formulato da UE ed FMI – e di “accordo migliore” o sostenibile – riferendosi, invece, a quello che emergerebbe dopo la bocciatura del popolo greco alla proposta di austerità formulata dai creditori. A tal proposito, peraltro, va aggiunto che, dopo le affermazioni del suo ministro delle finanze, Yanis Varoufakis, che ha annunciato le dimissioni in caso prevalesse il SI, anche Tsipras conferma che lascerà se il referendum farà passare la proposta europea, ricordando di non voler porre la sua “poltrona” dinanzi agli “interessi della nazione”. A tenere banco intorno al dibattito politico, intanto, sono le previsioni dei sondaggi che taluni reputano addirittura manipolati e dunque non veritieri. Nella sostanza, i due fronti dovrebbero essere sostanzialmente in equilibrio, anche se nelle ultime ore i sostenitori del SI sarebbero dati in vantaggio. Da qui non poche polemiche. Diffuso dalla GPO ( Greek Public Opinion) ieri è stata diffusa la prima previsione favorevole ai creditori della Grecia. Tutti i precedenti sondaggi davano finora vincente il NO. Infatti, l’istituto Palmos dava NO al 51,5% e SI al 37%, Focus NO al 40,2% e SI al 37% e ProData NO al 54% e SI al 33%.

Borse asiatiche

Mercati asiatici deboli questa mattina. Il Nikkei ha chiuso con un marginale progresso dello 0,08% a 20539 punti mentre Seoul ha fatto registrare un calo dello 0,14% e Hong Kong arretra dello 0,24%. Ribasso più ampio a Shanghai dove l’indice Composite arretra di poco meno di 4 punti percentuali. L’incertezza è da attribuirsi sia alla chiusura di ieri a Wall Street che all’esito del referendum greco che si terrà nel week end. La Grecia rappresenta infatti un grosso punto interrogativo e fino a quando non verrà fatta chiarezza i mercati non potranno prendere una strada ben definita. Sul fronte macroeconomico da segnalare che il Purchasing manufacturers’ index (Pmi) dei servizi del Giappone stilato da Markit in collaborazione con Nikkei è cresciuto anche in giugno per il terzo mese sopra la soglia di 50 punti che separa crescita da contrazione. Il dato relativo allo scorso mese ha segnato infatti un progresso a 51,8 punti da 51,5 di maggio e 51,3 di aprile (48,4 punti in marzo, livello più basso dall’aprile 2014). In leggero calo, invece, il Pmi composite, che è sceso a 51,5 pun ti da 51,6 punti di maggio (50,7 in aprile). In Cina a giugno, il purchasing managers index (Pmi) nel settore dei servizi stilato da Hsbc/Markit è sceso significativamente a 51,8 punti dai massimi dei precedenti otto mesi di 53,5 punti segnati in maggio (52,9 in aprile). Il dato resta comunque ampiamente sopra la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione ma si confronta con attese degli economisti per un progresso a 53,8 punti.

Borsa Usa

La seduta di giovedì si chiude a Wall Street con lievi perdite, mettendo fine a un’ottava breve, in vista del weekend lungo dell’Indipendence Day (che cade di sabato ma i mercati resteranno chiusi anche oggi), estremamente volatile, con gran parte delle attenzioni rivolte alla Grecia, la seconda consecutiva in territorio negativo. Se sulla crisi di Atene tutto è rimandato al referendum di domenica, e al tono che conseguentemente prenderanno i nuovi negoziati, giovedì i dati macroeconomici Usa hanno fornito indicazioni contrastanti. Il Paese ha creato in giugno 223 mila nuovi posti di lavoro, sostanzialmente in linea con le attese del mercato, ma la lettura per aprile e maggio è stata rivista al ribasso. In ogni caso in 14 degli ultimi 16 mesi sono stati creati più di 200.000 posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 5,5% al 5,3% ma prevalentemente per la crescita del numero di persone che è uscita dal mondo del lavoro. Invariato il salario orario medio su base mensile a fronte dell’incremento dello 0,2% atteso dagli analisti. Complessivamente i dati macro confermano i piani della Fed per un rialzo dei tassi in settembre, ma fino a un certo punto. “Dati mediocri che possono accontentare un po’ tutti. Questo significa anche che la Fed non è sotto pressione eccessiva per rialzare i tassi. Settembre resta comunque la data più probabile”, ha detto al Wall Street Journal David O’Malley, chief executive di Penn Mutual Asset Management. Secondo diversi analisti, però, la Fed potrebbe avere la scusa per aspettare fino a dicembre. Il Dow Jones Industrial Average ha perso 27,8 punti, pari allo 0 ,16%, a quota 17.730,11. L’S&P 500 è arretrato di 0,64 punti, pari allo 0,03%, a 2.076,78. Il Nasdaq Composite ha segnato un declino dello 0,08%, pari a 3,91 punti a quota 5.009,21. Tra i sottoindici dell’S&P 500 il migliore, con un progresso dell’1,4%, è stato quello delle utility, in declino di oltre il 10% da inizio anno, con gli investitori che hanno cambiato posizione in previsione del rialzo dei tassi. Miglior titolo di giornata al Dow è stato Intel +1,24% dopo le dimissioni del president Renee James, all’interno di una revisione della struttura manageriale in atto da tempo per il colosso dei chip. Bene anche Exxon Mobil +0,93% in recupero dopo le perdite di mercoledì, quanto tutto il settore energetico avevo sofferto per il netto calo dei corsi del petrolio. L’ottava si è chiusa con una perdita dell’1,2% sia per il Dow che per l’S&P 500 (con il peggiore declino settimanale rispettiv amente da aprile e da marzo). Il Nasdaq si è invece deprezzato dell’1,4%.

Europa

Borse europee stabili nelle prime fasi di scambi dell’ultima seduta settimanale. La chiusura poco movimentata di ieri a Wall Street, che oggi resterà chiusa per festività, e l’attesa per il referendum che si terrà in Grecia nel fine settimana, rendono gli addetti ai lavori cauti. Il Dax fa segnare un progresso dello 0,14%, Parigi sale dello 0,2%, Madrid dello 0,1% mentre Londra si muove poco sotto la parità. Secondo il FMI, l’Economia greca mostra sempre più chiaramente il bisogno di sostanziali supporti finanziari per una serie di cambiamenti nelle politiche applicate e nei risultati ottenuti, a partire dai minori surplus primari raggiunti rispetto alle attese, dall’indebolimento delle riforme attuate che pesa sulla crescita e dai minori risultati raggiunti sull e privatizzazioni. Lo stesso FMI chiede un rinnovato impegno sulle riforme, un’estensione significative delle scadenze sul debito e nuovi finanziamenti europei a tassi simili agli attuali. Se però le riforme previste non saranno attuate si renderà necessario un taglio del debito (haircut). Secondo l’FMI, anche sotto l’ombrello delle riforme proposte dalle istituzioni creditizie alle autorità greche, il nuovo fabbisogno di risorse di Atene potrebbe raggiungere i 50 miliardi di euro circa tra il prossimo ottobre e la fine del 2018 richiedendo nuove risorse europee per almeno 36 miliardi di euro nel triennio.

Italia

Poco sopra la parità i maggiori listini azionari italiani durante i primi scambi. Il Ftse Mib segna un rialzo dello 0,24% e il Ftse Italia All Share guadagna lo 0,19%. Il Ftse Italia Star cede invece durante i primi scambi lo 0,1 per cento. Piazza Affari ieri ha chiuso in ribasso con gli investitori già proiettati al referendum di domenica in Grecia. L’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,42% a 22.616 punti. Le vendite hanno colpito i titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 2,43% a 14,81 euro, Montepaschi il 2,94% a 1,749 euro, Popolare di Milano il 2,68% a 0,944 euro, Intesa SanPaolo il 2,57% a 3,258 euro, Ubi Banca il 2,72% a 7,32 euro, Unicredit l’1,92% a 6,11 euro. Sotto i riflettori Enel (-0,38% a 4,134 euro), Terna (-0,04% a 4,032 euro) e Snam (+1,43% a 4,382 euro): la Banca centrale europea ha fatto sapere di aver ampliato la lista di emittenti possibile oggetto del programma di acquisto di obbligazioni da 60 miliardi di euro al mese (quantitative easing). Tra i peggiori sul Ftse Mib da segnalare Autogrill che ha lasciato sul parterre il 3,03% a 7,51 euro. La maglia rosa sul paniere principale è stata indossata invece da Saipem che ha mostrato un progresso del 2,36% a 9,515 euro. Mediaset (-0,40% a 4,472 euro) ha tirato il freno dopo l’exploit della vigilia quando aveva sfruttato le parole dell’amministratore delegato Piersilvio Berlusconi.


I dati macro attesi oggi

Venerdì 3 luglio 2015

Festa Stati Uniti – Giorno dell’Indipendenza

03:30 AUD Vendite al dettaglio (Mensile)

03:45 CNY Indice dei direttori agli acquisti del settore dei servizi

09:15 EUR Indice dei direttori agli acquisti del settore dei servizi spagnolo

09:45 EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi italiano

09:50 EUR Indice dei direttori agli acquisti del settore terziario francese

09:55 EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore servizi tedeschi

10:00 EUR Indice dei direttori agli acquisti del settore servizi

10:00 EUR Indice composito dei servizi

10:30 GBP Indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi

11:00 EUR Vendite al dettaglio (Mensile)