Mercati asiatici in recupero, a Tokyo il Nikkei 225 guadagna l’1,10%

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Il punto della mattinata. Il Ftse Italia All-Share segna +0.38%, Ftse All-Share Capped +0.37%, Ftse Mib +0.38%, Ftse Italia Mid Cap +0.49%, Ftse Italia Small Cap -0.24%, Ftse Italia Star +0.35%, Ftse Aim Italia +0.16%. 
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in leggero rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,1%, il Cac40 di Parigi e il Ftse100 di Londra lo 0,2%.

Obbligazionario eurozona in deciso arretramento dopo il balzo di ieri. Il rendimento del Bund decennale sale di 4 bp allo 0,34%, quello del BTP sale di 10 bp al 2,06% (+8 bp per il Bono all’1,54%). Lo spread sale di 6 bp a 172.

Bancari incerti: il FTSE Italia Banche segna -0,2%, l’EURO STOXX Banks -0,2%.

Banca MPS (+2,9%) guadagna terreno su indiscrezioni del Sole 24 Ore in base alle quali Generali (+0,1%), che detiene bond subordinati di Rocca Salimbeni per circa 400 milioni di euro, sta valutando se aderire alla conversione in azioni annunciata l’altro ieri. In caso affermativo la compagnia triestina diverrebbe azionista di MPS con il 7-9 per cento del capitale, e non verserebbe 200 milioni di euro al fondo Atlante 2. Inoltre La Stampa scrive che all’inizio della prossima settimana Banca MPS deciderà se includere o meno nella conversione in azioni lo strumento ibrido conosciuto come Fresh 2008.

Borse asiatiche

Mercati asiatici in generalizzata ripresa. A sostenere i listini asiatici ha contribuito il declino della moneta Usa: il Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora la valuta nei confronti delle altre dieci principali divise, è in calo di circa lo 0,10% dopo avere perso altrettanto martedì successivamente al rally di oltre il 3% registrato nelle quattro sedute dalle elezioni presidenziali Usa che hanno visto il trionfo di Donald Trump.

L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, guadagna lo 0,60% recuperando dai minimi di quattro mesi segnati nei giorni scorsi. A sostenere l’indice sono soprattutto i titoli del settore energy, grazie al balzo dello 0,80% dei corsi del petrolio, salito ai massimi delle ultime due ottave sull’impegno dell’Opec per implementare il tetto alla produzione annunciato in settembre. Nonostante l’apprezzamento dello yen sul dollaro di circa lo 0,20% a Tokyo il Nikkei 225 segna un progresso dell’1,10% (fa ancora meglio l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dell’1,33). 

Mette fine alla striscia negativa legata soprattutto all’incertezza politica (per lo scandalo che ha coinvolto il presidente Park Geun-hye) anche Seoul e il Kospi segna una progresso dello 0,62% al termine degli scambi.

Se il petrolio si apprezza, di tutt’altro tenore è invece la performance del minerale di ferro (iron ore). Dopo il rally del 24% da inizio novembre (rimbalzo aiutato dalle promesse di investimenti infrastrutturali da parte di Donald Trump), il prezzo del materiale siderurgico ha toccato un declino superiore al 6% in overnight, segnando la più netta flessione dallo scorso giugno. Il prezzo all’import per l’iron ore con purezza del 62% in consegna nel porto cinese di Tianjin ha invece segnato un declino dell’8,7% a 72,80 dollari la tonnellata.

E a farne le spese sono i colossi minerari australiani (Bhp Billiton e Rio Tinto perdono sul listino il 2-3%), che limitano i guadagni di Sydney in una seduta per altro positiva soprattutto per petroliferi e finanziari: l’S&P ASX 200 segna un guadagno limitato allo 0,03% in chiusura. Intorno alla parità anche i mercati della Cina continentale: Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 chiudono in negativo ma di appena lo 0,06% e lo 0,01% rispettivamente. In positivo, invece, lo Shenzhen Composite apprezzatosi di un risicato 0,02% al termine delle contrattazioni. 
Continua il recupero di Hong Kong: in vista della chiusura l’Hang Seng guadagna circa lo 0,60%.

Borsa Usa

La Borsa di New York ieri ha chiuso la seduta in rialzo grazie al petrolio ed ai titoli tecnologici. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,29%, l’S&P 500 lo 0,75% e il Nasdaq Composite l’1,1%.

Il greggio (Wti) è balzato del 5,75% a 45,81 dollari al barile.

Il Dipartimento del Commercio ha reso noto che le vendite al dettaglio hanno evidenziato nel mese di ottobre un incremento dello 0,8% m/m, dopo la crescita dell’1% del mese precedente. L’indice escluso il comparto auto è cresciuto dello 0,8% su base mensile a fronte di una variazione dello 0,7% a settembre (rivisto da +0,5%).

La Federal Reserve di New York ha comunicato che l’indice Empire State Manufactoring (che misura l’andamento dell’attività manifatturiera di New York) si attesta nel mese di novembre a +1,5 punti dai -6,8 punti di ottobre risultando superiore alle attese degli analisti fissate su un indice pari a -2,5 punti. Un valore al di sopra dello zero indica che l’economia del settore manifatturiero dello stato di New York è in fase di espansione.

I prezzi alle importazioni sono aumentati dello 0,5% nel mese di ottobre a fronte di attese pari al +0,4%. Nel mese di settembre si era registrato un incremento dello 0,2%. I prezzi alle esportazioni sono aumentati dello 0,2% su base mensile, risultando pari al consensus.

Le Scorte delle imprese sono aumentate dello 0,2% nel mese di settembre, dopo la crescita dello 0,2% ad agosto, risultando inferiore alle attese degli analisti fissate su un incremento dello 0,1%. 

I dati macro attesi oggi
Mercoledì 16 Novembre 2016

10:30 GB Variazione n° richiedenti sussidi disoccupazione set;

10:30 GB Tasso di disoccupazione set;

14:30 USA Indice prezzi alla produzione ott;

15:15 USA Produzione industriale ott;

16:00 USA Indice NAHB (mercato immobiliare residenziale) nov;

16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;

22:00 USA Acquisti netti att. finanziarie (l/term.) set.